Zerocalcare sull'evento gigantesco di presentazione della sua nuova serie, la recitazione e l'accoglienza

Nella nostra intervista a Zerocalcare per la presentazione della sua serie ci parla del ruolo che pensa di avere, del successo e delle vocine

Critico e giornalista cinematografico


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La sera prima del lancio di Questo mondo non mi renderà cattivo (qui la recensione) Netflix ha organizzato una grande festa per il lancio all’ex mattatoio di Roma in uno spazio grandissimo in cui solitamente ci sono i concerti, palchi e stand su una superficie vastissima. Siamo stati lì durante il giorno per le interviste, abbiamo visto gli spazi e poi a sera sono arrivate le foto di quegli stessi spazi pieni di persone venute per il lancio della serie. Un’adunata di massa mai vista per un fumettista ma anche raramente vista per un film o una serie. Qualcosa con pochissimi precedenti per frequentazione, quantità di persone e celebrazione di un universo narrativo, quello di Zerocalcare

Pochi giorni dopo abbiamo parlato con Michele Rech (vero nome di Zerocalcare) al telefono ed è stato impossibile non partire da quello, da quella eccezionale serata con una quantità di persone difficile da prevedere.

Sono rimasto davvero stupito dal numero di persone che ha attirato quell’evento. Ti era mai capitato qualcosa di paragonabile?

“No, non mi era mai capitato. Sto continuando a interrogarmi tantissimo su sta cosa, è gigantesca e non capisco come sia successo. Se faccio una presentazione non vengono 8mila persone. Lo ascrivo al potere di Netflix, altrimenti non so spiegarmelo”.

Ma una presentazione di un fumetto è un conto, una grande festa con musica un altro…

“Si ma non è che una presentazione con concerto non si sia mai fatta, non è che Giancane non l’abbia mai fatta. E se Giancane fa un live con presentazione non vengono quelle persone, fatico a capire come sia successo davvero”.

Chiaramente sapevi che sarebbe stata una cosa così grossa…

“La dimensione dell’evento davvero l’ho capita quando ho visto il palco. Io mi sono battuto per non farlo in tutti i modi, ero convinto che sarebbe stata una merda, cheap e che sarebbero venute 400 persone in un piazzale grosso e che quindi sarebbero sembrate 20. Ero convinto che sarebbe stato umiliante per tutti e ho anche usato i miei social per dissuadere la gente dal venire. Fino a sera io ero convinto che sarebbe stata la debacle più totale”.

C’erano anche le attrazioni, sembrava Zerocalcarelandia!

“Anche quella è una roba su cui mi sono battuto per non farla, perché per fare i parchi a tema servono anni, vanno proprio scritti bene e fatti con intelligenza. Non si può improvvisare a cazzo. Invece devo dire che c’è stato uno sforzo grande di tutti per realizzare la cosa migliore possibile. Alla fine era tutto fatto molto bene e nemmeno imbarazzante!”

Quando ti intervistai per Strappare lungo i bordi mi dicesti che ti aspettavi che tutto questo successo potesse finire da un giorno all’altro, dopo quell’evento di massa possiamo dire che non finirà da un giorno all’altro?

“Penso che possa finire proprio ora, forse è già finito. Credo che quell’esperienza lì al mattatoio sia stata unica, mi pare che la gente si sia divertita e la visione collettiva abbia dato qualcosa in più, tra tante persone che ridono tutto ti prende meglio. Poi non lo so se finito l’evento siano andati a casa e abbiano odiato tutto il resto della serie”.

Raccontare chi la pensa diversamente

Nella serie volevi anche parlare della tua posizione strana, ora che sei noto e vieni invitato in televisione, riguardo questioni su cui hai una chiara posizione?

“Immagino che se vedi 100 volte Zerocalcare che si esprime su qualcosa, poi tendi a pensare che io voglia mettere la bocca su tutto, fare come i 99 posse, allora volevo spiegare che non è che uno ha necessariamente sta gran voglia di esporsi, ma la vita di tutti noi è fatta di equilibri e rapporti umani che ogni tanto ti portano a schierarti e parlare oppure non parlare. Ogni volta però potrebbe anche avere un impatto negativo sulla tua immagine, perché sembri quello che parla di politica sempre e perdi lettori. Ecco con questa serie magari se domani arrestano i miei amici e devo fare una dichiarazione, la gente potrebbe anche non pensare che sono solo uno che vuole dire la sua su tutto e chiedersi perché lo stia facendo. Io in realtà volevo parlare di rapporti di amicizia però sì, c’è anche questo mettere i puntini sulle i”.

Spesso nei tuoi fumetti fai parlare persone che la pensano come te, qui cerchi di rendere nella maniera più obiettiva le ragioni di chi non la pensa come te. Non è facile farsi interprete del pensiero di qualcuno con cui non concordi…

“Considera innanzitutto che io mi leggo molti libri di nazisti, perché mi interessano, ma oltre a questo abito in una città in cui quel tipo di posizioni sono molto diffuse, sono cresciuto in un quartiere in cui la gente pensa quelle cose e lo sento tante volte al bar o dai miei amici di infanzia. Conoscendo la vita di queste persone riesco a capire bene quale sia la traiettoria e quali siano i sentimenti che li portano lì, non parlo chiaramente dei militanti politici che speculano su quella roba per tornaconto elettorale, per quelli non ho empatia, ma le persone che invece nell’attraversare momenti di difficoltà finiscono di dare retta a quella retorica le conosco”.

