The Walking Dead 6x07, "Non Lasciare che Muoia": la recensione

Ecco la nostra recensione del settimo episodio della sesta stagione di The Walking Dead, intitolato "Non Lasciare che Muoia"

Condividi
Spoiler Alert
Et Voilà. Finalmente la tanto attesa puntata è arrivata. Glenn è vivo e vegeto e ovviamente il cassonetto è stato sempre l'indizio rilevante che avremmo tutti dovuto tenere a mente sin dall'inizio. Ce l'eravamo immaginata più o meno tutti così la scena: Glenn che sgattaoiola da sotto il corpo di Nicholas per poi rifugiarsi sotto al cassonetto. E anche questa volta l'ex ragazzo delle consegne della pizza è sopravvissuto e addirittura è stato così fortunato da incontrare Enid (scappata via nei primi episodi per puro atto di ribellione) che lo aiuta ad idratarsi tirandogli dall'alto, come se fosse un angelo, una bottiglietta d'acqua. Quest'ultima sarà anche essenziale perché farà da narratore delle puntate precedenti a Glenn, raccontandogli più o meno quello che si era perso dal giorno della sua scomparsa.Dopo un inizio bomba come questo, nei successivi trenta minuti succede di tutto, nel classico stile di The Walking Dead, cioè niente

Nel frattempo dopo un inizio bomba come questo, nei successivi trenta minuti succede di tutto, nel classico stile di The Walking Dead, cioè niente. C'è tensione grazie alla colonna sonora e grazie al fatto che non vediamo l'ora di vedere Glenn ritornare verso Maggie, la quale dall'alto delle torri di Alexandria ancora fiduciosa aspetta il suo ritorno. Si vede qualche spiraglio di serenità tra gli abitanti. Si fa anche interessante il personaggio di Tara mentre è più sconfortante e fuori luogo l'atteggiamento da cattivo ragazzo ottimista di Rick.

Non torna la sceneggiatura, forzata nel far agitare lo spettatore con un evento più stupido che altro come quello in cui Spencer cerca di aiutare gli altri distraendo gli erranti con una macchina. Il risultato? Il rischio di rimanere ucciso durante lo scavalcamento su una fune. Rick si arrabbia, Deanna lo ringrazia per aver salvato suo figlio e tutto torna nella normalità. Nel frattempo Ron sembra essere diventato lo sceriffo della città esperto nell'uso delle armi, nella progettazione di tattiche efficaci per la difesa, tutto questo solo per far innervosire Carl e inorgoglire un frustrato Rick.

Deanna a inizio puntata mostra la planimetria progettata con tanto amore nello scorso episodio, con l'obiettivo di espandere Alexandria. Nel frattempo Rick e gli altri fortificano le mura il più possibile e quello che torna sembra proprio essere quei pochi secondi che non tornavano alla fine dello scorso episodio: il sangue sulla barriera e quindi la possibilità di fare breccia da parte degli erranti. Nell'episodio vediamo Carol insospettirsi nei confronti di Morgan, il quale nasconde qualcosa all'interno di una cella. Ci farebbe piacere capire quale sarebbe il mistero per noi telespettatori che sappiamo tutto. Durante "Heads Up" siamo protagonisti, però, anche di qualche frase sensata e rassicurante in termini di qualità, come ad esempio quello che dice Rosita a Eugene: "morire è facile perché si spegne tutto in un secondo. La cosa più difficile è sopravvivere e vedere le persone intorno a te morire". Un chiaro modo per dire "devi darti da fare". E infatti è proprio questo il messaggio della puntata: dopo un po' di calma c'è sempre la tempesta. Rick a inizio episodio dice: "le mura sono ancora in piedi". L'episodio finisce che ogni cosa crolla giù. La serie funziona così, come la vita: ogni azione ha una conseguenza. Dopo la voglia di progettare un "piano di ripresa" c'è l'abisso. La scrittura di Channing Powell di questo episodio è decisamente forzata al solo scopo di arrivare agli ultimi tre secondi e questo lo ha capito bene il regista David Boyd, che ha saputo non dare peso e significato a nulla se non all'evento scatenante in attesa del midseason finale della prossima settimana.

Nel frattempo Glenn e Enid tornano insieme verso Alexandria con la speranza, la positività e con qualche palloncino verde con il fine segnalare a distanza la loro salvezza e presenza agli altri. E come al solito The Walking Dead rimane coerente: dopo un momento di gioia ce ne sono trecento di scongiura.

Continua a leggere su BadTaste