Security: esce il thriller tratto dal romanzo di Stephen Amidon, ne parliamo con il cast e il regista!
Il regista e il cast di Security ci hanno rivelato qualche aneddoto e curiosità sul lavoro compiuto per costruire i personaggi prima di arrivare sul set del film che debutterà oggi su Sky e NOW
Chelsom si è occupato della sceneggiatura in collaborazione con Tinker Lindsay, Silvio Muccino, Michele Pellegrini e Amina Grenci, basandosi su un soggetto suo, di Umberto Contarello e Sara Mosetti. Il cast comprende numerose star del cinema italiano a partire da Marco D’Amore, che ne è protagonista, e passando poi a Maya Sansa, Silvio Muccino, Valeria Bilello, Ludovica Martino, Giulio Pranno, Tommaso Ragno, Beatrice Grannò, Antonio Zavatteri e Fabrizio Bentivoglio.
Security prova a indagare le paure umane più recondite, rappresentando con efficacia come le apparenze siano sempre più ingannevoli. L’ambientazione originale – Forte dei Marmi d’inverno – accompagna lo spettatore attraverso una vicenda che mette in scena le debolezze umane, ma anche la forza della verità, che può emergere solo quando la si cerca con vera determinazione. Al centro della trama ci sono degli eventi ambientati nella città che d'inverno cambia volto rispetto al periodo estivo: le giornate si accorciano, le notti si allungano e le ville diventano delle vere e proprie piccole fortezze custodite da sofisticati circuiti di telecamere di sicurezza. La storia sconvolgerà la vita dei protagonisti, cambiandoli per sempre, portando gli spettatori a riflettere sulle paure presenti nell'animo umano e sul prezzo della sicurezza.
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Un’idea geniale. Questa era la storia di una piccola ed elitaria comunità. La città doveva essere una sorta di microcosmo, isolato dal mondo esterno e gli uni dagli altri. Ovviamente, la storia è completamente inventata e il fatto che Forte Dei Marmi sembri il posto più sicuro del mondo, dove non succede molto d’inverno, funzionava benissimo per un thriller. Abbiamo girato il film poco prima del primo lockdown. Durante il montaggio, mi sono reso conto che la nostra storia davvero trattava il tema dell’isolamento all’interno di una comunità. Alla fine del film, abbiamo scritto che le persone uscivano dalle loro case e alcuni di loro incontravano per la prima volta i loro vicini. Come Marco D’Amore dice nel film “è triste quanto una comunità si unisce solo in tempi di tragedia”. In qualche modo questo era diventato ancora più rilevante dopo il Covid. Avevo girato immagini di persone che stringono le mani a vicini che non avevano mai incontrato prima. Ovviamente, l’Italia non è così e questa è un’analogia di una storia, ma questo ha aggiunto potere al finale. Nessuno si merita il distanziamento sociale meno dell’Italia! Per loro è proprio una disgrazia! E soprattutto, io conoscevo già Forte dei Marmi. La mia casa è a meno di un’ora da lì. Così mi sono trovato a scrivere di luoghi davvero specifici, strade, bar, spiagge. La cosa più strana è stata conoscere la città meglio della mia squadra italiana (anche se mi sono completamente perso a Roma).
Il racconto porta in scena un gruppo di personaggi di cui progressivamente si scoprono segreti e nuovi lati della personalità e per riuscire a rappresentarli nel migliore dei modi è stata incredibilmente utile ed essenziale la collaborazione tra Chelsom e il proprio cast, come hanno raccontato loro stessi presentando il film. "Conoscevo qualche attore e altri me li hanno suggeriti," ha spiegato Chelsom, "ed è stato il miglior gruppo di interpreti con cui abbia mai lavorato, è stato un vero piacere. Mi ero preoccupato molto perché ero alle prese con un film in un'altra lingua, ma la buona recitazione è la buona recitazione, va oltre la lingua o gli elementi legati al paese diverso dal mio".
