Spielberg racconta i pochi ritocchi digitali in West Side Story: "New York è ancora nel personaggio"
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A proposito dello spagnolo, lingua che nel film è molto parlata, i creatori hanno spiegato come mai non è sottotitolata: “I portoricani passano spesso da inglese a spagnolo e a vicenda si spingono ad usare l’inglese ora che sono in America.Tutta la storia parte proprio con il tenente che dice ai portoricani che devono parlare in inglese, e anche Anita lo ripete. Quindi per rispetto non l’abbiamo sottotitolata, quella lingua deve esistere sullo stesso piano dell’inglese. Pari grado. Mi piaceva l’idea che in una sala chi parla inglese sentisse le risate solo di una parte del pubblico, quella che capisce lo spagnolo”.
“E poi se stai attento lo capisci comunque perché le frasi le iniziano in inglese” ha precisato Rita Moreno.
Per spiegare il coinvolgimento di Spielberg, Tony Kushner ha raccontato di come quando facevano le prove dei numeri musicali, nello specifico quello della palestra, Spielberg fosse così eccitato che “doveva solo guardare ma non ha resistito e si è messo su una sedia da ufficio con le rotelle e ha cominciato a filmare con il cellulare con un assistente che lo spingeva come fosse una steadicam. Non ci riusciva a stare fermo”.
Ma non solo quello. Il film è stato girato effettivamente a New York, nelle zone in cui i palazzi non sono cambiati, non usando necessariamente i quartieri giusti ma rispettando il periodo: “L’unico ritocco al computer è stata l’estensione del set nella prima scena. C’erano 5 isolati diroccati realmente costruiti e il resto è estensione digitale, poi abbiamo levato gli elementi di modernità come i condizionatori o le sbarre alle finestre. Il resto è autentico. New York è ancora nel personaggio!”.
C’è ancora un’altra cosa però che hanno ritoccato: “Ci sono stati 3 giorni di riprese in cui il caldo era intollerabile, facevano 35° all’ombra e dovevamo girare le parti ballate di America. Tutti sudavano tantissimo e abbiamo rimosso in digitale gli aloni sui vestiti. A fine giornata i ragazzi erano distrutti. E siccome poi il giorno dopo sarebbe stato ancora più caldo ho deciso che non avremmo girato, senza però addossare i costi del mancato giorno di lavoro alla Disney. Li ho coperti io”.