1993 – La Serie, episodio 3 e 4: la recensione
La nostra recensione al terzo e al quarto episodio di 1993
Uno potrebbe essere per Notte, il candidato perfetto per la nuova forza politica di cui il Cavaliere è sempre più convinto proprio grazie alle pressioni e riflessioni del giovane consigliere. “Che fa Notte... si tocca le palle?” scherzerà dopo aver visto la reazione strana di Leonardo all'ipotesi di avere un posto in prima fila, accanto a Berlusconi, per l'eternità. Nel frattempo continua il vorticoso succedersi di fatti e atti violenti all'insegna del motto “tutti contro tutti” che i creatori della serie hanno deciso di scegliere per questa seconda stagione.
Interessantissima nel quarto episodio la dicotomia tra castità mafiosa e sessuomania italiota. Tutti sbavano e sono disposti a tutto per un orgasmo (dirigenti televisivi, politici, magistrati, giornalisti). Tutti... tranne i mafiosi. “La vera ricchezza Bibi, è avere le cose e poi non farci niente” dirà l'inviato di Cosa Nostra Brancato (sempre tagliente Gaetano Bruno) a una “Bibi” Mainaghi disposta pure lei a concedersi per salvare famiglia e, nello specifico, fratello. I mafiosi sono gente "seria" e sanno che il potere necessita di autocontrollo. Ricordatevi gli sfoghi di Riina con Lorusso nel carcera di Opera biasimando la perversione sessuale di Berlusconi, reo di aver compromesso “tutto” per colpa della sua irrefrenabile libido. La serie tv dunque che, a differenza del cinema italiano, ha ridato corpo al sesso (un rimosso del nostro immaginario cinematografico da anni) pone giustamente la decisiva importanza sulla differenza di comportamento dei vari protagonisti dell'affresco storico in relazione proprio al desiderio carnale. Notte non ci pensa più da tempo (avrà una rivelazione degna di Guerre Stellari), “l'altra” Castello ormai sempre (Giulia cambia modo di vestire, attacca il maschio e masturba in un bagno l'aiutante di Di Pietro Scaglia), Pastore è tornato alla vendetta (l'indagine della malasanità lo riporta lontano dall'area di erotico superamento dell'odio verso cui l'aveva quasi condotto la simpaticissima promiscua Eva), Veronica (sempre più brava, la Leoni, nell'essere fantasma e zombi) lotta per rimanere in prima fila negli show Rai mentre Bosco è protagonista della scena più divertente ovvero la sua buzzurra visita nel salotto di una Baronessa simil Angiolillo la quale desidera vedere i barbari della Lega nelle sue stanze da Grande Bellezza nella figura del leader Bossi: “Vogliamo infettarlo con i germi della Dolce Vita” dirà maliziosa. Ancora il tema del contagio, o per via sessuale (si pone molta enfasi sull'ansiogeno spot anti-aids del 1990 con Pino Locchi in voice over e Laurie Anderson in colonna sonora).
Chiunque resterà immune al desiderio (mafiosi) o riuscirà a disintossicarsi... sopravviverà a 1993. Questa è l'idea sempre più forte che ci siamo fatti vedendo il terzo e quarto episodio della serie.