Il protagonista Marco D'Amore, che nel film ha il ruolo di un addetto alla sicurezza che indaga su una brutale violenza subita da una teenager, ha svelato parlando della collaborazione con Chelsom:
Per me è stato difficilissimo perché quando incontri qualcuno che ha molto più talento, esperienza e capacità ti complichi la vita. Ovviamente lo dico con la gratitudine di chi vuole farsi complicare la vita mettendosi a confronto con chi è più bravo. Peter è un talento ed è sotto gli occhi di tutti, si sa che riesce a fondere le sue conoscenze tecniche e artistiche in modo credibile. Dimostra quanto vale come regista perché ha nella testa e nel cuore quello che sarà il film, non quello che sta girando al momento. Aveva sempre una percezione di quello che sarebbe stato che andava oltre la nostra immaginazione. Ho rubato tanto a lui con questa esperienza.
La star di SKAM Italia Ludovica Martino ha invece la parte di Angela, la figlia del protagonista Roberto, che ha una storia d'amore con il suo professore Stefano, interpretato da Silvio Muccino, e ha potuto prepararsi in modo attento prima di arrivare sul set:
Si è trattato del mio ultimo film girato prima del COVID, ormai un anno e mezzo fa, quindi ora mi sento molto diversa. C'erano molti più elementi in comune con il mio personaggio, ero più vicina ad Angela, avevo dei ricordi più vividi degli anni del liceo. Mi sembra una vita pre e dopo Security. Ai tempi c'erano degli elementi che mi hanno aiutata a mettere un po' più a fuoco quello che avevo in comune con il personaggio. Sono stata una delle prime a essere stata scelta per il film, sei mesi prima che iniziassimo a girarlo, quindi ho avuto davvero tanto tempo per prepararmi bene, per leggere più volte il libro, parlare con Amidon, leggere la sceneggiatura e fare tutte le prove con Peter e con Silvio. Abbiamo provato davvero moltissimo. Lo abbiamo messo in scena in un teatro di posa dove avevamo ricreato la casa del personaggio interpretato da Muccino. Abbiamo preparato tutti i momenti e le battute con le azioni fisiche che voleva in scena. Si è trattato di un duro lavoro, non abbiamo dovuto accorgerci sul set di cosa non avrebbe funzionato. Eravamo molto sereni quando siamo arrivati sul set.
Silvio Muccino ha avuto un doppio impegno davanti e dietro la macchina da presa, essendo uno degli sceneggiatori di Security, e ha sottolineato come il lavoro con il filmmaker abbia contribuito in modo essenziale a trovare il giusto approccio alla storia:
Conosco Peter da diversi anni, da quasi un decennio. Quando mi ha cercato per questo progetto ero molto lusingato e contento. Sono partito dal libro, che mi ha stregato leggendolo. Peter mi ha chiesto di aiutarlo ad adattare il mondo del professore, non solo il suo ruolo e status, che nel romanzo è incredibilmente approfondito come il rapporto con Angela, portandolo così in un film dove deve essere estremamente condensato. Ho provato a trasportare la ricchezza del personaggio e il mio lavoro è stato estremamente facile grazie a Peter che è un regista dedito in modo maniacale alle prove ed è generoso, e anche da Ludovica e dagli altri attori con cui ho lavorato. Ludovica, in particolare, mi ha permesso di raccontare l'ambiguità del personaggio. Stefano è un narcisista e oscilla tra manie di grandezza e profonda insicurezza, quello che lo rende interessante è la sua attrazione verso Angela, che è una luce che brilla nella sua storia, verso questa purezza incontaminata. Ho lavorato raramente con un'attrice così dedicata, attenta e scrupolosa alla battuta, all'intenzione e al dettaglio per rispettare quella ricchezza.
Il confronto tra diverse generazioni ha entusiasmato anche D'Amore che ha parlato della sua collaborazione con Ludovica spiegando:
Ludovica, Giulio Pranno e Beatrice Grannò sono di una generazione un po' lontana dalla mia e ho sempre nutrito la speranza di incontrare ragazzi così giovani, ma così dediti. Sono dei professionisti encomiabili. Stanno crescendo come artisti nutrendo il talento e vivono questo mestiere con una tale profondità e serietà che mi hanno dato una gioia enorme perché in loro ho rivisto il ragazzino che sono stato e che ha dedicato completamente la sua vita a questo mestiere. Con Ludovica è stata una gioia perché essendo così diversi ci siamo divertiti e abbiamo trovato dei punti di contatto emotivi tra Angela e quello che era stato il padre in passato.
