Speciale Il Ragazzo Invisibile: BadComics.it intervista Sara Pichelli
Abbiamo contattato Sara Pichelli per parlare del suo lavoro come cover artist de Il Ragazzo Invisibile
Caporedattore, ex grafico e illustratore, appassionato di tutto ciò che è narrazione per immagini.
Abbiamo contattato la disegnatrice romana per parlare del suo lavoro come cover artist per Il Ragazzo Invisibile, la miniserie prodotta da Panini Comics che espande il mondo del film di prossima uscita diretto da Gabriele Salvatores.
Ciao Sara, benvenuta su BadComics.it e grazie per la tua disponibilità. Con Davide Toffolo sei stata contattata da Panini Comics per realizzare le copertine de Il Ragazzo Invisibile, miniserie che esplora il mondo del nuovo film di Gabriele Salvatores. Com'è nato il progetto? Ti erano stati offerti anche gli interni?
Si, diverso tempo prima ero stata contattata da Sara Mattioli, che mi aveva proposto sia copertine che interni. Non sono stata certa fino all'ultimo di poter dare disponibilità per le pagine interne data la forte pressione lavorativa che proveniva dalla Marvel, però volevo assolutamente fare parte di questo progetto, per cui diventarne la cover artist mi sembrava un ottimo compromesso.
Cosa pensi della crossmedialità che sta dietro all'idea di questa serie? Pensi che fumetto e cinema possano farsi del bene anche in Italia come accade negli States? E quanto può essere d'ispirazione per un disegnatore avere a che fare con dei personaggi che sono interpretati da attori sul grande schermo?Il cinema si è rivelato un ottimo traino verso il mondo del fumetto per il pubblico che normalmente ne è fuori. La crossmedialità rischia però di danneggiare il fumetto nella maniera in cui questo ne diventi troppo dipendente. Da sempre nel campo dell'arte sequenziale sono state fatte sperimentazioni narrative, visive e di contenuto, arricchite anche da una vena politica, religiosa e sociale. Spero solo che non si abbandoni quel coraggio, ma che l'incrocio di media diventi un modo per portare più fondi e credibilità ad un media che forse sin troppe volte è stato sottovalutato.
Onestamente trovo d'impiccio dover lavorare su personaggi esistenti, affascinanti e famosi che siano... spesso troppo belli per risultare interessanti da disegnare.Non è certo la prima volta che ti occupi delle copertine di una serie, ricordo ad esempio dei meravigliosi esempi per Ultimate Comics: Spider-Man, come la variant del numero 155 con tutti i personaggi del cast, tanto espressivi da sembrare vivi. Come cambia il tuo approccio da storyteller di vignette a cover artist?
Si tratta di una differenza sostanziale, che poi è ciò che separa la carriera dell'illustratore da quella del fumettista. Il primo deve raccontare con una sola immagine, il secondo con una sequenza .
Nella veste di cover artist mi concentro molto sulla composizione e faccio particolare attenzione all'espressività dei personaggi che metto in copertina. Quando si tratta una singola immagine ogni dettaglio pesa in egual modo, e l'uso dei simboli spesso aiuta a raggiungere lo scopo comunicativo.
Trattandosi di una miniserie legata a un prodotto cinematografico sei stata ispirata dallo stile di qualche locandina? E quali sono le tue preferite di sempre nella storia del cinema?
Non ho guardato nessuno in particolare, ma ho fatto una ricerca a tappeto di tutte le locandine cinematografiche che potessero fare al caso mio. Se dovessi citarti qualche locandina storica che adoro, direi senza dubbio Pulp Fiction e Scarface.
Quanto sei stata influenzata dalla lavorazione del film? Hai visitato il set, conosciuto il regista e gli attori coinvolti?
Avrei potuto vedere in anteprima il film e conoscere il cast già prima dell'inizio della lavorazione delle copertine, ma i miei impegni d'oltreoceano me l'hanno impedito, per cui mi sono accontentata di lavorare sulle dettagliate referenze fotografiche prese dal set, che la Panini mi ha fornito.
Il Ragazzo Invisibile tenterà di portare alcune connotazioni tipicamente americane in un contesto italiano. Pensi che ci sia spazio al cinema e in edicola per dei veri e propri supereroi nostrani?
Questa è una domanda complicata alla quale non so rispondere con certezza. Come verrà accolto il tentativo di portare un genere così saldamente intrecciato nel tessuto culturale americano, all'interno del contesto italiano non ne ho idea. So solo che bisogna avere coraggio e tentare, perché il pubblico vuole essere stupito e conquistato.
A prescindere dai progetti in cui sei coinvolta, la multimedialità è spesso presente nel tuo lavoro: sappiamo infatti che sei un'appassionata di serie televisive. Quali sono quelle che ti hanno coinvolto di più durante le tue giornate sulle tavole e quelle che ti hanno maggiormente ispirata nel tuo lavoro?
Siete sicuri di aver abbastanza spazio per questa domanda? :) Ok allora comincio: The Killing, True Detective, Hannibal, Halt and Catch Fire, Gomorra, Orange is The New Black, You're The Worst, Aiutami Hope, Big Bang Theory, Sherlock... Queste invece sono quelle che mi hanno ispirato: I Soprano, Six Feet Under, Battlestar Galactica, Black Mirror, In The Flesh, Shameless...
Tornando ai fumetti, ti va di consigliarci qualche lettura che di recente ti ha piacevolmente colpito e un disegnatore non molto famoso che valga la pena di essere scoperto?
Sicuramente non sono molto conosciuti in Italia, ma grazie alla BAO e alla Coconino ho avuto modo di conoscere due grandi autori che tutti dovrebbero aver modo di apprezzare: E la chiamano estate di Jillian e Mariko Tamaki e Manu Larcenet con Blast (conosciutissimo in Francia).