10.000 AC


10.000 AC è esattamente quello che ci si aspetta da Roland Emmerich: una megalomane e ridicola accozzaglia di sentimenti ed effetti speciali...

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Recensione a cura di Simone

Titolo10.000 AC
RegiaRoland Emmerich
CastCamilla Belle, Steven Strait, Cliff CurtisUscita14 marzo 2008
 


Con Roland Emmerich si va sempre sul sicuro: prima ancora di vedere un suo film si può già sapere che sarà la solita storia catastrofica e scontata fatta di sentimenti spiccioli, ma ricca di effettoni speciali.
Ed è esattamente ciò che ritroviamo anche in 10.000 AC: un film che non aggiunge nulla di nuovo al suo curriculum.

Stavolta il regista di Indipendence Day si confronta con il passato e le premessa sono più deliranti del solito: ricreare il mondo di 10.000 anni fa, con i suoi popoli, le sue creature feroci e i suoi spettacolari paesaggi. Senza pretese di verosimiglianza storica.
Se già questa piccola precisazione ci fa intuire che l'ambientazione preistorica non è altro che un pretesto per inserire i Mammuth al posto delle astronavi (giusto per variare un po'), è difficile essere pronti a ciò che vediamo.

Questa premessa si traduce in un'incredibile accozzaglia di tutto ciò che possa sembrare vagamente esotico e primitivo. Non è soltanto la realtà storica a non essere rispettata, ma la logica stessa. Perchè la tribù dev'essere costituita da esponenti di tutte le etnie immaginabili (ma il protagonista, tranquilli, è caucasico)? Com'è possibile che i protagonisti attraversino nel giro di mezz'ora dieci ecosistemi differenti, passando tranquillamente dalla foresta pluviale alle dune del deserto? Perchè i cattivi sono così imbecilli? Sono soltanto alcuni degli interrogativi che ci si pongono durante il film, ma "per fortuna" la mancanza di senso viene mascherata dalla presenza di un'aura di misticismo, che vorrebbe conferire alla pellicola un'impronta fantasy (ma dove??). 

Fingendo quindi che questa non sia una delle peggiori scuse mai inventate per coprire la carenza di logica, proviamo a goderci il film. La prima mezz'ora funziona discretamente: certo, le dinamiche fra i personaggi sono banalissime, i protagonisti sono due modelli di Glamour con la parrucca rasta e ci viene propinato uno dei personaggi femminili più inutili e passivi della storia, ma almeno i Mammuth non sono male e la vicenda è abbastanza avvincente. Man mano che la trama prosegue però il coinvolgimento comincia a scemare, grazie ad alcune trovate ridicole: gli struzzi assassini nella foresta amazzonica non possono che lasciare perplessi, sia per le loro fattezze che per l'evidente scopiazzatura dei velociraptor di Jurassic Park (evidentemente a Emmerich non bastava averli già copiati già in Godzilla).
Ma il colpo di grazia arriva all'improvviso quando il protagonista cade in una buca: una buca dalla quale il film non si risolleva più. Nella fossa ha luogo infatti la scena più idiota di tutto il film, con una battuta davvero memorabile, che ci fa abbandonare qualsiasi tentativo di prendere sul serio ciò che stiamo vedendo. E' impossibile: d'ora in avanti ogni avvenimento drammatico sarà salutato da risate più o meno sommesse in sala.

Rimanendo in tema di scopiazzature poi è impossibile non segnalare altri incredibili déjà vu. Passi Il Signore degli Anelli che ormai ha dettato nuove regole per i film epici, passi anche Apocalypto, ma nell'ultima parte del film Emmerich ha deciso di riciclare una sua vecchia pellicola e ci ritroviamo a guardare Stargate. Penso in particolare alla figura del Dio, che sarebbe anche affascinante se non fosse la copia del Ra di Stargate (oltretutto qui non c'è Jaye Davidson a rendere il personaggio interessante).

Possiamo consolarci come al solito con gli effetti speciali, ma ormai non li si può considerare più una novità e oltretutto sono accompagnati da una fotografia pessima, che grazie ai discreti filtri colorati fa sembrare tutto più finto di Star Wars: Episodio I.
Mettiamola giù in questo modo: per lo meno, 10.000 AC scorre per quasi due ore senza annoiare, ed è già qualcosa (i 99 minuti del Poseidon di Wolfgang Petersenmi sono sembrati molto più lunghi...). Quando anche non si è presi dalla trama, ci si può divertire ridendo delle incongruenze!
 

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