Wilder Wednesday: Dario Sicchio ci parla del secondo atto di Black Rock!

Abbiamo intervistato per voi Dario Sicchio, che ci ha parlato del secondo atto di Black Rock!

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La nostra rubrica Wilder Wednesday fa di nuovo capolino in occasione dell'avvento su Wilder - etichetta indipendente di webcomics gratuiti fondata da Jacopo Paliaga e French Carlomagno - del secondo atto di Black Rock, l'apprezzata serie a fumetti firmata da Dario Sicchio, Jacopo Vanni e Francesco Segala.

Abbiamo intervistato per voi lo sceneggiatore di Walter dice: e Chiodotorto per parlare delle novità che attendono i lettori del titolo Wilder.

Ciao, Dario e bentornato su BadComics.it!

Ciao a voi e grazie mille per essere tornati con noi nel Villaggio!

"Black Rock" è tornato con il suo secondo atto: cosa devono aspettarsi i lettori da questo nuovo e apparentemente ultimo capitolo della serie? 

Il secondo atto di "Black Rock" è la conclusione di questo arco narrativo. I molti misteri che si celano dietro al Villaggio, al Guardiano e al Capo verranno svelati e sapremo molto di più su ciò che dimora al di là del Cerchio di Cenere. Le ultime cinque puntate saranno caratterizzate da una struttura narrativa meno lineare, con più flashback che ci porteranno nel passato del Villaggio. La storia si farà sempre più drammatica. Ma soprattutto, possiamo assicurarvi che rivedrete le Montagne Nere... stavolta molto, MOLTO da vicino.

Guardando indietro al primo atto, come valuti la risposta dei lettori nei confronti di "Black Rock"?

Siamo davvero molto soddisfatti. Anzi, doppiamente soddisfatti, perché è stato un ottimo risultato anche per Wilder come progetto in generale. Era un fumetto rischioso da fare sul web e lo è ancora: è lungo, bizzarro e in più ha un taglio mystery, per cui mette il lettore nella posizione di dover fare spesso molti collegamenti fra eventi anche piuttosto distanti fra loro. Il che va completamente in controtendenza rispetto allo stereotipo della gestione dei contenuti sul web, che presuppone un'attenzione bassa da parte dell'utenza e la necessità di un tempo di fruizione quanto più possibile basso.

Invece i lettori sono arrivati numerosi, sono cresciuti di episodio in episodio e hanno dimostrato di apprezzare la serie, così come le altre del progetto Wilder. Insomma, sì, le nostre corolle da pavoni si sono dispiegate a dismisura.

Quali sono state, se ci sono state, le tue principali fonti d’ispirazione per la realizzazione di "Black Rock"?

Black Rock, secondo attoNon saprei dire. Ogni tanto mi sembra che ci sia un'eccessiva frenesia di riconoscere in ogni opera o contenuto una matrice riconducibile a qualche altro contenuto. È un discorso interessante, ma che a volte limita le possibilità di analisi di un'opera.

Quando Jacopo mi contattò (ormai più di un anno fa) e mi chiese di proporre una serie, io colsi semplicemente l'occasione di scrivere esattamente quello che volevo scrivere in quel momento: ovvero una serie mystery, il più possibile originale, che avesse al centro della sua narrazione un personaggio incastrato in un conflitto apparentemente irrisolvibile.

In più, visto che tutti i miei primi lavori erano caratterizzati da dialoghi molto pesanti e ricchi di informazioni, volevo sperimentare una narrazione complessa, che si basasse di più sulle immagini e sulla capacità di un'ambientazione ben pensata di raccontarsi da sola.

Se potessi tornare indietro, c’è qualcosa che cambieresti nella storia e nei personaggi?

Black Rock, copertina di Jacopo Vanni e Francesco SegalaOgni volta che si scrive qualcosa per un periodo di tempo esteso, si arriva a un punto in cui ci si guarda indietro e ci si accorge di tante piccole cose che si potevano fare meglio. È la natura delle cose, ed è un bene che a un certo punto i fumetti debbano essere consegnati, altrimenti nessuno pubblicherebbe mai niente.

Detto questo, "Black Rock" è una storia dietro alla quale c'è stata una fase preparatoria molto lunga e complessa. Abbiamo studiato l'intreccio, la risoluzione dei misteri e la gestione degli episodi con molta attenzione, una fase in cui mi sono confrontato molto anche con gli altri sceneggiatori al lavoro su Wilder. Quindi, al netto di piccoli ripensamenti fisiologici, direi di no, non cambierei nulla.

Ma ci sono moltissime cose che aggiungerei. Sono un prolisso, e l'universo narrativo di "Black Rock" è così misterioso e malleabile che ogni volta che ne scrivo una pagina mi vengono in mente mille modi di espanderlo. Se fosse per me, diventerebbe una serie ancor più lunga di quello che già è. Quindi è una fortuna per tutti, soprattutto per i miei compagni d'arme, che io non possieda una macchina del tempo.

Con il concludersi di questi ultimi cinque episodi di "Black Rock" diremo definitivamente addio alla serie o prevedete future stagioni? Hai altri progetti in campo per Wilder?

Diciamo che per ora ci stiamo concentrando sul chiudere questo ciclo di dieci episodi nel miglior modo possibile. Ma mentirei se dicessi che io, Jacopo e gli altri non pensiamo spesso a future stagioni, anche se non ci sono piani concreti in merito. Comunque posso dire che il mio lavoro con Wilder non si ferma al solo "Black Rock" e che avrete aggiornamenti in merito molto presto.

Black Rock

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