Tomorrowland, la recensione

Tomorrowland è un kolossal sci-fi quasi incomprensibile. La seconda regia live di Brad Bird è un confuso popcorn movie con George Clooney e Britt Robertson

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Lui era un bambino prodigio - con padre insensibile - che all'Esposizione Universale di New York del 1964 portò un jetpack di sua invenzione entusiasmando un bambina compunta sosia di Audrey Hepburn al punto da sceglierlo per entrare nel regno dei sapientoni, anche detto Tomorrowland (una sorta di Repubblica platonica dove per abitarci devi essere un genio).

Lui si chiama Frank.

Invecchierà male e diventerà un solitario burbero chiuso in una casa fortino - con tanto di ologramma di cane da guardia e fantascientifici sistemi di difesa - che sarebbe divertente immaginare nel momento dell'allestimento casalingo (ha fatto tutto Frank o ha chiamato degli operai iperspecializzati?).

Lei è un'adolescente prodigio (ma solo perché alza sempre la mano a tutte le lezioni ammorbando i prof?) con padre ipersensibile e fratellino sagace che vorrebbe impedire lo smantellamento dalla rampa di lancio di Cape Canaveral dove il babbo effettua delle riparazioni di tanto in tanto. La bambina compunta sosia di Audrey Hepburn si interesserà anche a lei. Forse vuole portarla a Tomorrowland.

Stranissima "bestia" questa seconda pellicola live action infarcita di effetti speciali

Lei si chiama Casey.

Ovviamente i destini di Frank e Casey si incroceranno grazie a quella ragazzina particolare e ovviamente entrambi saranno chiamati a capire sia come tornare a Tomorrowland che come poterci vivere per sempre. E forse... dovranno anche salvare il Mondo da una distruzione pare imminente.

Stranissima "bestia" questa seconda pellicola live action infarcita di effetti speciali diretta, dopo il buon risultato di Mission: Impossible - Protocollo fantasma (2011), da quel geniale Brad Bird che ci regalò capolavori animati Pixar come Gli Incredibili (2004) e Ratatouille (2007). Ispirato fin dal titolo alla famosa zona tematica dei parchi Disney, Tomorrowland è una action comedy fantascientifica con strambi punti di contatto con Interstellar (confronto generazionale tra geni; ottimismo della volontà contro pessimismo della ragione) e Watchmen (c'è qualcuno che raduna delle eccellenze in un luogo segreto) in cui l'apporto di Damon Lindelof alla sceneggiatura è purtroppo foriero di quello che uno poteva temere dallo scriba di Lost: enigmi le cui soluzioni o non si capiscono o, se si capiscono, risultano terribilmente più stupide rispetto a quanto gli enigmi avessero fatto intendere.

Ci sono tantissimi inseguimenti e sparatorie con il tono che passa con molta naturalezza dal battibecco screwball comedy tra Frank e Casey a scontri a fuoco efferati in cui entrambi potrebbero morire da un momento all'altro. Questo mix di toni non risulta per niente naturale.

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E Tomorrowland? Si vede poco e male. Piena di fontane, piscine, shuttle, giornali digitali, archi bianchi, genitori che salutano i figli studenti ("Saremo solo a 20 anni luce di distanza"), tante piscine sospese nel vuoto divertenti da attraversare tuffandoti da una vasca all'altra. Sembra un incrocio tra la nostra Sydney in Australia e la Xandar capitale dell'impero Nova di Guardiani della Galassia. Più che altro... quali sono le gerarchie politiche e come si vive lì? Mistero.

Attori? George Clooney è un Frank piuttosto rigido e impiegatizio (nel senso che non sembra divertirsi come ai tempi di Gravity) mentre la Casey di Britt Robertson (impressionante incrocio tra Brit Marling e Juno Temple) fa le facce stravolte strabuzzando gli occhi per quasi tutti i 130 minuti della pellicola.

Pensavamo fosse difficile confezionare un popcorn movie più complicato di Interstellar. Lindelof e Bird ci sono riusciti con l'aggravante che Tomorrowland, in teoria, dovrebbe essere un kolossal Disney assai più accessibile rispetto alla fantascienza adulta di Cristopher Nolan.

L'invenzione più bella del film? La piccola Raffey Cassidy nel ruolo della piccola misteriosa reclutatrice.

La scoperta più brutta? Un finale... anche più irritante di quello di Lost.

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