Verticalisti, powered by Verticalismi – Intervista a Manfredi Toraldo

Per Verticalisti, powered by Verticalismi, Giulia Prodiguerra ha intervistato Manfredi Toraldo, autore di Agenzia Investigativa Carlo Lorenzini e Arcana Mater

Condividi

Manfredi ToraldoManfredi Toraldo, detto MANf, è sceneggiatore, scrittore, letterista, grafico e art director. Comincia a lavorare nel campo dei fumetti a 17 anni creando il fantasy 2700. Quindi con le edizioni Lo Scarabeo, ideando numerosi mazzi di Tarocchi e la prima miniserie di Arcana Mater. Nel 2005, con Sandro Pizziolo, crea il fumetto Halloween School, per le edizioni GES. Nel 2006, per Free Books, pubblica 3200, e scrive per La banda di Net sull’omonima rivista. Tra il 2007 e il 2010 collabora con 001, Walt Disney, Andamar, Renoir, Lo Scarabeo e pubblica due serie bimestrali sulla rivista Clubba.

Dal 2009 è Art director delle edizioni Allagalla. Ha supervisionato e scritto Fuga Da Auschwitz: un fumetto per “Il Treno della Memoria”. Ha supervisionato, scritto e gestito il progetto Sudan per la Cesar Onlus: un fumetto di beneficenza.

Attualmente è sceneggiatore presso Sergio Bonelli Editore, sulla testata Nathan Never e fondatore e direttore delle edizioni ManFont, oltre che scrittore delle storie per bambini dei personaggi di Baguette e Bonton presenti sul sito www.baguettebonton.it.

Ciao Manfredi, benvenuto su Verticalisti! Partiamo dalla novità più recente: l’unione tra il collettivo ManFont, di cui tu sei fondatore, e il collettivo Kaiju Club, altro importante collettivo italiano. Come è nata questa collaborazione? Quali possibili sviluppi possiamo aspettarci?

Agenzia Investigativa Carlo LorenziniCiao, Giulia, ciao a tutti! (mi sembra di essere in radio) posso rispondere in modo così “spontaneo” o devo darmi un contegno? Grazie di avermi invitato a questa intervista. Per rispondere alla tua prima domanda, posso dire che le collaborazioni tra le persone che sanno lavorare tendono a venir fuori in modo naturale. David Messina, uno dei tre soci fondatori del collettivo Kaiju Club, è uno dei miei migliori amici di vecchia data. Abbiamo collaborato in diverse occasioni e abbiamo sempre avuto piacere a farlo. Alla scorsa Lucca, chiacchierando tra di noi, analizzavamo quanto stessero facendo di bello loro e quanto facessimo noi. Parlavamo di quanto fosse bello condividere lo stand con la collaborazione Crossover (che avevamo messo su insieme ai Villain, ai Dr. Ink e alle Truckers l’anno prima) e di come la ManFont fosse interessata a crescere come risorsa editoriale. Per noi non è solo fare fumetti ma anche mandarli in stampa e distribuirli. E il nostro modo di farlo, ai Kaiju, piaceva parecchio.

Insomma, ci siamo guardati e abbiamo capito che invece che “collaborare parallelamente”, aveva senso “collaborare insieme”. Poi abbiamo fatto le cose per bene coinvolgendo i nostri soci, parlandone seriamente, firmando contratti… ma non è stato complicato perché era tutto un coro di “era ora” entusiastici. Che sviluppi aspettarsi? Tanti bei fumetti e una sempre maggior cura nel realizzarli, inizialmente. Poi, abbiamo un paio di progetti interessanti che coinvolgono tutte e due le nostre realtà, ma è un po’ presto per parlarne. Intanto stiamo lavorando su un progetto che vede la ManFont partner della Scuola Internazionale di Comics (le sedi di Roma e di Torino), come era stato per il progetto Arcana Mater Apocrypha, che coinvolgerà, questa volta, Yamazaki 18 Years… il titolo creato dal Kaiju Club. Inoltre verrà inaugurato il terzo formato delle edizioni ManFont Comics con la Collana ManFury che vedrà pubblicato anche materiale Kaiju.

Manfont Kaiju

Di recente avete annunciato anche un’altra collaborazione: quella con la piattaforma di Verticalismi. Come nasce e quali sono i progetti in cantiere?

Cosa dicevo prima sulla gente che sa lavorare e le naturali conseguenze? Stesso discorso. Da un po’ volevamo collaborare attivamente con Verticalismi. Già alcuni webcomic ManFont vengono pubblicati sulla piattaforma… Little Norby e Brothel Bros, per fare un esempio. Volevamo però fare qualcosa di esclusivo… e dato che eravamo intenzionati a portare sul web uno dei nostri titoli di punta, Carlo Lorenzini, abbiamo pensato che fosse giusto farlo passando da voi. L’idea sarebbe anche quella di fare qualcosa di cartaceo insieme, ma dobbiamo ancora sviluppare la cosa. Intanto siamo felici di collaborare online.

Nel 2010 hai fondato la ManFont, casa editrice ma anche collettivo di giovani autori e cantiere di sperimentazione. Cosa è cambiato in questi sei anni e cosa vorresti proporre in futuro?

