18 Days vol. 1, la recensione

Abbiamo recensito per voi il primo volume di 18 Days, pubblicato da ManFont

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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18 Days, anteprima 01Ere degli dei ed ere degli uomini. Un mondo che declina dalla grandezza di un passato irraggiungibile e dalla gloria di un'età dell'oro verso un'epoca dominata dalla materialità, dagli istinti più bassi, dai bisogni meno nobili e dalla competizione fanciullesca di esseri umani che hanno dimenticato la gloria di un tempo.

Gli dei hanno previsto che tutto questo sarebbe accaduto e i superguerrieri, protagonisti della seconda, luminosa età del mondo, stanno per vedere il loro tempo finire. Era previsto, è nella natura delle cose. Ma il fatto che l'umanità sia destinata a scendere dalle vette di un tempo non significa che debba essere condannata a farlo cedendo del tutto all'oscurità, dimenticando per sempre gli esempi che gli eroi le hanno messo di fronte. Per preservare la speranza di rivedere un giorno la luce, anche quando secoli di buio incombono senza speranza di essere scacciati, per permettere almeno a qualche stella di splendere nelle tenebre combattono tre principi.

Una guerra di milioni contro milioni, ma decisa da eroi e armi leggendarie, da esseri ai limiti dell'immortalità, figure del mito. L'esordio dello scontro, tra rituali e saluti, con qualche flashback a cercare di contestualizzare i perché del conflitto, è la materia narrativa di 18 Days. Grant Morrison, coadiuvato alla sceneggiatura da Gotham Chopra e Sharad Devajaran, ci racconta il primo giorno della guerra che fa da tramonto all'era delle meraviglie del mondo.

18 Days, anteprima 02

I suoi eroi, da una parte e dall'altra degli schieramenti, sono parenti, figli, zii, cugini, maestri, come in un dramma shakespeariano. Sono guerrieri in grado di sconfiggere migliaia di soldati in poco tempo, esseri dalla forza straordinaria. Il tutto calato nell'epica della religione Induista. C'è infatti Krishna, tra le fila dell'esercito dei buoni principi che, sull'orlo del baratro, ancora combattono dalla parte giusta contro il loro malvagio cugino, il re. La storia è quella del Mahabharata, il più antico poema epico indiano, rivista con gli occhi dello sceneggiatore britannico e ritratta dalle matite di Jeevan Kang.

Il risultato, per quanto riguarda questo primo volume, è una divertentissima storia di dei e uomini, una brillantissima e colorata commedia di morte e di battaglia fatta di profezie oscure e di coraggio fuori scala, di odi e rancori secolari e di senso del dovere che travalica ogni remora, di armi dai nomi altisonanti infuse della magia e del potere del creato, di passioni e ambizioni che abbracciano l'universo. Il tutto in bocca a personaggi che Morrison rende esattamente come sono nei miti: schiacciati sui tratti che rappresentano, quasi bidimensionali nella loro natura di campioni di una o più caratteristiche umane portate al parossismo, diversi dall'umano perché molto più che uomini e quindi dritti come dei fusi a svolgere il ruolo che il fato gli ha assegnato.

18 Days, anteprima 0318 Days vol. 1 è divertentissimo proprio per questo. Morrison non racconta granché qui dentro, anche se quando lo fa adopera grande eleganza, ma gioca come un bambino con questi personaggi esagerati, li muove, seguendo il copione millenario del poema epico, come pedine di una scacchiera esattamente come farebbe un bravo narratore di giochi di ruolo, alternando con sapienza i momenti di racconto a quelli in cui bastano i nomi dell'arco magico di un eroe o della mazza in grado di distruggere soli e stelle di un altro a soddisfare le nostre anime, sotto sotto un po' tamarre, di lettori ammirati.

Non che la vicenda manchi, in questa prima raccolta della serie Graphic India edita da ManFont, ma certamente non è al centro dell'attenzione. Sotto i riflettori ci sono loro, gli eroi, i superguerrieri, i campioni di un'epoca ormai al lumicino.

Divertentissimo e affascinante, quindi, anche se per ora scarsamente valutabile. Quando sapremo se quest'opera è davvero all'altezza? Quando potremo leggere di più, ovviamente. Ma questo antipasto, perfettamente confezionato dalle matite pulite e precise di Kang, non ci è dispiaciuto affatto.

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