1993 – La Serie, episodio 3 e 4: la recensione

La nostra recensione al terzo e al quarto episodio di 1993

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E mentre tutti i personaggi principali di 1993 sono o vedono fantasmi, trascinandosi tra macerie materiali (Veronica Castello con make up da zombi movie si aggira confusa ai Parioli dopo la bomba a Maurizio Costanzo del 14 maggio) o esistenziali (incubi, allucinazioni, flashback autodemolitori), Silvio Berlusconi (ancora interpretato con grande controllo da Pierobon), annuncia serafico: “Fiat Lux” prima di condurre per mano Leonardo Notte dentro il noto mausoleo di Arcore dove la tomba del Capo è come quella di un faraone egizio vicino agli amici più cari. Sono già pronti i loculi di Confalonieri, Dell'Utri e Previti.
Uno potrebbe essere per Notte, il candidato perfetto per la nuova forza politica di cui il Cavaliere è sempre più convinto proprio grazie alle pressioni e riflessioni del giovane consigliere. “Che fa Notte... si tocca le palle?” scherzerà dopo aver visto la reazione strana di Leonardo all'ipotesi di avere un posto in prima fila, accanto a Berlusconi, per l'eternità. Nel frattempo continua il vorticoso succedersi di fatti e atti violenti all'insegna del motto “tutti contro tutti” che i creatori della serie hanno deciso di scegliere per questa seconda stagione.

Il leghista Bosco cercherà di rianimare dal coma l'ex mentore Bortolotti (aiaiai: Teco Celio muove platealmente la gamba sinistra quando Gagliardi lo inquadra per la prima volta a figura intera allettato e in sonno profondo) continuando ad essere troppo buono (aiuta un trans) e troppo fesso per questo ambiente. Pastore va contro Notte (per l'omicidio di Venturi), la giornalista Giulia Castello accetta un invito per andare a vedere al cinema Proposta Indecente di Lyne (uscì da noi il 7 maggio '93) con l'aiutante di Di Pietro Scaglia (ormai “l'altra” Castello è diventata più manipolatoria e femme fatale anche della sorella Veronica), l'indagine sulla malasanità sta per esplodere, Muratori cambia linea su Berlusconi (ricordatevi il ricatto di Notte) mentre il nichilista Leonardo verrà arrestato sulle note di Fuzzy di Grant Lee Buffalo.

Interessantissima nel quarto episodio la dicotomia tra castità mafiosa e sessuomania italiota. Tutti sbavano e sono disposti a tutto per un orgasmo (dirigenti televisivi, politici, magistrati, giornalisti). Tutti... tranne i mafiosi. “La vera ricchezza Bibi, è avere le cose e poi non farci niente” dirà l'inviato di Cosa Nostra Brancato (sempre tagliente Gaetano Bruno) a una “Bibi” Mainaghi disposta pure lei a concedersi per salvare famiglia e, nello specifico, fratello. I mafiosi sono gente "seria" e sanno che il potere necessita di autocontrollo. Ricordatevi gli sfoghi di Riina con Lorusso nel carcera di Opera biasimando la perversione sessuale di Berlusconi, reo di aver compromesso “tutto” per colpa della sua irrefrenabile libido. La serie tv dunque che, a differenza del cinema italiano, ha ridato corpo al sesso (un rimosso del nostro immaginario cinematografico da anni) pone giustamente la decisiva importanza sulla differenza di comportamento dei vari protagonisti dell'affresco storico in relazione proprio al desiderio carnale. Notte non ci pensa più da tempo (avrà una rivelazione degna di Guerre Stellari), “l'altra” Castello ormai sempre (Giulia cambia modo di vestire, attacca il maschio e masturba in un bagno l'aiutante di Di Pietro Scaglia), Pastore è tornato alla vendetta (l'indagine della malasanità lo riporta lontano dall'area di erotico superamento dell'odio verso cui l'aveva quasi condotto la simpaticissima promiscua Eva), Veronica (sempre più brava, la Leoni, nell'essere fantasma e zombi) lotta per rimanere in prima fila negli show Rai mentre Bosco è protagonista della scena più divertente ovvero la sua buzzurra visita nel salotto di una Baronessa simil Angiolillo la quale desidera vedere i barbari della Lega nelle sue stanze da Grande Bellezza nella figura del leader Bossi: “Vogliamo infettarlo con i germi della Dolce Vita” dirà maliziosa. Ancora il tema del contagio, o per via sessuale (si pone molta enfasi sull'ansiogeno spot anti-aids del 1990 con Pino Locchi in voice over e Laurie Anderson in colonna sonora).
Chiunque resterà immune al desiderio (mafiosi) o riuscirà a disintossicarsi... sopravviverà a 1993. Questa è l'idea sempre più forte che ci siamo fatti vedendo il terzo e quarto episodio della serie.

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