Smetto Quando Voglio - Masterclass, la recensione
Il sequel di Smetto Quando Voglio centra l'action comedy anni '80, lancia una saga con una coerenza comica e d'azione che commuovono
Con un po’ meno di commedia rispetto al precedente (ma tutta compressa in determinati momenti esilaranti) e molta più azione, stavolta la banda è assoldata dalla polizia per agire al di fuori della legge, trovare le smart drugs sconosciute e quindi ancora legali, sequestrarle, capirne la composizione e passarle a loro così che le possano inserire nell’elenco di quelle illegali. Si armano, si strutturano, prendono nuovi membri (un medico mai specializzato che fa combattimenti illegali in Thailandia, un ingegnere che vende armi in Laos) ed entrano in azione.
E qui sta ciò che stupisce davvero del film di Sydney Sibilia (scritto stavolta con Luigi Di Capua e Francesca Manieri), la capacità di fare un’action comedy che (fatto totalmente inedito nel nostro paese) sposti il baricentro verso l’action, scegliendo di trascurare un po’ la parte comedy. Un passaggio epocale, soprattutto per come è riuscito.
Non tutto è immacolato ma se l’inseguimento in auto ha un che di kitsch (per fortuna però in quel caso la vera azione è dentro il furgone), c’è un grande assalto al treno in cui ritmo, battute, sorpresa e inventiva raggiungono lo zenit più alto del film, e tutto a partire dai caratteri. Invece che appoggiarsi alla forza delle singole scene (la velocità di un assalto, il divertimento di un equivoco, il paradosso del reclutamento, l’assurdità delle professioni), Smetto Quando Voglio - Masterclass sceglie sempre di partire dalla propria idea centrale, il nucleo originale ed unico della serie, cioè l’unione che è presente in ogni suo personaggio tra una grande preparazione, una grande intelligenza e una scarsa visione di mondo. Questo contrasto è la maniera attraverso la quale Smetto Quando Voglio presenta il proprio universo e racconta ogni scena, anche quelle d’azione, tutto con una coerenza comica che è la regola nel cinema d’azione e intrattenimento migliore ma che suona innovativa qui, in un paese in cui l’evoluzione del genere si è fermata agli anni ‘70.