1993 – La Serie, episodio 5 e 6: la recensione
La nostra recensione al quinto e al sesto episodio di 1993 - La Serie
E' l'affascinante Sergio Cusani di Stefano Dionisi il personaggio più importante del penultimo blocco di episodi di 1993 prima del gran finale di seconda stagione previsto per la settimana prossima. Cusani, ragioniere e contabile della maxitangente Enimont, sembra l'unico di questo gruppo di anime in pena sempre meno dipendenti dal pene (gli uomini non lo fanno quasi più in 1993) ad avere una motivazione solida come il marmo: il sacrificio. Spietato circa la drammaturgia della vita (“Le vittime sono immobili. I colpevoli sono dinamici, possono cambiare, redimersi. Sono più interessanti”), imperscrutabile per Di Pietro (il pm non riesce a convincerlo nemmeno col whiskey) e dal sorriso spiazzante (che bravo Dionisi a estrarlo dal cilindro in quel modo), stringerà un sodalizio a San Vittore con quel Leonardo Notte con cui ha molto in comune, dal passato nella sinistra extraparlamentare, alle buone letture, al conflitto con il padre.
Non è che gli autori della serie ci stanno anticipando una scelta morale di Brancato attraverso queste zoomate nel suo intimo? Chiudiamo su Notte. Sempre lui. Leonardo è l'anima nera di tutta la serie. L'intellettuale nichilista. Il compagno (come tanti) che passa con Berlusconi. C'è uno scontro con il Cavaliere una volta uscito di galera. C'è un ritorno a sinistra. Ma come mai pensiamo che il buio e il fascino del Cavaliere Oscuro, ancora una volta, lo irretiranno in episodio 7 e 8?