The Walking Dead 11, Seth Gillam: "Per ora non voglio sapere la fine della storia, manca ancora molto all'addio"
Seth Gillam ha svelato qualche dettaglio della situazione di padre Gabriel nell'undicesima stagione di The Walking Dead e spiegato perché non vuole, per ora, sapere la fine della storia
Ecco le dichiarazioni dell'attore:
Penso che a questo punto sia stato abbastanza a lungo nell'apocalisse zombie da capire che per sopravvivere devi semplicemente fare determinate cose. Devi uccidere lo zombie di fronte a te, e forse la persona che si trova dietro il walker che hai di fronte. Penso che Padre Gabriel se ne sia reso conto e questo vuol dire che ora è pronto davvero a tutto.
Nella serie abbiamo visto Gabriel anche molto spaventato, questo lato della sua personalità è ancora dentro di lui?
Spero che ci sia ancora un po' di quel timore in Gabriel perché per me era divertente da interpretare. Non sono certo che vedremo quel livello di paura che aveva quando lo abbiamo incontrato per la prima volta. Lo show, tuttavia, propone molti ostacoli enormi per tutti i personaggi e sono certo che affrontando questi ostacoli che avrà sulla sua strada ci saranno dei momenti in cui potremo vedere qualche guizzo di paura in Gabriel, anche se non so quanto a lungo durerà. Credo che emergerà e poi si dissolverà e si potrà di nuovo vedere il prete guerriero che è diventato.
Come descriveresti il percorso del tuo personaggio in questa stagione se potessi usare solo cinque parole?
Direi in conflitto, determinato, aggressivo, compassionevole e pericoloso. Queste sono le cinque parole che userei per descriverlo in questa stagione.
Non so come finirà la serie e non voglio nemmeno saperlo. A questo punto l'epilogo è ancora così distante e non voglio perdere l'esperienza nel presente soffermandosi a pensare al futuro. Cercherò semplicemente di affrontare giorno dopo giorno e viverli pienamente interpretando nel migliore dei modi il mio personaggio. E cercherò di rendere Gabriel qualcuno per cui fare il tifo perché è quello che sto facendo io, a prescindere da quello che potrebbe fare. Cerco di capire perché si dovrebbe sostenerlo e preoccuparsi per lui. Per quanto riguarda l'epilogo non ho avuto il privilegio di avere quella conversazione con la showrunner Angela Kang e penso di non volerlo realmente fino a qualche settimana prima della fine delle riprese.
Avete già parlato della possibilità che i vostri personaggi appaiano negli spinoff?
Non ho alcuna idea. Non so se ci siano progetti legati alla possibilità che padre Gabriel faccia parte di uno spinoff. A questo punto chi lo sa se riuscirà a sopravvivere durante questa stagione?
Il percorso compiuto da Gabriel è stato davvero complicato, è un personaggio che è stato vulnerabile, ambiguo e alle volte persino pericoloso. Come descriveresti questa sua evoluzione?
Non so se conoscete quelle che negli Stati Uniti chiamiamo crazy straw: sono delle cannucce che hanno una struttura arrotolata e il liquido per arrivare in cima compie un percorso complicato. Penso che il percorso compiuto da Gabriel sia stato esattamente così e abbia toccato molti aspetti che le persone affrontano nel corso di una vita. Gabriel li ha affrontati durante il corso di questo show, che si svolge solo in alcuni anni. Penso che tutti cambiamo, ma al tempo stesso manteniamo quialcosa del modo in cui siamo nati, ma quando ottieniamo delle informazioni dal mondo ci circonda questo ci informa, influisce sul modo in cui rispondiamo, reagiamo, e cambiamo. Quindi ci saranno molte risposte diverse in base al momento della tua vita in cui ti trovi. Questo è ciò che è accaduto a Gabriel. Sta accadendo tutto e molto sta svolgendosi nello stesso momento o quasi. Questa è però la natura del tempo nell'universo di The Walking Dead: è prezioso e possono accadere molte cose nel giro di pochi minuti.
La decima stagione di The Walking Dead ha fatto i conti con gli stop causati dalla pandemia. Quando è arrivato il momento di tornare sul set quale è stata la tua reazione?
Ho ricevuto una telefonata da Joe Incaprera, che si occupa della produzione della serie ed è la persona responsabile della diffusione delle informazioni su quelli che erano i nuovi protocolli stabiliti dal Sindacato degli Attori. E tutto quello che posso dire è che abbiamo seguito alla lettera tutti i protocolli e anche oltre. Hanno compiuto con questa produzione un lavoro davvero attento che ci ha aiutato a sentirci tutti al sicuro per quanto riguarda ogni aspetto del lavoro sul set: da quello che dovevamo indossare alla distanza che dovevamo mantenere tra noi, senza dimenticare una troupe ridotta e il numero inferiore di persone presenti sul set. Cose come queste mi hanno aiutato a sentirmi davvero sicuro quando ho viaggiato da New York con destinazione Georgia per girare gli episodi bonus della decima stagione e quello di cui ero parte. Mi sono sentito sempre al sicuro, anche quando eravamo in una situazione all'insegna dell'incertezza e in cui non sapevamo cosa stesse accadende nel mondo. E penso che il merito sia dei responsabili alla Salute e alla Sicurezza coinvolti nella serie, al nuovo gruppo di persone coinvolte dalla produzione per occuparsi in modo specifico di questi aspetti, e di Incaprera e del suo team che ci hanno tenuti informati e spiegato ogni dettaglio.
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