Venezia 72 - Janis, il nostro incontro con Amy Berg!
Il nostro incontro con Amy Berg, regista presente a Venezia 72 con il documentario Janis, dedicato alla rockstar Janis Joplin, morta di overdose a 27 anni
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Lei non ha avuto l'attenzione che meritava. Di tutte le rockstar morte prematuramente per droga, lei è sempre stata quella più sottovalutata. Invece aveva un talento straordinario che andava assolutamente raccontato.
Desiderava così tanto avere un corpo da ragazza americana sana e attraente?
Lei realizzò immediatamente quanto poteva essere crudele il mondo maschile nei confronti della sua fisicità sui generis per una donna americana. Grazie al cielo trovò in un gruppo di amici uomini che le diedero la possibilità di essere vista per quello che era realmente. La sua vita è stata simbolica: ha sempre cercato qualcuno che potesse vedere oltre il suo aspetto fisico.
Canzoni preferite di Janis?
Move Over e Summertime. Anche se cambio idea in continuazione. In questo periodo Move Over e Summertime.
Cosa pensi di questo trend sui documentari musicali?
Sono dei soggetti molto interessanti e attraverso il materiale musicale puoi veramente costruire qualcosa di vivo e accattivante. Il mio film preferito di questo genere recentemente è Cobain: Montage of Heck di Brett Morgen.
Perché Cat Power come voce narrante?
La tonalità e la voce sono simili a quelle di Janis. Inoltre hanno avuto una vita quasi parallela. Anche Cat veniva dal Sud, ha lasciato la famiglia molto presto e in un certo senso è sempre stata un outsider come Janis.
Nel film non sembra che Janis abbia mai troppo legato con colleghi musicisti dell'epoca a parte i Greatful Dead e ovviamente la sua band dei Big Brother of the Holding Company. E' una sensazione giusta?
E' sempre stata abbastanza isolata all'interno del suo ambiente, è vero. L'uso di eroina non la aiutò certamente ad integrarsi dentro il mondo del rock'n'roll. Era una sostanza che lei utilizzava per isolarsi da tutto il mondo, soprattutto dal mondo del rock'n'roll.