Wilder Wednesday, I Gallagher: intervista a Tommaso Vitiello e Giovanni Preziosi

Abbiamo intervistato per voi Tommaso Vitiello e Giovanni Preziosi, gli autori de I Gallagher!

Caporedattore, ex grafico e illustratore, appassionato di tutto ciò che è narrazione per immagini.


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Anticipata da un trailer diffuso qualche giorno fa e dall'annuncio dello scorso dicembre, nella giornata di ieri ha debuttato una nuova miniserie su Wilder, la piattaforma di webcomic gratuiti e indipendenti fondata da Jacopo Paliaga e French Carlomagno. Stiamo parlando de I Gallagher, una storia in quattro parti di azione, mistero e improbabili super eroi creata da Tommaso Vitiello (Djungle), Giovanni Preziosi (anche noto come Geziosi Prevanni) e Michele Monte (alias Myk).

Potete leggere il primo capitolo CLICCANDO QUI, mentre di seguito trovate la nostra chiacchierata con lo sceneggiatore e il disegnatore del progetto.

Ciao, ragazzi, e benvenuti su BadComics.it!
Abbiamo letto con interesse il primo capitolo de "I Gallagher", notando alcune influenze piuttosto riconoscibili (su tutte, “Umbrella Academy”), quindi la domanda sorge spontanea: com’è nata l’idea della serie?

i Gallagher

Vitiello - Oddio! La domanda da un milione di dollari! Come nasce un'idea? Beh, credo che i Gallagher, come tutti i progetti, siano nati con il tempo. Una serie di idee che lentamente si sono sovrapposte e si sono amalgamate tra di loro. Non ricordo (ne credo ci sia stato) un momento preciso in cui i Gallagher si sono materializzati completamente nel mio cervello.

Sicuramente, "Umbrella Academy" di Gerard Way ha influito tantissimo, ma non solo: all'interno de "I Gallagher" ci sono gli X-Men di Claremont e la Doom Patrol di Morrison, c'è JoJo di Araki, ci sono i Super Sons di Tomasi e Visione di King, c'è "Black Hammer" di Lemire, i Fantastici Quattro di Byrne e probabilmente ci sono tante altre serie supereroistiche talmente mischiate tra di loro da essere diventate indistinguibili nella mia immaginazione.

Ma non solo, ci sono "I Tenenbaum" di Wes Anderson, ci sono "Gli Incredibili" di Bird e "Little Miss Sunshine" di Arndt, "La Famiglia Addams" e ancora molto altro. E sicuramente c'è un casino di musica, tutta quella che ascoltavo mentre li scrivevo e che, volente o nolente, è finita all'interno delle tavole, dai nomi dei personaggi alle vicende. Sfido i lettori a trovare tutte le citazioni nascoste all'interno del fumetto.

La verità è che i Gallagher, con il tempo e con la scrittura, sono diventati il mio tentativo di omaggiare tutto quello che dal 1938, con l'uscita del primo numero di "Action Comics", ad oggi ha riempito la mia immaginazione e quella di milioni di persone su tutto il globo.

Preziosi - Ciao, e grazie per l'ospitalità! Io sono stato inserito nel progetto in corso d'opera, quando, in una calda estate d'agosto dello scorso anno, il buon Michele Monte, che conoscevo da tempo, mi chiese se mi andasse di partecipare al progetto, sostituendo come disegnatore Luca Albanese, che aveva dovuto abbandonarlo. Quindi non posso dire di essere una delle menti dietro a "I Gallagher", ma sono il braccio, sia in senso metaforico che letterale.

I Gallagher parla di una famiglia traballante e problematica come molte altre, riunita dopo parecchio tempo a causa di un funerale. Cosa vi ha spinti a trattare questa tematica?

I Gallagher, anteprima 01

Vitiello - Credo che tutte le famiglie siano un po' traballanti, più che altro perché sono composte da singoli individui che più di una volta sono costretti nella loro vita ad agire come una comunità, volente o nolente. E anche se nelle famiglie abbondano i momenti di felicità e di sorriso, ogni tanto qualche angolo buio spunta fuori, come lo zio a cui ci si era promessi di non parlare più ma che ritorna prepotentemente chiedendo un posto dove dormire.

