Wilder Wednesday, Helikon: intervista ad Alessandro Regaldo di Grey Ladder
Alessandro Regaldo di Grey Ladder ci parla di Helikon, la webserie nata in collaborazione con Wilder
Caporedattore, ex grafico e illustratore, appassionato di tutto ciò che è narrazione per immagini.
Si tratta di un progetto crossmediale sostenuto da Film Commission Torino Piemonte e Regione Piemonte, co-prodotto insieme a Dimago, in associazione con Adrama, Karma Communication, Michele Azzarito e Luca Brunetti, e in collaborazione con Wilder.
Abbiamo posto qualche domanda a Regaldo per capire com'è nato Helikon:
Ciao, Alessandro, e benvenuto su BadComics.it!
L’idea di una webserie in live action affiancata da un webcomic è sicuramente molto intrigante: com’è nato il progetto crossmediale "Helikon"?"Helikon" nasce come divertissement metanarrativo, un omaggio più o meno velato ad alcune pellicole di culto come "Il Seme della Follia", "Fuoco Cammina con Me" e "Allucinazione Perversa", rivisitate in un moderno formato digitale da dieci minuti a episodio. Una serie per il web che tenta però di emanciparsi dall’idea che il pubblico ha di una narrazione “da web”: pur profondamente consapevoli del target di riferimento “di nicchia” e della tipologia indie della produzione, abbiamo voluto guardare ai modelli virtuosi della serialità televisiva high-end, con i piani temporali che si intrecciano come in "True Detective" o "Hill House" e la commistione tra neo-noir e fantastico di "American Gods".
Una piccola scommessa narrativa molto “meta”, che però non vuole fingersi più intelligente di quanto sia realmente: "Helikon" è un gioco, un pastiche di Letteratura, Cinema e serialità che speriamo possa intrattenere chi, come noi, è cresciuto leggendo Lovecraft, Gaiman e guardando "Angel Heart".Data la sua natura ludica, i numerosi prestiti dalla Nona Arte e la sua naturale predisposizione a riflettere sul medium del racconto, sul “come” piuttosto che sul “cosa”, l’idea di accompagnare alle puntate di "Helikon" un’antologia di quattro webcomic autoconclusivi che ne esplorassero le tematiche in maniera inedita e sorprendente è venuta un po’ da sé. E per “un po’ da sé” intendo dire che è frutto del genio di Jacopo Paliaga, a cui ci siamo subito rivolti per espandere il concept della webserie in un fumetto digitale.
Il primo timido passo nel mondo narrativo di "Helikon" è stato un cortometraggio dal titolo "Incipit", poi ora siamo giunti a una prima stagione pilota di quattro episodi, a cui si aggiungono i quattro capitoli a fumetti realizzati con Wilder, un blog di racconti a firma dello scrittore protagonista della serie, quattro mini-episodi web di una finta trasmissione sulla falsariga de "Ai Confini della Realtà" e il videoclip del brano che funge da sigla della webserie, composto e cantato dal regista stesso di "Helikon", Taiyo Yamanouchi.
Abbiamo voluto sperimentare un po’ con i media, i formati e le “arti” in senso generale: ad esempio, i titoli di coda di ogni episodio della “serie madre” sono episodi dentro l’episodio che, puntata dopo puntata, raccontano una piccola storia convergente a quella principale, un po’ come le scene dopo i titoli di coda dei cinecomic, ma durante i titoli di coda. La dimensione digitale e la natura indipendente del progetto ci ha consentito di immaginare un piccolo universo espanso, ricco di possibilità espressive.
Di cosa parla la serie?
La trama di "Helikon" è molto semplice, banale persino: la fidanzata del protagonista, un giovane scrittore sulla cresta dell’onda, viene rapita dal suo appartamento e sparisce senza lasciare traccia. Il principale sospettato è proprio il protagonista, il cui temperamento violento, oltre che i recenti problemi di coppia, sono suo malgrado di dominio pubblico.
I quattro episodi che formano la prima stagione hanno come cornice narrativa l’interrogatorio del protagonista e si concentrano, nei flashback, sulla notte in cui lo scrittore e la ragazza si sono incontrati per la prima volta.
Di cosa parla "Helikon"? Parla del rapporto tra Arte e artista, tra ispirazione e creazione, tra creatore e creatura. In più, ci sono allucinazioni, poteri sovrannaturali e una misteriosa cospirazione millenaria.
Qual è il tuo ruolo nello sviluppo di "Helikon" e all’interno dell’intero progetto?
Ho affiancato il regista Taiyo Yamanouchi nell’ideazione del concept di "Helikon", poi con la società in cui opero ho supervisionato alla fase di scrittura, partecipato al fund raising della serie e coordinato la finalizzazione delle puntate, occupandomi, però, principalmente della gestione del progetto a livello di crossmedialità.
La serie è stata co-prodotta da Grey Ladder Productions e Dimago, in associazione con Adrama, Karma Communication e i produttori Michele Azzarito e Luca Brunetti, con il fondamentale sostegno del bando Under 35 Digital promosso da Regione Piemonte e Film Commission Torino Piemonte: se tutte queste realtà si sono associate per produrre una serie web su scrittori tormentati, entità sovrannaturali e circoli occulti è, di fatto, un po’ colpa mia.
Come mai hai deciso di produrre un fumetto in aggiunta alla serie in live action?
Sarò telegrafico: sono un avido lettore di fumetti, ho una stima incrollabile nei confronti di Jacopo Paliaga come autore e sceneggiatore, e fin dal suo concepimento ho immaginato che le tematiche e la “mitologia” di "Helikon" dovessero trovare una loro incarnazione “grafica” in un fumetto. Molto semplice.
Dopo "Dharma", questo è il secondo progetto che vede coinvolti Wilder e Grey Ladder: c’è qualcos’altro all’orizzonte?
Abbiamo immaginato di concludere un’ideale trilogia crossmediale con un terzo progetto ex-novo, magari per il prossimo anno.
Il 27 febbraio 2019, invece, a un anno esatto dalla pubblicazione del primo capitolo di "Dharma", riveleremo il futuro del mystery extra-dimensionale con le versioni a fumetti di padre e figlio Yamanouchi (il primo è il villain di "The Wolverine", il secondo il regista di "Helikon"): la storia di "Dharma" non è ancora finita.