Samuel Stern: intervista a Gianmarco Fumasoli e Massimiliano Filadoro di Bugs Comics
In vista dell'esordio di Samuel Stern, testata edita da Bugs Comics, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Gianmarco Fumasoli e Massimiliano Filadoro
In vista dell'esordio abbiamo posto qualche domanda a Gianmarco Fumasoli, direttore della casa editrice romana, e allo sceneggiatore Massimiliano Filadoro, i quali ci hanno gentilmente omaggiato di tre tavole in anteprima; la prima che ci è stata inviata è inoltre servita da spunto per le domande di questa intervista.
Ecco quello che ci hanno raccontato Fumasoli e Filadoro:
Ciao, Gianmarco e Massimiliano! Benvenuti su BadTaste.it.
Stando alla tavola in anteprima che ci avete mostrato, sembra chiaro che la storia coinvolga angeli, demoni e, più in generale, la religione. Dove si colloca Samuel Stern tra temi così universali?In generale, nel Fumetto popolare la religione viene ignorata o trattata come una caratteristica da affibbiare a un personaggio, né più né meno di un mestiere o un’attitudine. Il nostro sforzo è stato, soprattutto per il personaggio di Duncan, di entrare, per quanto possibile, nella forma mentis di un uomo di fede.
Ci interessava riportare la lotta tra Bene e Male alle sue radici archetipiche, sostanziali; inspiegabili per l'approccio logico dell'uomo attuale. Il Male è assimilabile a una specie di Caos primigenio e di desiderio insoddisfatto che trova nell'Uomo un nido e una sponda. Il Bene, nella sua rappresentazione angelica, è pura luce fredda, insostenibile, come la visione del roveto ardente del monte Oreb.Il rapporto tra Samuel e Duncan e il modo in cui affrontano il male, ognuno con le sue peculiarità ma fianco a fianco, è il cuore dei racconti di Samuel e una cosa di cui andiamo estremamente fieri.
A prima vista, Stern sembra un eroe: per lui la linea che separa il bene dal male è un concetto sottile o un segno netto da non oltrepassare?
In mezzo a questi due poli c'è il personaggio di Samuel Stern, con i suoi dubbi e la sua umanità. Stern ha nei suoi amici degli esempi che incarnano molto concretamente delle modalità di pensiero: la fede e le convinzioni di Duncan, l'impegno sociale di Penny, la cultura accademica di Angus. Samuel accoglie il loro punto di vista, ma non lo fa proprio.
A qualche livello, anche la lotta contro i demoni per Samuel è qualcosa da perseguire con distacco olimpico, da eroe tragico che sa di andare incontro al suo lontano ma ineluttabile crepuscolo infernale. Forse l'essenza del personaggio Samuel Stern è rappresentata dal colloquio silenzioso con se stesso, l'ascolto di quelle parti della propria Ombra che noi, esseri quotidiani, non vogliamo sentire.
In che punto della storia editoriale del personaggio si colloca questa tavola? In quale albo la ritroveremo?
È una tavola del numero 1, una delle prime dell’albo. L’idea è quella di cominciare da subito a essere chiari sulle tematiche affrontate da "Samuel Stern". Abbiamo pensato molto a come affrontare il tema “Chiesa”, sia perché si tratta pur sempre di qualcosa di delicato, sia perché parlarne in Italia, con la presenza del Vaticano, può essere spigoloso, ma alla fine, oggettivamente, non si può parlare del Diavolo se non parliamo di Dio. Quindi perché nasconderlo?
Perché avete selezionato una pagina in cui il protagonista non appare?
Bella domanda. Perché nel fumetto presentiamo prima Duncan e poi Samuel. È stata una scelta consapevole, e in quella tavola vediamo Duncan, un prete, nella sua chiesa. Con alle spalle la nostra visione di San Michele che scaccia il Demonio.
