[Roma 2012] Ralph Spaccatutto: incontro con il regista e il produttore!
Abbiamo incontrato al Festival di Roma Rich Moore e Clark Spencer, regista e produttore di Ralph Spaccatutto, il divertente cartoon Disney in arrivo a Natale!
Un dei film di punta presentati al Festival di Roma è stato in realtà inserito all'interno della sezione per ragazzi Alice nella Città, che da quest'anno agisce come vera e propria sezione autonoma. Si tratta di Ralph Spaccatutto, del quale solo qualche giorno fa vi abbiamo parlato da Lucca e che arriverà a Natale nei cinema italiani.
Sembra che lei abbia portato in questo film tutte le sue passioni di quanto era un bambino. Quali erano i suoi videogiochi preferiti da bambino, e quali i suoi dolci preferiti, visto che parte del film è ambientata in un mondo videoludico fatto di dolci?
Sono cresciuto adorando i videogiochi, soprattutto gli arcade. Ho speso tantissimi soldi da piccolo, forse ho addirittura finanziato alcuni di questi videogiochi. E' stato un onore, quindi, poter lavorare a qualcosa che fosse ispirato da una mia passione ed essere in grado di farci un film come questo. I miei videogiochi preferiti sono Pong - uno dei primissimi videogame - che ha segnato la mia infanzia: anche solo la possibilità di poter controllare qualcosa nella televisione, per me, è stata una rivoluzione, tanto che sviluppai una vera e propria dipendenza. Poi ci sono stati Pac Man, Donkey Kong... adoro i giochi incentrati su piccoli personaggi. Alla fine, sono dei piccoli cartoon. Negli anni ho lasciato il gioco "collettivo" della sala giochi e ho continuato a giocare da solo a casa. Recentemente gioco molto ad Halo e Mario Kart. Per quanto riguarda i dolci, abbiamo fatto molte ricerche per trovare quelli che rappresentassero al meglio il mondo dove vive Vanellope. Il bello è che poi potevamo mangiarci questi dolci, una cosa che non si può fare se si fa una ricerca su Picasso!Questo è un film per ragazzi, ma è ricco di riferimenti a un mondo che forse i bambini e i ragazzi di oggi non conoscono, ovvero i videogiochi arcade degli anni ottanta. Come mai avete fatto questa scelta? Non era rischioso?
In effetti ce lo siamo chiesto mentre realizzavamo il film: non è rischioso introdurre personaggi vecchi in un progetto indirizzato ai ragazzi? Ho pensato alla mia infanzia, e alle mie icone. Mi è subito venuto in mente Stanlio e Ollio: non li ho mai visti recitare, ma li vedevo attraverso la televisione e i libri. Sapevo chi erano. I videogiochi fanno parte, come Stanlio e Ollio, della cultura popolare. Ero consapevole della loro posizione nella storia della comicità, e i nostri ragazzi conoscono la posizione di Pac Man nella storia dei videogiochi. Ho chiesto a mio figlio 13enne se conosceva Pac Man e Donkey Kong e Mario, e mi ha risposto di sì, anche se non ci ha mai giocato. E quindi ho pensato a un parallelo tra mio figlio e la mia infanzia. Questo mi ha rassicurato molto sul fatto che si riuscisse a costruire una relazione e l'identificazione tra il pubblico e questi personaggi.
L'impostazione del film è analoga a quella di Toy Story. Quanto si è sentito il contributo di John Lasseter, direttore creativo della Pixar e dei Disney Animation Studios e regista proprio di Toy Story?
Penso di poter dire di essere onorato dal parallelo con Toy Story. Sono d'accordo, comunque: l'idea alla base è molto simile, prendere personaggi inanimati e indagare la loro vita, la loro storia. Il mio approccio, però, è stato diverso: ho voluto portare sullo schermo ciò che sappiamo sui videogiochi e ciò che non sappiamo. Ho guardato la loro vita intera e il loro universo; universi unici per i propri generi.
Ci sono dei videogiochi attuali che volevate inserire ma che non siete riusciti a ottenere?
Due anni fa siamo andati all'E3 a Los Angeles e abbiamo parlato con tutte le principali compagnie di videogiochi: sono stati tutti entusiasti di contribuire al film, e ne hanno notato i vantaggi. L'idea di un Toy Story, un Roger Rabbit ambientato nel mondo dei videogame è piaciuta a tutti. Gli unici problemi sono stati per i casi in cui i diritti erano detenuti da più compagnie, non avevamo tempo per star dietro a situazioni simili.
