La Notte Del Giudizio: Election Year, la recensione
Violento e truce ma soprattutto pronto a prendere una posizione anche non facile, La Notte Del Giudizio: Election Year alza l'asticella della polemica
Dopo una casa in cui si muovono le vittime della notte dello sfogo, dopo una città in cui scappano possibili vittime della notte dello sfogo, ora è un paese intero che prende posizione nella notte dello sfogo, un paese che deve votare e si trova a scegliere tra un candidato che appoggia e uno che vuole annullare la tradizionale nottata (a cui adesso partecipano anche gli stranieri giunti in America per fare turismo omicida). Il passaggio dunque è sia ideologico che simbolico, perchè ancora più che in passato esiste in questo film un'equazione forte tra i simboli tradizionali dell'America (la statua della libertà, George Washington...) e la violenza che viene perpetrata. Ancora di più chi uccide e si esalta nell’efferatezza è proprio agghindato con maschere e costumi che rappresentano l’iconografia statunitense. Ancora di più perchè esce nell'anno delle elezioni presidenziali!
Che tutto questo poi avvenga in un thriller d’azione come La Notte del Giudizio: Election Year, uno che fa della violenza la sua essenza, che mette alla prova la soddisfazione dello spettatore proponendo altra violenza come soluzione alla prima violenza è ancora più interessante.
James DeMonaco, con il suo stile essenziale e la sua passione per il buio illuminato dal neon, non esita a caricare i suoi villain di un'acida repulsione e di una viscida meschinità che spingono lo spettatore a desiderarne la morte, a desiderare che subiscano lo stesso destino che quelli auspicano per i più deboli e quando la loro morte arriva il film non si volta indietro di fronte all'evidente senso di soddisfazione scatenato. Ogni sguardo è colpevole nel momento in cui desidera la violenza come risposta e ogni spettatore è lasciato solo con il suo senso di colpevole soddisfazione di fronte alle risoluzioni più truci.
La Notte del Giudizio prende posizione sulla violenza più facilmente condannabile, quella contro i più deboli, ma ha anche un'incredibile equilibrio e una distanza non facile di fronte a quella perpetrata dai "buoni", quella che i protagonisti intendono "a fin di bene", che poi è ciò che pensa ogni persona che abusa di armi e sceglie di togliere la vita a qualcuno.