[View2016] Steve Emerson della LAIKA ci parla di Kubo e la Spada Magica

Alla View Conference di Torino abbiamo intervistato Steve Emerson, supervisore agli VFX di Kubo e la Spada Magica

Nato a metà degli anni '90, appassionato di cinema, serie TV e fumetti, continuamente in viaggio e in crisi con se stesso. Ama i pinguini e non certo per questo si è ritrovato a collaborare con BadTaste tra festival, interviste e approfondimenti.


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Dopo averlo incontrato lo scorso anno, sempre nella cornice di View Conference, abbiamo avuto modo anche quest’anno di parlare con Steve Emerson, Visual Effect Supervisor dello studio d'animazione LAIKA.

Ecco cosa ci ha raccontato su Kubo e la Spada Magica, in uscita il 3 novembre nei cinema italiani:

The Moon Beast è stato il primo personaggio della LAIKA realizzato solo usando una stampante 3D. Puoi parlarci di questo processo e di cosa significherà per il futuro degli studi?

Sicuramente sarà di grande aiuto. Dopo aver tentato personaggi ibridi, in precedenza, abbiamo deciso di spingerci oltre (non solo in questa situazione) creando The Moon Beast totalmente stampandolo in 3D. La stampa è stata fatta con un particolare materiale trasparente che poi, facendoci un giro nel supermercato vicino allo studio, abbiamo colorato con alcune sostanze fosforescenti creando un effetto meraviglioso una volta spento le luci. Sicuramente sfrutteremo ancora questa cosa in futuro.

Com’è stato dover realizzare un personaggio alto tre metri come Lo Scheletro?

Una grande sfida. Inizialmente abbiamo fatte molte prove alternative: CGI, modellini in scala… ma non rendevano l’idea. La soluzione migliore, per quanto complicata e dispendiosa, si è rivelata essere creare quello che è diventato il personaggio in Stop-Motion più grande del mondo con i suoi tre metri d’altezza.

In quale altro film della LAIKA hai incontrato sfide forti come quelle di Kubo e la Spada Magica?

In realtà Kubo e La Spada Magica è un film completamente a sé. Non abbiamo mai realizzato qualcosa di simile nella nostra storia. Però, pensandoci rapidamente, mi vengono sicuramente in mente due sfide: una per Coraline e una per Paranorman. Il primo film è stato complesso perché non abbiamo usato la CGI quasi per nulla, realizzando tutto il film in camere. Il secondo, invece, ha voluto un grande lavoro per la realizzazione delle atmosfere, delle nuvole e dei vari agenti atmosferici.

Nella tua carriera hai lavorato a tantissime produzione non animate. Come riesci a garantire questa versatilità?

In realtà è stata proprio questa versatilità che mi aiutato a raggiungere il ruolo che ricopro ora e a stabilirmi con il lavoro in LAIKA. Girare, sperimentare, lavorare con molti registi e gruppi di tecnici è stata la miglior formazione che potessi ricevere.

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