Sicuramente non c’è il protagonista, ma c’è tanto di cui parlare per valutare il contesto in cui Stern si muove. E, soprattutto, c’è Duncan O’Connor, un personaggio molto interessante ma difficilissimo da raccontare. Molto dell’equilibrio della serie si gioca sul rapporto tra lui e Samuel.
Parliamo della caratterizzazione fisica del personaggio: com’è nato il suo look? Vi siete ispirati a qualcuno in particolare?
Il look di Samuel nasce dalla scelta di ambientare la serie a Edimburgo. A quel punto, capelli rossi e occhi chiari sono stati la prima scelta. Per la giacca di Stern è stato molto più complicato. Prima di approdare alla versione definitiva siamo passati per diversi modelli più semplici e con meno particolarità, perché nessun disegnatore, tra quelli che hanno affrontato le prove, riusciva a disegnarla per come l’avevamo scelta: ognuno aveva la sua versione. Avevamo ormai deciso di usare una giacca di pelle nera, quando, un giorno, Luca Lamberti (disegnatore del numero 2) ha insistito per avere quella attuale, perché più originale. Quindi, insieme a tutti i disegnatori in quel momento al lavoro, abbiamo rivisto la giacca nei minimi dettagli.
La lotta di Samuel contro l’incubo non rappresenta il suo mestiere principale, giusto?
La scelta più rapida e meno problematica sarebbe stata quella di dare a Samuel un ruolo “investigativo” che rendesse semplice il suo coinvolgimento. Avrebbe potuto essere un detective privato, un investigatore, un consulente della polizia o un agente speciale, ma volevamo tentare qualcosa di differente, trovando poi modi originali perché venisse “messo in mezzo”. Alla fine si è dimostrata la scelta vincente, perché anche da questo aspetto della vita di Samuel sono nate storie interessanti.
Samuel è un libraio e lavora in una vecchia libreria di Edimburgo; è esperto di libri antichi, sia per quanto riguarda la loro valutazione e catalogazione che per il restauro. Il suo mestiere lo porta spesso a contatto con casi particolari. Prima di fare il libraio è stato fotografo, collezionista d’arte, pony express e giardiniere.
Sempre parlando di incubi, il pensiero non può che andare ad altri due personaggi dei fumetti: Dylan Dog, presente nel mercato delle edicole a cui intendete rivolgervi, e il britannico (ma editorialmente americano) Hellblazer, molto meno noto e più attivo nelle fumetterie. Quali sono i punti di contatto e le differenze tra Samuel Stern queste due storiche icone?
A Constantine siamo sicuramente vicini per tematiche, così come al fumetto "Outcast". Ci siamo sforzati di fare un lavoro di documentazione esoterica. Questo lavoro, però, rimarrà "sullo sfondo". Non infarciremo le tavole di citazioni della Goetia o di riferimenti a gerarchie di demoni (non ancora almeno). Il tessuto esoterico sarà invisibile. Il lavoro di documentazione è stato fatto essenzialmente al fine di creare l'abito adatto al core della nostra mitologia, ossia i demoni sono figli dell'essere umano.
Per quel che concerne Dylan Dog, ognuno di noi ha un passato e fumetti che lo hanno letteralmente cresciuto, e il personaggio di Sclavi è uno di quelli, ma non c’entra nulla con le tematiche di Samuel. Se volessimo trovare un punto in comune è semplicemente la connotazione horror.
Roberto Recchioni ha criticato la scelta di coinvolgere storici disegnatori di "Dylan Dog" per quella che si propone come un'alternativa al titolo Bonelli. Cosa ne pensate? Samuel vuole essere l’anti-Dylan?
Fumasoli - Premesso che crediamo che l’incubo sia abbastanza forte da avere più di un avversario e che definire Samuel l’“anti-Dylan” è inesatto, non c’è, almeno ad oggi, con più di un anno di numeri in lavorazione o conclusi, alcun disegnatore di "Dylan Dog" all'opera su un albo di Samuel Stern. Non sappiamo da dove provengano queste supposizioni, ma ci fanno sorridere visto che sono errate.