La grande esperienza di Chelsom, che l'ha lodata per la sua capacità di interpretare con bravura l'evoluzione di Angela, ha inoltre un po' spiazzato inizialmente Ludovica, che ha ammesso:
Sono una grande fan di Serendipity, uno dei film che ho amato di più nella mia infanzia. Essere stata scelta da Peter Chelsom è stato un grande onore, ma anche solo rendermi conto che sapeva della mia esistenza mi ha emozionata! E al film ha anche lavorato il direttore della fotografia che ha vinto un Oscar con Avatar, quindi ero destabilizzata e onorata all'idea di poter recitare nel progetto! Silvio è stato il partner ideale perché, a parte la bravura a livello attoriale, con lui c'è stato un feeling, una comprensione unica, uno scambio di opinioni e interazioni. Avevo fatto un provino per un suo film, che non è mai stato realizzato, anni fa e ho sempre avuto una grande stima, ha fatto parte della mia vita come se fosse un mio amico di sempre.
Nella vita di Roberto ci sono poi due donne molto importanti: sua moglie Claudia, che sta cercando di fare carriera in campo politico, ed Elena, nei cui confronti da tempo prova dei sentimenti molto profondi. Maya Sansa e Valeria Bilello, le due interpreti dei personaggi femminili, portano in scena due donne per molti aspetti quasi in antitesi, ma non hanno mai avuto modo di incontrarsi durante le riprese e nemmeno durante le prove che hanno preceduto il lavoro sul set. Valeria ha quindi ribadito quanto sia stato importante essere guidate da un esperto regista:
Peter è stato molto attento alle sfaccettature che voleva dare ai personaggi e agli eventi. Sul set abbiamo cercato di dare degli spunti che Peter ha sempre accolto a braccia aperte. C'è stato un lavoro minuzioso di prove e preparazione, poi sul set il regista è sempre stato attento e aperto nei confronti della visione degli attori, non ha mai imposto la sua visione, ha abbracciato il lavoro con i suoi interpreti.
Questo atteggiamento, dentro e fuori dal set, ha così permesso di costruire dei personaggi ricchi di sfumature e Maya ha ricordato:
Ho subito avuto la sensazione che il mio personaggio sia una donna estremamente sensibile che ha cercato di controllare questa sensibilità, è molto passionale, emotiva, ma poi passa la vita a costruire questa corazza che potrà difenderla dalle sue emozioni. Ha un obiettivo più grande, quello di proteggere, controllare, decidere, per non essere ferita.
L'attrice ha inoltre aggiunto:
Quando una sceneggiatura è ben scritta è più facile trovare le dinamiche giuste con i propri partner, lasciarsi andare al testo e al proprio regista, facendo delle piccole proposte qua e là per accompagnare una scrittura così raffinata, è tutto molto naturale e organico. C'è stato un lavoro con le prove con Peter prima di arrivare sul set, poi da lì è stato un processo molto fluido.
Il risultato finale si caratterizza per un'atmosfera molto particolare, costruita anche grazie alla collaborazione con il direttore della fotografia Mauro Fiore. Chelsom ha spiegato come ha collaborato con il premio Oscar dichiarando:
Quando io condivido il film con amici americani dicono 'Questo film è così italiano!' Mentre qui dicono che sembra molto americano! Lo considero un complimento. Per me la fotografia conta molto, sono fotografo da 13 anni e dico sempre che se la foto statica, prima che recitino tutti gli attori, riesce a colpirmi è un elemento importante perché quello è essenziale per fare cinema. Mauro ha capito questa mia idea e lui sa illuminare le scene come se fosse un sogno, non come se fosse realtà, e rischia sempre.