Tatai Lab: intervista ad Alessandro Alessi Anghini, colorista di Wondercity

Conosciamo Alessandro Alessi Anghini, colorista della storia lunga del settimo albo di Wondercity

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Settimana scorsa, abbiamo intervistato Roberta Pierpaoli, disegnatrice de Il profumo della memoria, settimo episodio di Wondercity, il quale segnerà il ritorno del titolo per Tatai Lab, a dodici anni dalla sua interruzione. Oggi incontriamo Alessandro Alessi Anghini, che colorerà i disegni della Pierpaoli.

Dopo l'intervista trovate la versione a colori delle tavole che vi abbiamo presentato in esclusiva sette giorni fa.

Ciao, Alessandro. Ti va di presentarti ai lettori di BadComics.it e di raccontare in che modo hai collaborato al ritorno di "Wondercity"?

Alessandro Alessi AnghiniCiao, mi chiamo Alessandro Alessi Anghini e sono un fumettista. Sono otto ore che non coloro una tavola.

"Ciao, Alessandro"

Come sceneggiatore ho lavorato ad “Arcana Mater”, “2700 Apocrypha" e “Agenzia Investigativa Carlo Lorenzini”, usciti per ManFont. Per questa casa editrice sono stato anche disegnatore, inchiostratore e colorista.

Disegno e coloro delle storie brevi mensili per una rivista curata dalla ReNoir Comics. Ho colorato i fascicoli settimanali di “Dr. Steve Hunters - Viaggio nel corpo umano”, distribuiti con "Gazzetta" e "Corriere della sera". Nel frattempo, porto avanti alcune collaborazioni americane, sempre come colorista.

Per "Wondercity" mi occupo della colorazione del settimo episodio, inoltre sono anche tra i disegnatori selezionati che interverranno in seguito.

Conoscevi il fumetto prima che Tatai Lab decidesse di rilanciarlo?

Pur non avendo mai avuto modo di leggere la serie in precedenza, la conoscevo di fama. Mi ci sono imbattuto durante il workshop di colorazione digitale tenuto da Emanuele sette anni fa, alla Scuola di Fumetto di Milano, occasione in cui abbiamo usato vignette e illustrazioni come dispense didattiche ed esercitazioni. Immagina la sorpresa quando ho scoperto che avrei potuto lavorare ufficialmente sul fumetto!

Quindi sì, quello che ho assorbito in quelle lezioni è andato a integrare la mia tecnica di lavorazione. Andavo in una direzione simile, per gusto personale, anche per il disegno. La mia influenza principale è quella disneyana, e la sintesi moderna del tratto di Turconi mi piace molto.

Cosa rende, secondo te, "Wondercity" davvero “wonderful”?

Secondo me, il connubio tra le atmosfere alla “Giovane Indy” e quelle tecno-sovrannaturali.

Cos'hai pensato non appena hai letto la sceneggiatura del tuo numero di "Wondercity"?

Quante scene di azione!

Quale ambientazione ti risulta più facile e rilassante disegnare/colorare? E qual è quella che ti crea più difficoltà?

Come colorista, ti dirò che non trovo grosse differenze nella resa delle tipologie di ambienti. In realtà, la difficoltà non è nel “cosa” bisogna rappresentare, risiede tutto nel “come” rendere le atmosfere. Tensione, azione, relax, paura ecc...

C'è qualche personaggio a cui ti senti affine?

Direi Thomas, è una persona gentile.

Cosa pensi di questo ritorno? Temi il peso del confronto o, al contrario, ti emoziona?

Sono molto entusiasta. Il confronto con gli autori precedenti si sente sempre un po’, ma è buona cosa, stimola a dare il meglio.

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