Quindi ho pensato: anche i super eroi sono persone; molto spesso vediamo soltanto il lato eccezionale, eroico, ma anche l'incredibile Giulio Cesare aveva dei seri problemi in famiglia (Quoque tu, Brute, filii mii). Mi piaceva descrivere quel lato buio, quello che non vediamo spesso, quello che viene accennato ma mai approfondito: il lato umano appunto.

Vonnegut, nelle sue otto regole per un racconto, dice che un autore deve essere sadico verso i suoi protagonisti. E quale modo migliore di essere veramente cattivo se non mettere un gruppo di fratelli davanti alla morte di un genitore e vedere come reagiscono?

Preziosi - Come già detto, io mi sono accodato quando la storia era ben più che in forma embrionale, quindi non posso dire di aver fatto parte della sua creazione. Posso solo dire di essere stato felice di essere al lavoro (mentre scrivo sono a metà dell'opera) su qualcosa che tratti una tematica così delicata, e che ho cercato, a mio modo, soprattutto nelle parti in cui ci sono interazioni "burrascose" fra i personaggi, di rendere palpabile - con l'espressività dei personaggi e il taglio delle inquadrature - la tensione che intercorre in un nucleo familiare instabile.

Giovanni, parlando del design dei personaggi e, più in generale, dello stile della serie, quanta libertà hai avuto in fase creativa e quanto hai seguito le indicazioni di Tommaso?

Preziosi - Per quanto riguarda il design, il mio compito è stato riadattare nel mio stile i personaggi già disegnati da Luca Albanese, cosa che si è dimostrata non proprio semplice, vista la differenza che c'è tra i nostri stili. Il fatto che la storia avesse una tematica di fondo così profonda, inoltre, ha fatto sì che dovessi modificare il mio stesso stile, che di base è molto cartoony, dandogli un tocco un po' più realistico.

Per quanto riguarda le tavole, invece, Tommaso è stato molto accondiscendente nei miei confronti. Lui sa che sono un grande fan dello storytelling e che mi piace, soprattutto nei momenti salienti della storia, dare maggior respiro e rallentare il tempo narrativo. Ciò ha fatto sì che in alcune pagine ci siano spesso due, tre o a volte quattro vignette in più, rispetto a quanto richiesto dalla sceneggiatura. In questo caso Tommaso si è dimostrato lo sceneggiatore ideale per me.

I Gallagher, anteprima 03

Perché avete scelto di pubblicare "I Gallagher" online e gratuitamente?

Vitiello - Non è tanto perché abbiamo scelto di pubblicare online, ma perché abbiamo scelto di pubblicare con Wilder. Seguo il progetto di Jacopo e French fin dai suoi albori e ho trovato la loro linea “editoriale” decisamente più innovativa di molte case editrici che usano la carta stampata. Azione e sentimento, passato e futuro, amore e ragione si fondono nel roster di Wilder. Jacopo e French sono riusciti (con tutti i loro collaboratori) a creare una realtà che, seppure digitale e gratuita, rivaleggia con quelle delle più grandi case editrici.

Tommaso, cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi capitoli?

I Gallagher, anteprima 02Vitiello - Divinità interdimensionali. Streghe casalinghe. Furfanti di opere d'arte. Alieni e pericoli dal profondo dello spazio. Però mi raccomando: non è una storia di super eroi.

Un'ultima cosa, prima di chiudere questa intervista. Mi piace sempre ringraziare tutti quelli che hanno collaborato e mi hanno aiutato a chiudere questo progetto. Se un fumetto è figlio degli autori, allora io sono la madre e Luca Albanese è il padre. Come diceva Giovanni, la prima impronta grafica è stata, appunto, del buon Albanese che poi non ha potuto più continuare il progetto.

Michele Monte invece è lo zio che risolve i problemi, una sorta di Mr. Wolf ammanicato in tutto il fumettomondo. Non solo è il colorista de "I Gallagher", ma è anche colui che mi ha dato una mano quando mi venivano i dubbi su alcuni punti della storia. Non c'è bisogno che citi ancora Giovanni, anche perché in questo folle viaggio, che non è ancora finito, avrà molto tempo per potermi maledire.

Ovviamente voglio ringraziare French e Jacopo per aver creduto nel progetto, per aver dato il loro avallo e il loro supporto in tutte le fasi della creazione. E, ovviamente, ringrazio tutta la redazione di BadComics.it per averci dato questo piccolo ma importante spazio.

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