Torino 33 - Love & Peace, la recensione
Uno dei 5 film girati quest'anno da Sion Sono, Love & Peace, è uno strano esperimento di grottesco e ironia che rimarca con froza i grandi temi dell'autore
Detto in parole povere il film racconta di un impiegato derelitto, preso in giro da tutti, remissivo e insoddisfatto, un complessato che sogna di diventare una rock star dal suo appartamento e, trovata una tartarughina di mare, affida a lei i propri sogni. Questa si perderà, finirà nelle fogne e lì troverà una comunità di oggetti e animali perduti, resi parlanti da un barbone dotato di caramelle magiche. Per un errore a lei sarà data la caramella che fa avverare i desideri e non quella per parlare, così la vita del suo ormai ex padrone comincerà a cambiare.
Già Himizu aveva dimostrato la capacità di Sion Sono di sintetizzare in un’immagine la sofferenza umana e personale (due genitori che addobbano in salotto una ghigliottina come un albero di Natale, preparandola per il figlio) ora, sempre sfruttando il Natale manipola un genere popolare per rispondere alle medesime domande retoriche. Infatti in Love & Peace c’è uno straordinario paradosso natalizio che pare la pietra tombale su qualsiasi possibile serietà e invece rilascia sprazzi di dolcezza, una comunità di reietti comandata dal gatto Broncio, oggetti abbandonati che fanno festa di giorno ma di notte parlano nel sonno chiedendo tutti di essere ripresi dai propri padroni, esprimendo un desiderio collettivo insoddisfatto.