The Witcher: l'incontro con produttore, scenografo e costumista a Lucca Comics & Games
Tomek, da dove si inizia quando si inizia a lavorare a una serie come questa?
È semplice: dai libri di Andrzej Sapkowski. E da allora abbiamo continuato: si inizia pensando di dover fare il migliore adattamento possibile.Tim, l'ambientazione della serie è sostanzialmente medievale, ma ci sono ovviamente delle differenze dovute alla componente fantasy. Come hai lavorato ai costumi?
Ne ho discusso da subito con la showrunner: è una serie fantasy, non è propriamente medievale. Lo stile che abbiamo scelto è abbastanza gotico, e noi lo abbiamo applicato a tutti gli aspetti studiando la moda (che Lauren conosce bene) e le influenze per l'abbigliamento delle varie etnie.
Per progettare una serie simile bisogna studiare tantissimo, fare molta ricerca. Andrew chiediamo: come avete progettato questo mondo, vi sono state altre influenze oltre i libri?Il punto di partenza sono ovviamente i libri, ma abbiamo fatto riferimento alla showrunner per interpretare quel materiale e scrivere una storyline che ci desse una “roadmap”, una guida creativa. Comunicavamo moltissimo con lei e gli sceneggiatori, cercando di rendere onore al materiale originale ovviamente.
Una delle cose più interessanti da portare in vita sono i mostri, com’è stato progettarli? Vi siete presi qualche libertà?
Laws: i mostri fanno proprio parte del tessuto del mondo in cui si svolge la serie, ne sono parte integrante. Ma ogni diverso elemento di questo mondo influenza il resto, quindi per noi è interessante lavorare alla progettazione e alla creazione dell'ambiente in cui abitano questi mostri, per via della simbiosi che c'è tra questi elementi.
Abbiamo detto che si tratta di un mondo medievale e fantasy, quindi un ruolo importante ce l’ha lo sporco, vero?
Aslam: lo sporco porta sempre con sè un aspetto complicato, perché dipende dal livello sociale delle persone: i nobili di Cintra non avevano il problema dello sporco, per esempio. E in generale, per noi ogni costume doveva adattarsi al personaggio che lo indossava. I poveri hanno un livello di sporco diverso da quello dei ricchi. E comunque in questo caso i ricchi non devono sembrare “nuovi e puliti”. Nel caso del medioevo, poi, c'è un pregiudizio riguardo lo sporco: le persone avevano pochi vestiti e quindi li lavavano spesso e li tenevano puliti, li rammendavano. Non è propriamente vero, quindi, che tutte le persone erano sporche. Ma nel fantasy, a volte, dobbiamo "esagerare" e per dare l'impressione di realismo dobbiamo aggiungere sudiciume! Ma abbiamo cercato di mantenere un equilibrio: nel caso dello sporco, abbiamo dato l’impressione di “sporcizia” con diversi elementi, dal trucco e parrucco ai costumi…
Tomek, quanto è costata questa serie? Qual è stata la sfida produttiva più grande da affrontare in termini di budget?
Non parlerò del budget, ma posso dire che ogni giorno è stata una sfida. Ogni giorno ci trovavamo davanti a momenti complicati, sono capitate diverse avventure e alcune proprio non posso raccontarle! Però nel trailer vedete un enorme trabucco: ecco, sappiate che lo abbiamo rotto, e questo è solo uno degli incidenti che ci sono capitati! È stato un progetto difficilissimo, con migliaia di persone coinvolte per otto mesi. È difficile indicare un momento speciale: ve ne erano tutti i giorni.
La serie è girata dal vivo, e per mantenere il realismo sappiamo che avete cercato di mantenere un equilibrio nell'utilizzo degli effetti visivi. Avete cercato di riportare la produzione a una dimensione artigianale, usando oggetti di scena semplici ma veri?
Laws: abbiamo deciso sin dall’inizio che i personaggi sarebbero stati al centro della serie e che saremmo rimasti legati ad essi per tutto il tempo. Volevamo che il nostro mondo fosse realistico e che si connettesse con un'ambientazione reale. Abbiamo quindi lavorato con gli effetti visivi per aumentare, estendere l’ambientazione, ma quasi tutti gli ambienti sono reali, altrimenti la storia non sembrerebbe davvero realistica e il contatto tra spettatore e storia si romperebbe. Abbiamo fatto ricorso agli effetti visivi con attenzione altrimenti sarebbe diventato straniante per pubblico e i personaggi.
