Speak No Evil, il regista spiega le differenze con la versione originale: "Non volevo un remake, ma un punto di vista diverso"

Cosa c'è di diverso tra Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti e il film del 2022? Ce lo dice il regista.

Critico e giornalista cinematografico


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Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti arriva a soli due anni dall'omonimo film del 2022 diretto dal regista danese Christian Tafdrup. Abbiamo parlato con il regista per capire i motivi e le principali differenze tra le due versioni.

La storia segue una famiglia americana che, dopo aver stretto amicizia con una famiglia inglese durante un viaggio, viene invitata a passare un fine settimana nella loro tenuta di campagna. Quella che all'inizio sembra una vacanza da sogno, però, si trasforma presto in un incubo.

Stessa storia, punti di vista diversi

Quando ho visto per la prima volta il film originale, mi sono appassionato ai temi che esplora, come la nostra interazione nel contesto sociale e l’ansia che questo genera. Mi è piaciuta molto l’ambientazione e la caratterizzazione delle due coppie. Tuttavia, non volevo fare un semplice remake della stessa storia. La prima volta che ne ho parlato con la Blumhouse, mi sono chiesto quali fossero gli aspetti più vicini a me e quali invece avrei voluto cambiare e diversificare.

Già cambiando l’ambientazione e spostandola nel Regno Unito, il contesto risulta diverso. L’ambientazione britannica imposta il film su un tono differente, quasi come una tonalità musicale diversa, con un umorismo che circonda tutto.

La reazione dei personaggi

Per quanto riguarda il finale, penso che il fatto che i nostri personaggi siano americani li porti ad aprire gli occhi e ad agire molto prima rispetto all'originale. Quando Paddy pronuncia la famosa frase "siete stati voi a lasciarcelo fare", è il momento in cui tutte le regole sociali crollano, mostrando la realtà senza filtri, con tutta la violenza che ne consegue.

In questo film, ho voluto esplorare come i personaggi americani avrebbero reagito a certe situazioni. [...] Credevo che, davanti a certe circostanze, i loro personaggi avrebbero provato a scappare, a nascondersi o a reagire in qualche modo. Non penso che i personaggi originali danesi si sarebbero comportati allo stesso modo. La cultura americana spinge verso una reazione immediata, specialmente quando si è confrontati con una violenza così diretta.

McKenzie (Louise) rappresenta il tipo di persona che cerca di affrontare le situazioni. Ho pensato che fosse interessante creare una sorta di conversazione e confronto tra il mio film e quello originale di Christian. Nel mio film, l’interazione tra i personaggi americani e britannici riflette le diverse risposte culturali alle stesse situazioni, aggiungendo profondità al tema centrale della storia.

Gli elementi britannici

Volevo ambientare il film nel Regno Unito fin dall’inizio. Se il film avesse parlato di una coppia di New York che va in West Virginia, non avrei saputo come raccontarlo. Invece, scrivere personaggi come Paddy mi è venuto naturale. Esiste questo cliché che vede i britannici come persone represse e gli americani come più aperti e diretti, ma non è sempre vero. Nell’America orientale, ad esempio, c’è una classe sociale molto oppressa, mentre parte dei britannici può essere molto più esuberante, come lo è Paddy. Lui ha quel senso dell’umorismo molto britannico, che risulta irriverente nel modo di fare.

La coppia americana passa il tempo a guardarlo chiedendosi se sia solo un eccentrico britannico o se ci sia effettivamente qualcosa di sbagliato in lui. La sua casa, ad esempio, è una fattoria un po’ trasandata, che loro vedono come sporca e piena di roba brutta. Il modo in cui interpreti i segnali sociali cambia molto in base alla cultura. La coppia lascia la città e si ritrova in un paesaggio molto primitivo rispetto ai loro standard, un elemento molto britannico che richiama la tradizione cinematografica del Regno Unito, come in "Cane di paglia", a cui il mio film si ispira, soprattutto nella parte finale. L’umorismo del film è puramente britannico.

Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti è al cinema dal 12 settembre.

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