21

Un gruppo di studenti di matematica del MIT sbancano i casinò, ma rischiano anche di diventare schiavi del gioco. Sulla carta, un racconto avvincente. Sullo schermo, una pellicola noiosa e traballante...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo21RegiaRobert Luketic
Cast

Jim Sturgess, Kevin Spacey, Kate Bosworth, Laurence Fishburne, Aaron Yoo, Liza Kapira, Jacob Pitts

Uscita18 aprile 2008

E' difficile non rimanere conquistati dalla storia vera di un gruppo di studenti che, grazie alle loro conoscenze di matematica, sconfiggono delle macchine da guerra potentissime come sono i casinò di Las Vegas. A livello più semplice, c'è il fatto di guadagnare tanti soldi in tempi rapidi. A livello più profondo, l'eterna storia di Davide che sconfigge Golia. Insomma, qualsiasi sia il punto di vista che si vuole adottare, è quasi impossibile non renderla una storia affascinante.

Eppure, i realizzatori di 21 ci sono riusciti, grazie a due veri 'assi' nella manica: la sceneggiatura e il regista Robert Luketic. La prima è talmente piena di buchi che sarebbe più semplice e rapido spiegare cosa va bene. Penso alla spiegazione poco convincente di come si può vincere al blackjack sfruttando la matematica (poco chiara, francamente) o perché delle persone che non fanno nulla di illegale possano essere sequestrate e picchiate senza che decidano di rivolgersi alla polizia. Senza contare, ovviamente, un colpo di scena finale che è quanto di più stratelefonato si sia visto ultimamente (ed è anche realizzato malissimo). Ma forse, il problema maggiore è nei personaggi, che sono decisamente deboli. I comprimari della squadra sono delle macchiette (compreso il personaggio di Kate Bosworth, che avrebbe degli spunti interessanti non sfruttati), mentre l'insegnante a tratti pensa di essere Tony Soprano (e il paragone forse non è eccessivo, visto che il film non spiega mai da dove arrivano i soldi con cui parte questa 'avventura').

Rimane il protagonista principale, interpretato da Jim Sturgess (scoperto grazie ad Across the Universe), che conferma di avere un discreto carisma, ma che non può fare miracoli con un personaggio così idiota da tenere centinaia di migliaia di dollari nella sua stanza. E poi, come dice il personaggio di Kevin Spacey, "questa è un'impresa commerciale", quindi di tutto l'aspetto da ribelli antisistema dei protagonisti (che magari sarebbe un po' forzato, ma sicuramente efficace) non c'è traccia. A questo punto, tanto valeva mostrare qualche scena in più con i nerd, che almeno strappano delle risate.

L'altro grosso problema, come detto, è Robert Luketic, che va benissimo per commedie come La rivincita delle bionde, ma che è assolutamente incapace di creare tensione. Penso, per esempio, alla scena nella bisca cinese, un altro esempio di come rendere tutto prevedibile, senza riuscire a creare un minimo di tensione. E poi, c'era bisogno di tutti quei ralenti sui protagonisti, che sembrano usciti da Armaggeddon di Michael Bay (ma lì, almeno, avevano un senso, anche se coatto)?

Insomma, per una pellicola che vorrebbe parlare di persone normali e che all'inizio si prende (lodevolmente) tutto il suo tempo per descriverci il protagonista, ci si aspettava decisamente di più. E' un po' come puntare a 21 e sperare poi di vincere con un 12...

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