22 Jump Street, la recensione

Phil Lord e Chris Miller con 22 Jump Street centrano di nuovo l'obiettivo, la storia più banale raccontata con il massimo dell'inventiva

Critico e giornalista cinematografico


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"Il programma precedente è andato bene ragazzi quindi i capi vogliono rifarne un altro uguale. Conoscete le regole: più soldi ma la stessa formula. Nella maggior parte dei casi queste operazioni non riescono, ci si fissa sulle solite componenti e si finisce per usurare quello che andava bene, ma per noi non dev'essere così"

...a grandi linee (e molto parafrasando) è così che il capo della polizia Nick Offerman (ma che attore fenomenale è? Quand'è che anche il cinema lo scoprirà definitivamente??) spiega ai protagonisti cosa debbano fare nella loro nuova missione. Sta parlando di infiltrarsi al college ma in realtà, lo capiamo tutti sta parlando di fare il remake di un film di successo.

22 Jump Street, come il film precedente, è LA commedia intelligente

Tutto 22 Jump street è condotto sul filo della doppiezza, un'idea presente per certi versi anche nel film precedente (che rideva e scherzava a livello metatestuale sul fare un film da una serie di successo) ma che qui viene ampliata. Perchè non solo molto della storia si diverte a tenere un doppio livello di lettura (un'operazione di polizia ma anche il fare un sequel "Come vedete questa volta abbiamo molti più soldi della precedente!" poi dopo un'ora di film "Ragazzi niente più inseguimenti o stranezze abbiamo finito i soldi") ma anche i rapporti tra i personaggi sono doppi (parlano di essere partner sul lavoro ma noi capiamo partner nella vita in una grande presa in giro di quel bromance portato ad un livello superiore nelle commedie proprio da Jonah Hill in Superbad), l'intreccio gira intorno alla doppiezza (ogni personaggio ha due identità e gli svelamenti si sprecano) e c'è più d'un accenno alla parodia (da Bad Boys all'inizio fino a Spring Breakers e Project X alla fine).

Di nuovo quindi Lord e Miller raccontano il loro punto di vista sul fare film oggi ad Hollywood. Dopo Piovono polpette, 21 Jump Street e Lego The Movie hanno sperimentato un tipo di scrittura metatestuale e autoriflessiva unica che qui esplode in maniera definitiva: "Questa volta siamo al 22 di Jump street ma qualcosa mi dice che per la prossima missione torneremo dall'altra parte della strada" e si vede un cantiere con scritto "23 Jump Street".

Forse un pelo sotto il primo film quanto a risate effettive (un eccesso di improvvisazione di stile moderno spesso uccide il ritmo) ma comunque sopra la media delle commedie americane, 22 Jump Street è di nuovo la dimostrazione che sequel e remake sono parole vuote, che i titoli, i brand e le trame sono contenitori ininfluenti e che la crisi di idee non ha nulla a che vedere con il profluvio di titoli e personaggi già noti. Il nuovo film di Lord e Miller dà in pasto al pubblico la più convenzionale e scontata delle storie, una in cui tutto va come ci aspettiamo, piena di personaggi banali ma lo fa nella maniera meno convenzionale in assoluto, lavorando in profondità sul testo, manipolando la banalità, giocando con le regole di quel cinema che dovrebbe intrappolare la creatività e ritagliandosi un proprio piccolo orticello nel grande prato di Hollywood.

22 Jump Street, come il film precedente, è LA commedia intelligente.

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