[View2016] BadTaste.it incontra Marc Haimes, sceneggiatore di Kubo e la Spada Magica!

Alla View Conference abbiamo incontrato Marc Haimes, lo sceneggiatore di Kubo e la Spada Magica

Nato a metà degli anni '90, appassionato di cinema, serie TV e fumetti, continuamente in viaggio e in crisi con se stesso. Ama i pinguini e non certo per questo si è ritrovato a collaborare con BadTaste tra festival, interviste e approfondimenti.


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Come vi abbiamo già detto qualche giorno fa, View Conference quest’anno non è stata solo effetti speciali e animazione. View Conference è anche scrittura. In questo panorama così aperto abbiamo avuto l’occasione di intervistare Marc Haimes, sceneggiatura del film della LAIKA in uscita il 3 novembre in Italia: Kubo e la Spada Magica.


È corretta l’impressione che i dialoghi di Kubo siano rivolti più agli adulti? 


Abbastanza. La prima versione di Kubo era effettivamente molto più profonda, diciamo oscura. Era strettamente legata al mio passato nel mondo dell’Horror. Chiaramente ho dovuto riadattare e alleggerire molte cose ma è rimasta una lettura a più strati. I bambini di oggi sono molto intelligenti, sono certo che arriveranno anche a comprendere oltre il loro livello. Inoltre la storia si presta molto fra valori e emozioni.

Sappiamo che in Kubo e la Spada Magica ci sono state delle difficoltà tecniche. Queste hanno influenzato anche la trama?

Nella produzione di un film ci saranno sempre scene che verranno tagliate, è normale, fa parte del processo del lavoro che faccio, sono abituato. A volte siamo costretti a “uccidere” la nostra scena preferita. Quando penso di dover tagliare qualcosa, poi, lo faccio senza aspettare il richiamo del regista. Chiaramente sono mancanze che conosco solo io ma le sentirò sempre. Anche questo fa parte del gioco, in questo caso di squadra e basato sulla fiducia. Però confesso di avere una cartella chiamata LIMBO dove conservo tutti i tagli fatti negli anni… chissà.

Stai lavorando a due film per la Sony contemporaneamente: Nimona con Patrick Osborne e l’adattamento di The Girl Who Drank The Moon. Come fai a seguire tutto?

Credo che ogni scrittore abbia la propria strategia per scrivere. Chi lavora di giorni, chi di notte, chi in casa, chi fuori. Io… no, ahah. Io faccio ogni giorno quel che mi sento più di fare, quello che mi va, che mi sento dentro. In questo modo lavoro intensamente e nel momento in cui ho bisogno di distanziarmi da esso… lo faccio naturalmente.

Com’è nato il progetto Nimona?

Dopo aver finito lo Script di Kubo sono passati ben quattro anni prima che arrivasse nelle sale. Nel frattempo dovevo fare qualcos’altro così con il mio agente abbiamo intercettato Nimona e me ne sono perdutamente innamorato al punto di leggerlo a casa in PDF. Le idee su questo sono state molte ma alla fine ha dominato quella di dare molta importanza al mondo che è stato rappresentato, un futuro con cavalieri, spade… e anche Social Network e discoteche. Ho dovuto cambiare solo degli aspetti di alcuni personaggi che non si prestavano al cinema. Poi con Patrick Osbrone abbiamo presentato il progetto sia alla FOX che alla DreamWorks e sapete tutti chi ha vinto.

Prima ti ho nominato The Girl That Drank The Moon. Puoi parlarci di questo interessante progetto?

Questo film è come Nimona l’adattamento di una storia già narrata. L’idea è quella di creare qualcosa di epico e fantastico che conquisti il pubblico come ha conquistato Calos Saldata che sarà il produttore.

Stai dunque adattando ben due film basati su un’opera fumettistica. Sei molto appassionato del genere?

Ho imparato a leggere con Tin Tin e Asterix. Quando lessi il primo non ero neanche in grado di leggere, in poche parole per me era un lungo StoryBoard che mi affasciava per i temi adulti che trattava. Asterix, scoperto qualche anno dopo, aveva dei giochi di parole e delle battute bellissime… così si sono compensati a vicenda nel tempo. Ci dormivo la notte e li portavo ovunque.

Ho letto che stai lavorando anche a un progetto per la Sony, ambientato sempre nel Giappone di Kubo… anche questo nasce da un fumetto?

Purtroppo non posso ancora parlarne ma… sarà con Shannon Tindle.

Ho notato che non lavori mai per lo stesso studio, è un caso?

Provenendo dal mondo dei live-action, dove tendi a lavorare in diversi posti, io scelgo sempre di andare dove sono i progetti e adoro questa cosa. Inoltre, francamente, non penso di poter restare in un solo studio. Adoro la libertà.

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