Roma 2015 - EXCL: Gli Angulo Bros ci svelano i segreti di The Wolfpack!

Abbiamo incontrato alla Festa di Roma 2015, in esclusiva per BadTaste, Govinda e Narayana Angulo, due protagonisti del doc premiato al Sundance The Wolfpack

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Gli Angulo Brothers non sono sette fratelli normali. E non per via dei nomi provenienti dal sanscrito.

Mukunda, Narayana, Govinda, Bhagavan, Krisna (poi Glenn), Jagadesh (poi diventato Eddie) e l'unica femmina Visnu sono cresciuti in un appartamento di Lower East Side Manhattan... senza mai uscire di casa per 14 lunghi anni.

The Wolfpack, acclamato documentario diretto da Crystal Moselle vincitore al Sundance 2015 del Gran Premio della Giuria, racconta gli ultimi 4 anni di vita nel famigerato appartamento da parte di questi fratelli costretti dal padre Oscar (immigrato peruviano fervente adepto Hare Krishna) a non lasciare mai le mura dell'abitazione fino al fatidico giorno della ribellione, sostenuti dalla mamma yankee Susanne. Il cinema ha letteralmente fatto loro compagnia per tutta l'infanzia e adolescenza, spingendoli addirittura a rimettere in scena i loro film preferiti a livello amatoriale come fanno Jack Black e Mos Def in Be Kind Rewind - Gli Acchiappafilm (2008) di Michel Gondry.

The Wolfpack, nelle nostre sale a partire dal 22 ottobre, è stato presentato nella sezione Alice nella Città della decima edizione della Festa del Cinema di Roma. E' qui che abbiamo incontrato due dei fratelli Angulo nello specifico Govinda (gli abbiamo detto che ci ricorda molto l'attore inglese Ben Barnes de Le Cronaca di Narnia - Il Principe Caspian ma lui non è molto d'accordo, N.d.R.) e Narayana.

Iniziamo dalla nostra videointervista, incentrata sulle passioni cinematografiche dei fratelli:

Ecco invece l'intervista sul film:

Come avete fatto a conoscere la regista e come avete iniziato a lavorare al documentario nonostante i divieti a socializzare di vostro padre?

Govinda: E' tutto iniziato quando abbiamo cominciato a fare le nostre prime escursioni fuori dall'appartamento dopo le prime ribellioni di nostro fratello Mukunda. Durante una di quelle passeggiate abbiamo incontrato la regista Crystal Moselle, la quale ci ha voluto conoscere perché non ci aveva mai visto a spasso nel quartiere. E' tutto cominciato come una semplice amicizia tra noi e Crystal ma più parlavamo con lei più ci rendevamo conto che ci avrebbe potuto aiutare a raccontare la nostra storia e così, dopo 8 mesi di reciproca conoscenza, abbiamo deciso di permetterle di venire in casa nostra per iniziare le riprese del documentario.

Ma quindi potevate già permettervi di rompere le regole di vostro padre e permettere a un estraneo di entrare in casa?

Narayana: Sì. In quell'epoca già potevamo permetterci qualche ribellione senza che lui potesse ostacolarci.

Che anno era?

Govinda: Il 2010. Il documentario è durato 4 anni e mezzo e Crystal ha realizzato più di 400 ore di interviste.

Perché pensavate che vi avrebbe aiutato?

Govinda: Perché già conoscevamo il potere terapeutico della telecamera e non avevamo paura di affrontarla visto che lavoravamo ai nostri film amatoriali già da molto tempo e quindi non eravamo spaventati dall'obiettivo di una macchina da presa. Anzi... eravamo convinti che sarebbe potuto venir fuori un lavoro interessante, in grado di metterci in connessione con il resto del mondo.

Nel film sembrate tutti molto interessati al cinema anche se vostro fratello Mukunda (sarà il primo ad uscire dall'appartamento sfoggiando una maschera alla Michael Myers presa in prestito da un loro remake di Halloween, N.d.R.) sembra quello più ossessionato dalla regia. Quella scena in cui andate al cinema... era veramente la prima volta che vedevate un film in una sala di prima visione?

