1979 Revolution: Black Friday, fotografie interattive - Recensione

La rivoluzione iraniana del 1979 in un videogioco: la recensione di 1979 Revolution: Black Friday

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Reza Shirazi è un fotoreporter. Il suo compito e la sua passione lo portano a documentare gli avvenimenti e la cronaca da una teorica posizione di distanza, superpartes, non schierata o faziosa. Purtroppo, la sua terra natia, l'Iran, sta affrontando una serie di violente ribellioni e sanguinose repressioni, e Reza sente la necessità di ritornare a casa dal suo viaggio in Germania per essere testimone dei cambiamenti della sua patria. Una volta arrivato in Iran, si imbatte in un florido scambio culturale e politico, tra nuove correnti di pensiero che vogliono cambiare il volto dell'Iran, uno stato distrutto nei suoi diritti civili ed etici dagli accordi tra lo Shah e gli Stati Uniti, in piena Guerra Fredda (come evidenziato dal titolo, siamo nel 1979). Nella violenta, breve e mortale serie di eventi che lo accompagneranno fino alla fine dell'avventura, Reza scoprirà che spesso un giornalista è costretto a schierarsi, per fare bene il suo lavoro. Lo capirà a sue spese, sacrificando molto e perdendo ancora di più.

1979 Revolution è un'opera fortemente politicizzata, pubblicata e creata da un autore iraniano-canadese che vuole sfruttare il mezzo videoludico per raccontare una storia, dei personaggi e degli eventi storici che hanno cambiato il corso del '900, ma anche per puntare il dito: ad esempio, viene costantemente messa in evidenza l'influenza che gli Stati Uniti, tramite la CIA, hanno avuto sullo sviluppo politico, sociale ed economico del Paese, portando prima alla destituzione di Mossadeq, che aveva nazionalizzato le compagnie petrolifere, e poi al supporto del regime dello Shah, a partire dalla vendita di armi tecnologicamente avanzate per arrivare alla formazione dei torturatori e carcerieri della SAVAK, una sorta di Gestapo iraniana.

[caption id="attachment_188010" align="aligncenter" width="1920"]1979 Revolution: Black Friday screenshot La rivoluzione del 1979 è riprodotta con una elevata fedeltà storica[/caption]

Perché dunque non ricorrere al linguaggio testuale del libro, o a quello visivo delle pellicole cinematografiche, per raccontare qualcosa di simile? Perché proprio un videogioco, che “dovrebbe divertire”? Probabilmente, la risposta a queste domande si trova all'interno della stessa opera di Navid Khonsari, direttore creativo di iNK Stories: sfruttando il parallelo con la fotografia, ci rendiamo conto di come i mezzi di comunicazione possano essere uno strumento potentissimo per veicolare idee, informazioni e messaggi. L'intero gioco è stracolmo di notizie relative alla censura e alla violenza verso artisti, studiosi e politici: film censurati, cinema dati alle fiamme, artisti che scompaiono e politici esiliati. Cosciente dunque dell'impatto che ogni genere di rappresentazione può avere sul mondo e sulla società, Navid Khonsari ha deciso di ricorrere al mezzo videoludico per spingere il giocatore all'interno di queste realtà, obbligandolo a vivere in prima persona situazioni terribili e a dover prendere scelte coraggiose e rischiose.

"nelle due, massimo tre ore che l'esperienza richiede per giungere ai titoli di coda, affronteremo quasi immediatamente le conseguenze delle nostre azioni, e la velocità con cui si susseguono gli eventi sarà fondamentale per riuscire a far cementare nel giocatore i momenti e i concetti più importanti relativi a questa rivoluzione"Uno dei grandi drammi delle esperienze interattive che ricalcano i modelli Telltale o Quantic Dream riguarda le aspettative del giocatore sulle diramazioni della sceneggiatura, e le conseguenti limitazioni percepite quando ci rendiamo conto che, con questa o quella scelta, in realtà cambiamo poco o nulla rispetto alle altre decisioni prese. Posto che queste aspettative andrebbero completamente riviste in funzione di una nuova interpretazione del concetto di scelta (non cosa cambia, ma come), nel caso di 1979 Revolution: Black Friday non c'è il tempo materiale per permettere che ciò avvenga: nelle due, massimo tre ore che l'esperienza richiede per giungere ai titoli di coda, affronteremo quasi immediatamente le conseguenze delle nostre azioni, e la velocità con cui si susseguono gli eventi sarà fondamentale per riuscire a far cementare nel giocatore i momenti e i concetti più importanti relativi a questa rivoluzione.

Anche il numero di capitoli e sequenze è decisamente ridotto rispetto a questo genere di produzioni, che quando non si evolvono in diversi capitoli a pubblicazioni mensili si concentrano comunque in opere dalla durata decisamente più corposa. In questo caso, invece, proprio come la velocità con cui la rivoluzione ha preso fuoco per poi spegnersi nelle ceneri dell'autoritarismo, in pochissime sequenze sperimenteremo direttamente numerose realtà legate alla rivoluzione iraniana, dal conflitto tra le varie classi sociali fino allo scontro tra prospettive comuniste e islamiche del futuro del paese.

[caption id="attachment_188009" align="aligncenter" width="1920"]1979 Revolution: Black Friday screenshot Il gioco presenta dei classici momenti nei quali occorre fare delle scelte[/caption]

Come ogni avventura grafica moderna che si rispetti, anche 1979 Revolution: Black Friday presenta delle fasi d'azione più concitate e ricche, che permettono al giocatore di interrompere per un attimo il flusso d'informazioni e notizie storiche, per prendere fiato, prima di tornare ad approfondire in modo interattivo l'Iran di quel periodo. Chiaramente, data la modestia produttiva dell'opera, ci troviamo di fronte a sequenze molto scarne, lente e scattose, così come la gestione della telecamera e dell'esplorazione in generale risultano mediocri e poco adatte a osservare in maniera fluida il mondo di gioco.  Anche il dettaglio grafico lascia molto a desiderare, ma per fortuna la scelta di uno stile non fotorealistico contribuisce ad attutire il problema, permettendoci comunque di empatizzare in alcune scene altrimenti davvero difficile da digerire, per quanto risultano ingessate le animazioni dei personaggi e statiche le loro espressioni facciali. In generale, considerando l'obiettivo del gioco, si sarebbe dovuto cercare di far sicuramente di più per aumentare empatia e capacità di coinvolgimento da parte del giocatore, ma l'esperienza riesce in ogni caso a garantire tutto ciò grazie alla sua scrittura, alla qualità della ricerca storica e all'accuratezza della rappresentazione, ottenuta grazie a numerose fonti dirette come foto, video e graffiti, e anche col supporto di studiosi e professionisti del settore.

1979 Revolution: Black Friday, pubblicato oramai qualche anno fa per PC e in arrivo in questi giorni su tutte le console principali, ha assunto nel tempo un ruolo di primo piano nel mondo videoludico, venendo persino inserito in un report dell'UNESCO su come e quanto i videogiochi possono garantire empatia storica e interculturale.  Nel mentre, Navid Khonsari, dopo le velate minacce dei media sotto il controllo iraniano, non si sente tranquillo nel tornare nel suo paese, e alcuni membri del team ricorrono a degli alias per non correre alcun rischio. Come ricorda anche il gioco tramite i suoi file storici, più della spada ferisce la penna o, in questo caso e nel nostro secolo, il codice.

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