Tomek, sei uno dei papà di questo progetto, come è riuscita questa missione, come è nata l’idea di farne una serie e come avete coinvolto lo scrittore?
È una storia lunghissima quindi cercherò di sintetizzarla. È stato un viaggio di quasi 10 anni, da quando ho incontrato la prima volta Sapkowski, sognavo di portare i libri sullo schermo sin da quando sono stati pubblicati. Abbiamo iniziato a lavorare con Netflix due anni e mezzo fa, quando Lauren è diventata showrunner e principale adattatrice. Abbiamo sempre lavorato con Andrew, utilizzandolo come consulente. Ma lui voleva essere troppo coinvolto perché voleva essere sorpreso dalla serie, e ci risulta che finora sia molto contento del risultato.
E quanto c’è voluto ad arrivare al prodotto finito? E qual è importante per voi libertà creativa rispetto alla fedeltà ai libri?
Aslan: Per me è stato un impegno di 11 mesi, iniziato con la ricerca delle prime location per le riprese e la progettazione delle scenografie a quando le riprese sono finite. Ma non c’è mai abbastanza tempo, a volte ci sono dei limiti temporali, quindi siamo stati fortunati. Lo spirito dei libri corre nella nostra serie ed è la cosa più importante. C’è tantissimo materiale su cui basarci e gli sceneggiatori hanno fatto un lavoro gigantesco nell'adattamento. È stato un vero onore per noi portare questa storia sul grande schermo.
Baginski: esattamente un anno fa, 2 novembre, è stato il primissimo giorno di riprese ufficiali.
Laws: io ho iniziato nel 2018, quando ho ricevuto il script. Poi mi sono messo a fare ricerche, disegnare e cercare i materiali per costruire i nostri costumi. Non abbiamo avuto tantissimo tempo, ma i limiti sono importanti perché sennò si perde tempo prezioso, non si prendono decisioni con determinazione e precisione e questo penalizza a livello creativo. I limiti impongono disciplina. È così che siamo arrivati ad avere i costumi pronti prima che ci fossero gli attori: li abbiamo dovuti solo adattare. Il mio lavoro è durato da agosto a giugno, 11 mesi.
Immagino che non possiate dircelo, ma la seconda stagione sarà più facile da realizzare, no?
Laws: Beh, possiamo dire di sperarlo!
Baginski: Ma non potrà mai essere semplice, perché se fosse semplice da realizzare non otterremmo questo livello qualitativo.
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Lo show, che sarà composto da otto episodi, racconta la storia di Geralt di Rivia (Cavill), un solitario cacciatore di mostri che lotta per trovare il proprio posto in un mondo in cui le persone si dimostrano essere più spietate delle bestie. Quando il destino lo porta a incontrare una potente donna che usa la magia e una giovane principessa con un pericoloso segreto, i tre devono imparare ad affrontare i pericoli insieme. I romanzi, come molti di voi già sapranno, sono stati adattati in una serie di videogiochi di successo.
Ispirata al best-seller fantasy, The Witcher è una fiaba epica. Geralt di Rivia, un solitario cacciatore di mostri, lotta per trovare il suo posto in un mondo in cui le persone spesso si dimostrano più malvagie delle bestie. Ma quando il destino lo spinge verso una potente strega e una giovane principessa con un pericoloso segreto, i tre devono imparare a convivere per affrontare insieme un viaggio. Nel cast della serie: Henry Cavill (Geralt di Rivia), Freya Allan (Ciri, la principessa di Cintra), Anya Chalotra (la maga Yennefer), Jodhi May (la Regina Calanthe), Björn Hlynur Haraldsson (il cavaliere Eist), Adam Levy (il druido Saccoditopo), MyAnna Buring (Tissaia), Mimi Ndiweni (Fringilla), Therica Wilson-Read (Sabrina) e Millie Brady (la Principessa Renfri).
Quattro episodi, tra cui il primo, sono diretti da Alik Sakharov (House of Cards, Il Trono di Spade), mentre Alex Garcia Lopez (Marvel – Luke Cage, Utopia), Charlotte Brändström (Outlander – L’ultimo vichingo, Counterpart e Disparue) e Marc Jobst (Tin Star, Marvel’s The Punisher) dirigono due episodi ciascuno.