1408
Tratto da un racconto di Stephen King, 1408 soddisferà in pieno i fan dello scrittore e gli appassionati dei film horror intelligenti e pieni di suspense, stufi di sorbirsi gli ultimi trend da “torture porn”...
Recensione a cura di Darya Papazian
Titolo1408RegiaMikael HafstromCast
John Cusack, Samuel L. Jackson
Uscita23 novembre 2007Nulla di particolarmente nuovo, certi ormai ben noti temi cari a King sono presenti: il protagonista scrittore, l’albergo (in questo caso una stanza) che scatena la follia, scheletri nell’armadio che vengono letteralmente riesumati… Il tutto però è condotto con buon mestiere e una certa dose d’ironia dal regista di origini svedesi Mikael Håfström, che nella sua prima opera americana, il thriller Derailed, osò venderci Jennifer Aniston come una dark lady!
Con quel suo aspetto da eterno adolescente, la faccia pulita del bambinone con lo sguardo un po’ tra il sornione, il malinconico e il disilluso, Cusack incarna il perfetto Mike Enslin, scrittore di best-seller da supermercato, simili alla guida Michelin delle case o alberghi o fari ritenuti infestati o maledetti a causa di macabri fatti avvenuti in essi. Che siano fatti comprovati o leggende metropolitane non fa molta differenza per Enslin: lui non crede all’esistenza di una qualche forma di vita dopo la morte. Dunque non ne è per nulla spaventato. Sarà solo puro scetticismo o ci sarà anche qualche motivo, molto più personale e doloroso ad indurlo a cercare di smantellare in ogni modo ogni presunta manifestazione del sovrannaturale? E sarà forse questa sua sfrontata derisione del divino la causa che indurrà la macabra stanza 1408 (dove sono morte suicide e in altre circostanze sospette 56 persone) dell’Hotel Dolphin di New York a gettare il guanto di sfida per impartirgli una bella lezione? Neanche gli accorati tentativi di dissuasione da parte del direttore dell’hotel (Samuel L. Jackson, sempre effettivo ma qui in una piccola parte e non co-protagonista come ci vorrebbe far credere il poster…) che bollerà la stanza, messa per sempre sotto sigillo, come pura “fottuta stanza del Male” serviranno a fermare il cocciuto scrittore dal pernottarci una notte…
Il film sostanzialmente non presenta veri e propri momenti di autentico spavento, lo spettatore più scafato sarà certo in grado di prevedere l’80% di quello che avverrà: basta osservare com’è ammobiliata la camera per capire che, per esempio, certe tematiche dei quadri avranno un loro perché nel corso della “sfida”. C’è un grande uso di effetti visivi molto ben fatti tipo la scena della tempesta (a parte qualche ridicolo “fantasma” che più finto non si può, ma che fa anche tanto anni ’80!) che, per fortuna, sono usati tutti a servizio della storia e non cercano di sostituirsi a essa come purtroppo spesso avviene in molti prodotti puramente commerciali (esempio su tutti: La Mummia 2) , ma lo svolgimento degli eventi è piuttosto coinvolgente e c’è autentica curiosità di sapere come andrà a finire lo scontro tra Cusack e la stanza.
Forse l’unico momento veramente da brivido, in senso tutto positivo, è proprio nell’ultima scena del film. Il finale che è arrivato sui nostri schermi è decisamente più effettivo del finale della versione Director’s Cut che probabilmente verrà inserito come extra nel DVD e che per ora è stato visto solo negli Stati Uniti. Il film è molto piaciuto allo stesso Stephen King: segnale decisamente positivo considerando che lo scrittore non ha mai gradito la trasposizione di Shining da parte di Kubrick, considerato tra i film horror migliori di tutti i tempi!
In conclusione, il film soddisferà in pieno le aspettative dei fan di King e in generale gli appassionati dei film horror fatti con intelligenza e con un ritorno alla suspance pura, stufi di sorbirsi gli ultimi trend da “torture porn” come Hostel, Saw ecc. Sul tema dell’albergo come luogo di terrore e imprigionamento vi consigliamo due film recenti: Identità di Mangold con sempre Cusack come protagonista e Vacancy di Antal con Luke Wilson..