Arcana MaterLa ManFont è nata come realtà attiva e energica che cerca di non contrastare la corrente, come troppo spesso capita qui in Italia, ma di cavalcarla. eComics, Web, Autoproduzioni… quello che ci interessa è, soprattutto, dare una voce a chi ha qualcosa da raccontare e aiutarlo a far arrivare questa voce al pubblico. Il panorama fumettistico è mutato radicalmente in questi anni e sta cambiando ancora.

Il nostro traguardo ideale (lo dico? lo dico...) sarebbe di diventare un equivalente della Image qui in Italia. Una casa editrice dove gli autori abbiamo i pieni diritti sulle proprie creazioni e che sia sinonimo di qualità per il lettore. Lo dico dal 2010, ma lo volevo fare già dai tempi della Piuma Blu (la mia prima casa editrice). È un percorso lungo e accidentato, ma potremo riuscirci solo continuando ad andare avanti un passo dopo l’altro. Comprendiamo giorno per giorno, impariamo e procediamo.

Abbiamo un programma di pubblicazioni che già prevede materiale in lavorazione fino al 2018. Siamo partiti come tre amici e adesso siamo un’associazione con più di trenta iscritti e collaboratori. Prevedo pubblicazioni italiane e estere e collaborazioni con grandi realtà, alcune già in contrattazione, altre in parola… altre sono solo progetti… ma tutto è in movimento continuo.

Lavori nel campo dei fumetti da quando avevi 17 anni: secondo te, come è cambiato da allora l’ambiente del fumetto e quali sembrano essere le prospettive per il futuro?

L’ambiente del fumetto italiano è cambiato con molta lentezza, è sempre stato un po’ pachidermico. Quello che ci ha aiutato è che internet ha permesso a tanti autori di collaborare con l’estero e di proporre autoproduzioni web… cosa che ha costretto molti a confrontarsi con modi diversi di fare fumetti che un tempo non prendevamo in considerazione. Cos’è cambiato? Soprattutto il web. Lo dimostra Zerocalcare. Per la prima volta il pubblico può DAVVERO dire cosa vuole, far sentire la sua voce e chiedere fumetti che nessuno si sarebbe sognato di pubblicare fino a qualche anno fa. Stiamo andando avanti verso una vera democrazia editoriale, a mio parere... e adoro tutto ciò!

A livello personale, come sceneggiatore, a cosa stai lavorando?

Arcana MaterNathan Never è rallentato da alcune questioni interne alla Bonelli e sto collaborando con altre testate per le quali però non posso ancora fare nomi. Ho in lavorazione un progetto per l’America, con accordi già siglati, ma anche questo è top secret. Lavoro su tanti piccoli prodotti che chiamo “pubblicitari” (o anche che s’ha da ffa’ per campa’).

Poi scrivo le cose “mie”, Carlo Lorenzini (Hypernovels e la terza stagione), la seconda stagione di Arcana Mater (sì, finalmente in lavorazione!), Jurassic Warrior (per la collana ManFury) e sono impegnato in un progetto di rilancio di 2700 (ops, forse di questo non potevo dirlo, ma tanto lo si vedrà già a Lucca).

Ah, e poi sto scrivendo anche per il teatro, ma questo credo non vi importi granché…

Qual è stata la tua formazione? Hai dei particolari autori di riferimento?

Sono autodidatta e mi fa sempre sorridere ciò, dato che insegno alla Scuola Internazionale di Comics e sto comprendendo quanto sia importante avere dei bravi insegnanti. Ho compreso che volevo scrivere fumetti leggendo Carl Barks e ho capito COME avrei voluto scriverli leggendo Alan Moore, Neil Gaiman, Frank Miller e Warren Ellis. Ho compreso come si fa, invece, leggendo Alfredo Castelli e Tiziano Sclavi. Forse punti di riferimento banali, ma ci si ispira ai migliori, no?

Hai ideato numerosi mazzi di Tarocchi, lavorando a fianco di personaggi della levatura di Sergio Toppi. Cosa ti ha lasciato questa esperienza? È un’attività che vorresti proseguire?

È un’attività che prosegue, in effetti. Ho avuto l’onore di lavorare con Toppi sia sui tarocchi che sui fumetti (con L’Avventura della Sindone), sempre grazie a Lo Scarabeo. Sono uno studioso e appassionato di esoterismo e amo molto questa parte del mio lavoro. Sto progettando nuovi mazzi e spero di collaborare con altri grandi, come mi è capitato in passato.

Insegni alla Scuola Internazionale di Comics di Torino: che consiglio daresti a una persona che volesse intraprendere la strada del fumetto?

Banalmente: leggere tantissimi fumetti, sia che voglia scriverli, sia che voglia disegnarli. Nulla insegna a fare fumetti come leggerne. Poi? ci sono le scuole, ma c’è il mettersi costantemente alla prova. Non credere MAI di essere arrivato a saperne abbastanza. Ho avuto il piacere di chiacchierare con Will Eisner che a ottanta anni, dopo tutto ciò che aveva fatto, mi disse: “Credo di avere cominciato a capire qualcosa di fumetti e sto lavorando a un volume dove sperimenterò nuove cose.”

Ricordatevi: non c’è bisogno di voi, di autori ce ne sono già troppi. Allora createvi un vostro spazio, la vostra peculiarità... e stupite dimostrando che, in effetti, il bisogno c’era. Ma nessuno lo poteva immaginare.

Manfont

Continua a leggere su BadTaste