Nelle nostre intenzioni, "Samuel Stern" vuole essere ancorato alla tradizione della narrativa popolare a fumetti italiana, e quello che ne verrà fuori scaturirà dalla sensibilità dei singoli autori nel trattare tematiche umane, all'interno di una storia d'avventura horror. D’altro canto, i generi popolari hanno tutti un competitor di riferimento sul mercato. Se avessimo lanciato un personaggio di fantascienza, western, noir o altro sarebbe stato comunque messo a confronto con qualcosa di già esistente.
L’ambientazione della serie sarà realistica o vedremo anche degli elementi sovrannaturali nei vari scenari?
Nella costruzione del mondo narrativo di "Samuel Stern" siamo voluti partire da una base molto realistica, e lo testimoniano gli studi delle location (palazzi, strade, edifici storici) realizzati dai disegnatori. Lo stesso Derryleng Bookshop, dove lavora in protagonista, è situato in una via esistente ben precisa ed è stato anche calcolato il tragitto che Samuel deve percorrere per andare e tornare da casa!
Tuttavia nell'universo narrativo di "Samuel Stern" la realtà è simile a un fragile guscio d'uovo e basta poco per intravedere sprazzi di altri mondi, ben più tenebrosi del nostro. Di fatto la città di Edimburgo e la Scozia in generale sono luoghi perfetti per imbastire un simile tessuto. Storicamente, Edimburgo è piena zeppa di cimiteri, mausolei, cripte, torri in rovina o restaurate, sotterranei, vicoli affollati di presenze, maledizioni, oscurità tangibili.
La realtà e l'Inferno, in "Samuel Stern" sono come i due lati della stessa medaglia. Senza dimenticare, però, che le più spaventose visioni infernali non saranno mai paragonabili al vero orrore, quello che si nasconde nel cuore nero degli esseri umani.
Potete già farci i nomi di altri sceneggiatori e disegnatori coinvolti nel progetto?
Fumasoli - I primi numeri li abbiamo scritti noi due e successivamente abbiamo puntato sia su sceneggiatori Bugs abituati a scrivere sulle nostre riviste, e quindi a conoscenza delle nostre linee editoriali, sia su nomi esterni.
Al momento, Luca Blengino, Davide La Rosa, Francesco Vacca, Andrea Guglielmino e altri stanno lavorando sulle loro storie di "Samuel Stern".
Per quanto riguarda i disegnatori, collegandoci alla domanda di prima, continuiamo a sposare uno dei capisaldi e degli obbiettivi di Bugs, ovvero dare spazio a nuovi autori. Questo ci permette di offrire una gamma di stili grafici autentici e variegati, legati da una fortissima identità editoriale del personaggio che, a prescindere da chi lo disegnerà, sarà sempre riconoscibilissimo. A questi si affiancano anche professionisti affermati provenienti da altre realtà editoriali. Come, ci teniamo a ribadirlo, abbiamo sempre fatto sin dall’inizio delle nostre pubblicazioni.
Scegliere di andare in edicola nel 2019 è una grande scommessa: come mai avete pensato a una distribuzione seriale? E, di conseguenza, come si è sviluppato il lavoro creativo per mettere insieme un prodotto del genere?
Fumasoli - Alla prima domanda è facile rispondere: perché siamo matti! Riguardo alla seconda, il lavoro si sta ancora sviluppando, perché ogni step che raggiungiamo prevede una strutturazione che vada incontro a necessità specifiche. Non è semplice, ma riteniamo di star facendo un bel lavoro. La difficoltà maggiore dal punto di vista creativo è senza ombra di dubbio l’esigenza che ogni autore, con il suo tratto distinguibile, renda Samuel Stern e i personaggi comprimari sempre uguali. Ma in questo ci viene in aiuto la creazione di una bibbia del personaggio, di più di ottanta pagine e in continuo aggiornamento, che tiene conto di ogni minimo aspetto del fumetto.