[View2016] BadTaste.it intervista a Ryan Tudhope, VFX Supervisor da Deadpool a Pirati dei Caraibi

In occasione della View Conference abbiamo intervistato Ryan Tudhope, supervisore agli effetti visivi di film come Deadpool e Pirati dei Caraibi

Nato a metà degli anni '90, appassionato di cinema, serie TV e fumetti, continuamente in viaggio e in crisi con se stesso. Ama i pinguini e non certo per questo si è ritrovato a collaborare con BadTaste tra festival, interviste e approfondimenti.


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In occasione della View Conference, all’interno della splendida cornice del centro congressi Torino Incontra, abbiamo intervistato Ryan Tudhope, Visual Effect Supervisor di Deadpool, Game of Thrones e Pirati dei Caraibi – La Vendetta di Salazar.

Ecco cosa ci ha raccontato sui suoi lavori più recenti.

La scena di apertura di Deadpool è meravigliosa. In un minuto comprendi tutto ciò che vedrai nel film. Personalmente l’ho amata. Come è stata realizzata e ideata?

Eravamo tutti consapevoli che Deadpool fosse un film molto atteso. Non potevano e non volevamo deludere gli appassionati. Inoltre, a nostro sfavore, c’era una scena già uscita sul Web che è stato un po’ la chiave per far entrare in produzione il film. Così non abbiamo potuto che fare il nostro meglio, spingendo al massimo, superando qualsiasi limite. Sicuramente il grosso del lavoro è stato fatto dal regista, Tim Miller. Noi abbiamo dovuto occuparci principalmente degli ambienti.

Com’è stato lavorare con Ryan Raynolds, attore che teneva tantissimo al film?

Ryan Reynolds è meraviglioso. Lavorare con lui è stato molto stimolante, è stato un protagonista davvero appassionato a ciò che stava facendo. Ha collaborato molto con noi come noi abbiamo dovuto collaborare molto con il reparto Make-Up per girare alcune scene con lui. Una in particolare ci ha creato non pochi problemi, quella dove lui si alza e riabbassa la maschera. Se la sua pelle rovinata fosse stata fatta con dei trucchi estetici non avrebbe retto il gesto… così siamo subentrati noi, ricreandolo al computer.

In un film come Captain America: Civil War ci sono delle scene interamente girate in CGI. Anche in Deadpool è stato così?

Ci sono stati dei momenti dove abbiamo dovuta utilizzarla (come per alcuni salti enormi che il protagonista fa o per alcune sparatorie) ma Ryan Reynolds ha girato direttamente quasi tutte le scene d’azione o più fisiche nonostante la presenza degli stuntman. In realtà quello che preferiamo fare non è né girare solo in CGI né solo con gli attori ma realizzare un mix delle due tecniche in modo tale da ottenere l’effetto più reale e spettacolare possibile.

Sai già se tornerai a realizzare anche gli Effetti Speciali del sequel di Deadpool?

Purtroppo ancora no, sto aspettando anch’io di sapere qualcosa in più, vedremo…

Sei in post-produzione con Pirati dei Caraibi – La Vendetta di Salazar. Puoi parlarci del tuo lavoro a questo film?

Purtroppo non posso dire nulla se non che sta riuscendo qualcosa di veramente meraviglioso. Il risultato delle sfide che ci siamo ritrovati di fronte è fantastico. Così com’è fantastico il Team con il quale sto lavorando.

Qual è la differenza fra gli effetti visivi di un film e quelli di una serie TV? Lo chiedo perché hai lavorato anche a Game of Thrones oltre che a Deadpool e molte altre produzioni…

Senza ombra di dubbio il tempo. Nelle serie TV ne hai molto meno che nei film, c’è una serialità che ti costringe a lavorarci di continuo e in modo serrato, senza mai fermati e nel giro di cinque mesi in modo da garantire la messa in onda con tutte le eventuali correzioni da fare settimana dopo settimana. Nel cinema, invece, è più semplice e inoltre i soldi a disposizioni sono molti di più. E anche questo aspetto economico facilità la produzione.

Hai fondato uno studio tutto tuo, Atomic Fiction. In un panorama composto da major, com’è stato imbarcarti in questo progetto?

Ho iniziato a fare questo lavoro come un passatempo durante le scuole superiori. Era il mio lavoro dei sogni. Ci ho sempre creduto e amavo collaborare con altre persone appassionate come me per realizzare nuovi effetti così è stato un continuo crescendo e piano piano sono giunto dove sono adesso. Bisogna crederci. Una delle soddisfazioni più grandi è stata quando mentre facevano delle prove di alcuni effetti speciali il figlio di un mio amico, che aveva forse due anni, è entrato nella stanza dove proiettavamo urlando “Wooooh!” e ho capito di esser riuscito a realizzare qualcosa di davvero impressionante.

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