Narayana: Sì... era la prima volta. Il film era The Fighter (2010) di David O. Russell ed eravamo veramente felici di averlo visto.

Avete conosciuto David O. Russell?

Govinda: Sì, lo abbiamo conosciuto e quando lo abbiamo conosciuto è subito accaduta una gag come in uno dei suoi film...

Me la raccontate?

Govinda: Lui ha stretto la mano a ognuno di noi e visto che portiamo questi nomi molto particolari provenienti dal sanscrito... David era perplesso. Stringeva la mano a ognuno di noi e i nomi erano Mukunda, Govinda, Narayane, Visnu, Baghavan... fino a che non è arrivato a stringere la mano anche a Krisna e Jagadesh, i quali avevano cambiato i loro nomi in Glenn ed Eddie. Quando è arrivato a loro ha esclamato stravolto: 'Come mai voi due vi chiamate solo Glenn ed Eddie?!?!'.
David ci ha regalato la colonna sonora di American Hustle e poi ci ha invitato a vedere il montaggio di Joy, il suo ultimo film. Ma abbiamo rifiutato.

Perché?

Govinda: Perché volevamo vedere il film finito e non volevamo farci influenzare dal processo creativo.

A proposito di processo creativo... ma è vero che state per fondare una casa di produzione?

Narayana: Sì. Si chiamerà Wolfpack Pictures.

Ma avete intenzione di lavorare tutti nel cinema?

Narayana: Io sono interessato anche all'ambiente e faccio parte di alcune associazioni non governative.

Ma come mai vostro padre, così severo e rigido nel suo piano di farvi crescere isolati rispetto al resto del mondo, ha permesso che vedeste dei film in un certo senso così... pericolosi e sovversivi come Nightmare, Velluto Blu o Le Iene e Pulp Fiction del vostro amatissimo Quentin Tarantino? Non si rendeva conto che crescendo vedendo e rivedendo quei film... non sareste stati proprio dei soggetti così facili da controllare?

Govinda: Ottima domanda. Nostro padre ha sempre sottovalutato il cinema. Per lui era solo intrattenimento frivolo. Per noi invece quei film sono sempre stati qualcosa di più: un modo di evadere da quella prigione e un modo per conoscere il mondo. Il potere del cinema ci ha salvati. Lui questo lo aveva molto, molto, molto sottovalutato.

Ragazzi... scusate se ve lo chiedo e potete anche non rispondere se volete ma... mi chiedevo... che ne è della vostra sessualità? Il documentario è molto sobrio per non dire reticente sull'argomento ma io vedendo il film mi chiedevo come potesse essere stato crescere sessualmente in un ambiente di quel tipo. Che mi dite a proposito?

(Sia Govinda che Narayana si lanciano delle occhiate complici e ridacchiano durante il lungo periodo di tempo in cui provo a formulare la domanda nel modo più educato e rispettoso possibile, N.d.R.)
Govinda: Il sesso lo vedevamo solo nei film e le love story... le abbiamo conosciute solo attraverso il cinema. Diciamo che dal punto di vista sessuale la nostra vita è stata... estremamente limitata e restrittiva. Purtroppo... non saprei cos'altro aggiungere sull'argomento...

Diciamo che siete usciti dal vostro isolamento da relativamente poco. Allora l'ultima domanda è: come vi sembra il mondo? Come vi sembriamo noi "estranei"? Quali sono le riflessioni che vi sentite di fare una volta che avete definitivamente tradito le regole educative di vostro padre?

In sintesi possiamo dire che nostro padre ci aveva descritto il mondo al di fuori del nostro appartamento come la New York di Taxi Driver ovvero violenta, pericolosa e infida. Uscendo fuori però ci siamo resi conto di come le persone possano essere... anche gentili, oneste e perbene. Questo ci ha sconvolto. Siamo cresciuti convinti che fuori il mondo fosse come Taxi Driver e poi ci siamo accorti che somigliava di più a un film di Woody Allen ed era ironico e intelligente come in uno dei suoi film.

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