View Conference 2015: Lorne Peterson ci parla della ILM e di Star Wars!

In occasione della View Conference 2015 abbiamo incontrato Lorne Peterson della ILM, che ci ha parlato della sua esperienza con Star Wars

Nato a metà degli anni '90, appassionato di cinema, serie TV e fumetti, continuamente in viaggio e in crisi con se stesso. Ama i pinguini e non certo per questo si è ritrovato a collaborare con BadTaste tra festival, interviste e approfondimenti.


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In occasione della View Conference, la fiera tutta italiana che si sta svolgendo in questi giorni a Torino dedicata al cinema d'animazione e agli effetti speciali, abbiamo avuto il privilegio di incontrare Lorne Peterson, Modelshop Supervisor per la Industrial Light & Magic.

Ecco cosa gli abbiamo chiesto dopo aver seguito il suo panel, ricco di immagini, concept e video: Dentro il Model Shop di Star Wars.

D: Ciao Lorne! Hai avuto il piacere di lavorare sia alla prima che alla seconda trilogia di Star Wars. Quali sono stati i tuoi ruoli in queste due esperienze? Quale hai preferito?

R: Fra la prima e la seconda trilogia non è cambiato solo il mio ruolo ma anche la grandezza del mio gruppo di lavoro. Nei primi tre film non ero nessuno, il mio lavoro era uguale a quello degli altri sei membri del team e facevo il semplice modelist. Nella seconda, invece, ero supervisore del reparto, coordinavo tutti. Ma il cambiamento più evidente è stato relativo alla grandezza del team. Eravamo praticamente il doppio. Ho sempre amato lavorare a questa saga.

D: Nel corso della tua carriera hai lavorato con registi come George Lucas e Steven Spielberg. Quali sono le differenze fra le collaborazioni che hai avuto con i due?

R: Nonostante siano entrambi registi di fama internazionale sono completamente diversi nei loro modi di essere e di lavorare. Lucas è tranquillo, vuole poca attività e niente confusione sui suoi set. Devono essere tutti concentrati e lavorare nella riservatezza più assoluta. Spielberg è l'opposto. Durante le sue riprese c'è un continuo andirivieni. Subito dopo aver concluso una singola scena ci sono persone che chiedono com'è andata, cosa c'è da modificare, se ne è convinto. Mentre lavoravamo a Hook, addirittura, in studio c'era anche la moglie e il bambino da poco nato. Ogni volta che si fermava correva a salutarli e baciarli.

D: Di recente si tende a usare più il computer che i materiali fisici per realizzare gli effetti speciali all'interno dei film. Cosa ne pensi?

R: Si è passato dal forte uso dei materiali ad una costante e onnipresente presenza del PC. Prima usavamo il laser-cutting per realizzare alcune ambientazioni, successivamente è arrivata la stampante 3D a rivoluzionare tutto. Molto semplice, veloce ed economica (nonostante il costo d'acquisto iniziale che però veniva ammortizzato con il tempo e i molteplici utilizzi). Si potevano replicare i modelli in caso di rottura e alterarne senza problemi le dimensioni. Ora con il computer è tutto molto più costoso e lento.

D: Avendo lavorato alle prime due trilogie... non ti sarebbe piaciuto lavorare anche al nuovo capitolo: Star Wars – Il Risveglio della Forza?

R: Sì e no. Sono felice di essermi ritirato e di stare in pensione. Vivo la mia routine quotidiana dalla sveglia, dalla colazione fino alla sera, quando mi rimetto di nuovo al letto. Tuttavia devo ammettere che dopo aver visto il primo trailer di Star Wars – Il Risveglio della Forza ho fatto un sogno molto particolare. Ero comodamente seduto a casa quando ricevevo una chiamata dalla LucasFilm. Avevano bisogno di me per risolvere alcuni problemi per gli effetti visivi del nuovo film. Erano tutti allarmati e io me la ridevo, felice di poter essere d'aiuto dispensando consigli. Poco dopo, però, mi sono svegliato. E un po' di delusione c'è stata.

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