Nel caso di Mario, siamo andati da Nintendo, loro hanno insistito perché inserissimo Bowser nell'anonima cattivi e abbiamo pensato fosse perfetto. Mario non lo abbiamo inserito perché non siamo riusciti a trovare una maniera organica per metterlo nella storia, senza limitarci a un mero cammeo [ndr: qualche tempo fa era stato reso noto che un altro motivo era stato il prezzo richiesto da Nintendo per utilizzare il personaggio, che comunque nel film viene citato].
Per quanto riguarda i videogiochi su licenza, le proposte sono arrivate da voi?
E' importante sottolineare che non intendevamo fare una storia sui videogiochi, ma una storia che si svolgesse nel mondo dei videogiochi. Poteva anche essere ambientata in una macelleria! L'importante è che fosse una storia con emozioni reali, una storia umana, che risuonassero in un pubblico più ampio. La tentazione di fare unicamente un film sui videogiochi c'è sempre stata, ma avrebbe escluso una bella fetta di pubblico che non gioca a quei videogiochi. Una storia umana, invece, si rivolge a tutti.
Avete creato un vero proprio universo che potrebbe espandersi, proprio come avvenuto con Toy Story. State pensando a sequel o a cortometraggi che proseguano nella storia?
Penso che a Los Angeles stiano pensando e sviluppando un modo per proseguire questa storia. Stanno andando al lavoro proprio ora...
C'è un vero e proprio rapporto maledetto tra il cinema e i videogiochi. Come mai non si riesce a trarre un bel film da un videogioco?
Non so se sia impossibile realizzare un bel film basato su un videogioco. Il mio approccio è sempre stato pensare al film esulando dal fatto che fosse ambientato nel mondo dei videogiochi. Abbiamo costruito un vero e proprio mondo, una serie di universi che coabitano, e una storia che funziona a prescindere da questo. Penso che i film sui videogiochi finora si siano sempre presi troppo sul serio, sono sempre film d'azione molto violenti e realistici. Io sono cresciuto con i videogiochi, e vi ho sempre trovato un non so che di umoristico, un aspetto che nei film non traspare molto. Forse il segreto è quello, raccontare una storia umana con umorismo.
Ma come mai avete scelto Q*Bert per interpretare il videogioco fallito?
Perché provavo molta empatia per lui! E poi perché la società che ne controlla i diritti è stata l'unica a darci il permesso di utilizzare il loro videogioco per rappresentare un senza tetto. Lo abbiamo chiesto a tutti, e ognuno di loro insisteva nel dirci che il loro videogioco funzionava ancora: "Frogger ha ancora un impiego!"
A fine incontro, il regista e il produttore ci hanno anche autografato l'artbook ufficiale del film (che recensiremo in video prossimamente!). Potete vedere la foto qui sotto!
Questa la sinossi ufficiale del film:
Walt Disney Animation Studios e il regista vincitore del premio Emmy® Rich Moore (le serie TV I Simpsons, Futurama) trascinano gli appassionati di cinema in un divertentissimo viaggio nel mondo dei giochi arcade con Ralph Spaccatutto. Ralph è il Cattivo del videogioco Felix Aggiustatutto e per 30 anni è stato messo in ombra da Felix, il “bravo ragazzo” che ogni volta finisce per salvare la situazione. Stanco di fare il cattivo, Ralph decide di cambiare, avventurandosi in un viaggio attraverso diverse generazioni di videogame, per dimostrare a tutti che anche lui ha la stoffa per diventare un eroe.
In questo incredibile viaggio, incontra il duro Sergente Calhoun durante la tappa nel videogioco sparatutto Hero’s Duty, e l’esuberante anticonformista Vanellope von Schweetz alla corsa di macchine caramellate di Sugar Rush. Con la piccola Vanellope potrebbe stringere la sua prima vera amicizia ma tutto cambia quando sopraggiunge un nemico letale che minaccia l’intera sala giochi. Riuscirà Ralph a realizzare il suo sogno e a salvare tutti i videogiochi?
Ralph Spaccatutto arriverà nelle sale italiane giovedì 20 dicembre nei migliori cinema in Disney Digital 3D®.
Ralph Spaccatutto uscirà il 20 dicembre in Italia.