Il doppiaggio

Mi pare che reciti molto meglio stavolta! Hai preso lezioni di recitazione?

“Ma che lezioni di recitazione! Se le avessi fatte avrei recitato molto meglio. Credo che l’unica cosa ad essere cambiata sia il fatto che non ero più inibito come prima. Quando registrai il doppiaggio di Strappare lungo i bordi era la prima volta che facevo le vocette davanti alle persone e non dentro casa, da solo. Il fatto di avere i tecnici, Scorza e gli altri a guardarmi e sentirmi mi inibiva. Questa cosa però ora l’ho assorbita e mi vergogno di meno. Solo quando mi risento”.

Ti vergognavi ma eri tu ad aver deciso di doppiare tutti i personaggi!

“Era il meno peggio. Abbiamo una supercultura del doppiaggio che funziona molto bene per i codici a cui siamo abituati ma non per la roba mia. Quando ho provato a far doppiare a doppiatori la roba mia sembrava falsa. Quindi alla fine ho l’impressione che funzioni meglio una cosa non recitata benissimo che ha una serie di limiti di calore e di dizione, però almeno è molto precisa nell’intenzione”.

Stavolta però ci sono più voci che non sono la tua, ti suonano false anche quelle?

“Sono stato 10 ore a dirgli di non parlare come l’ispettore Callaghan, gli dicevo ‘Ma perché se parliamo alla macchinetta del caffè si Tor Marancia e al microfono invece pari Callaghan?’. È stato complicato, alcuni si sono divertiti a farlo. Paolo Vivio, che fa Secco, dice che nessuno prima gli aveva mai detto: ‘Parla peggio, non si deve capire. Peggio!’ si è divertito e soprattutto somiglia al mio Secco, nel complesso però è stato molto faticos, perché a persone che hanno una professionalità gli devi dire: ‘Smonta tutto devi farla come uno che non è bravo a parlare’”.

Ma invece la partecipazione di Silvio Orlando, così marginale, è stranissima, come è arrivata?

“Random, come tutto. Stavo andando a Milano con l’editore e l’abbiamo incontrato sul treno, siccome lo conoscevo un pochino mi ha fatto i complimenti per Strappare e Michele Foschini gli ha chiesto se un giorno gli sarebbe andato di doppiare un personaggio. Lui ha detto di sì, non so se per cortesia o no, a quel punto quando c’è stata l’occasione l’ho chiamato e gli ho detto che se non gli andava poteva pure non rispondere al telefono altrimenti poteva venire. Il personaggio è stato riscritto quando lui ha detto di sì, almeno alcune battute l'abbiamo riscritte su di lui perché mi faceva ridere farle dire proprio a lui”.

A lui hai dato indicazioni? 

“No figurati. Volevo fosse proprio lui”

Invece Mastandrea è sempre più a suo agio con l’Armadillo e mi sembra che nel doppiaggio usi toni che non usa mai nella recitazione dal vero…

“Me lo stai facendo notare tu, ed  effettivamente è vero. Credo che si sia un po’ lasciato andare anche lui, l’altra volta pure per lui era la prima volta a doppiare e magari c’aveva un po’ più di dubbi, era fuori dalla sua comfort zone. Ora penso si sia sentito di lasciarsi un po’ andare. Lui come al solito non vede niente e non sa niente, guarda la scenetta, la proviamo insieme e cambia le cose, cambia intenzioni, aggiunge e ci mette il suo. Fa come cazzo gli pare sempre, stavolta gli andava di più forse”.

Fai doppiare tutti prima come gli americani o dopo come i nostri adattamenti?

“Doppiano ad un punto intermedio, sulla base del videoboard. Devono comunque stare nei tempi ma hanno un po’ di margine per allungare un frame, fare una pausa, allungare una battuta…”.

L'accoglienza di Questo mondo non mi renderà cattivo

Come pensi sarà accolta questa serie?

“Ho passato la notte a leggermi i commenti di chi mi ha scritto e ho un’idea più o meno del conversato di chi ci teneva a farmi sapere l’opinione. Solo che di Strappare lungo i bordi poi la gente ha parlato anche autonomamente, anche chi non sapeva chi fossi. Se ne parlava su Tik Tok e c’erano i meme, stavolta non credo che sarà un successo di quel tipo”.

Che dicono i commenti che hai letto?

“Per Strappare lungo i bordi avevo capito che c’era una certa emotività verso il finale, molti dicevano ‘Ho pianto alla fine’, ora è diverso, probabilmente la parte che emotivamente colpisce è la puntata 4 con lo sbrocco di Sara. C’è chi dice meglio dell’altra, chi dice è meglio la prima e chi dice bella ma senza enfasi”. 

Trovate tutte le notizie sulla serie nella nostra scheda.

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