Ritorno al Bosco dei Cento Acri: il nostro incontro con Ewan McGregor

Ewan McGregor, protagonista di Ritorno al Bosco dei Cento Acri, ci racconta il suo legame con Winnie the Pooh

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Manca poco all'uscita di Ritorno al Bosco dei Cento Acri nei cinema italiani. Il film di Marc Forster è stato presentato qualche settimana fa a Londra, e in quell'occasione abbiamo avuto l'opportunità di incontrare il protagonista Ewan McGregor con alcuni giornalisti della stampa internazionale. McGregor interpreta una versione adulta di Christopher Robin, l'iconico personaggio ideato da A.A. Milne nei libri di Winnie the Pooh e ispirato proprio al suo omonimo figlio Christopher Robin Milne.

Cosa significava per te Winnie the Pooh quando eri bambino?

Ho avuto diversi pigiamini di Pooh! In realtà è come se lo conoscessi da sempre. Vedevo i cartoni animati della Disney, e sebbene non ricordi di aver letto i libri da piccolo, li ho letti ai miei figli, e quindi conosco benissimo le storie.

Hai mai avuto un amico immaginario?

No, nessun amico immaginario. Ma il rapporto tra me e Pooh, nel film, mi ricorda molto il rapporto che ho da sempre con i miei cani. Quando avevo 5, 6 anni mi regalarono un cucciolo di Beagle, sono cresciuto con lei, era il mio Pooh. Quando andavo nel bosco la portavo con me, passavo tantissimo tempo insieme a quel cane. Lo stesso capita con il cane che ho ora, e alcune scene del film mi ricordano momenti passati con lui!

Nel film c’è un forte senso della famiglia. Come si fa a trovare un equilibrio tra gli impegni lavorativi e la propria famiglia?

Semplice: non si può. È questo il problema. [ride] Scherzo, penso sia possibile, la cosa importante è mantenere il legame, il collegamento con i tuoi famigliari quando non puoi essergli vicino.

Che tipo di infanzia hai avuto? Hai trovato dei parallelismi con quella di Christopher Robin?

Ho avuto una splendida infanzia, passavo tantissimo tempo nei boschi e nella natura. Sono cresciuto in una piccola cittadina in Scozia chiamata Crieff, si trova su una collina e sopra di essa c’è questa grande foresta, piena di alberi e di animali. Io e i miei amici passavamo le giornate in quella foresta. Sono nato nel 1971, la città era piccola ed era molto sicura, e così noi eravamo bambini totalmente indipendenti. Appena imparai ad andare in bicicletta iniziai ad andarmene in giro da solo, senza supervisione, era una cosa normalissima. Uscivo la mattina in bici, andavo a prendere il mio migliore amico e poi andavamo nel bosco e rientravamo la sera. Passavamo giornate intere lì, non saprei dire cosa facevamo… semplicemente giocavamo, inventavamo cose, facevamo catapulte, costruivamo dighe… ed eravamo liberi di farlo. I miei bambini non potrebbero mai farlo, anche solo l’idea di lasciarli andare in giro per conto loro oggi sembrerebbe folle.

E ora cosa fai quando non hai niente da fare?

Da quando ho finito questo film mi sono preso una bella pausa, non lo facevo da tantissimo tempo. Mi serviva fermarmi, andare in giro per casa. Mi piace andare i moto, stare con i miei figli, fare passeggiate con il mio cane… E da parecchio non avevo tempo per fare queste cose, così mi sono chiesto: ma per cosa lavoro? Per il lavoro o per vivere? E così mi sono preso una bella pausa, che è una cosa molto da Pooh, e sto alla grande.

In realtà in questo periodo hai anche fatto un documentario con tuo fratello…

È vero, ne ho fatti complessivamente tre con lui, il primo otto anni fa era dedicato ai piloti da combattimento della Seconda Guerra Mondiale, mio fratello fa il pilota da combattimento. È stato un modo per far incontrare i nostri due mondi. Abbiamo passato due settimane a intervistare persone incredibili, ed è stato bello anche perché così siamo stati insieme per un po’ di tempo come quando eravamo giovani. Per questo abbiamo realizzato un secondo documentario dedicato al Comando Bombardieri, un soggetto difficile perché capitava che bombardasse i civili durante la Seconda Guerra Mondiale. Non c’è stato un memoriale per il Comando Bombardieri se non di recente. Anche in questo caso abbiamo intervistato persone incredibili, tutti molto anziani. Siamo andati anche in Germania a incontrare persone di Amburgo sopravvissute ai terribili bombardamenti dell’epoca, e i loro piloti. E così abbiamo deciso di fare un documentario per il centenario della RAF (Royal Air Force), che ricorreva ad aprile di quest’anno. Abbiamo incontrato due meravigliose signore di cento anni, che purtroppo sono morte poco dopo l’intervista che abbiamo registrato l’anno scorso, che si occupavano delle consegne di nuovi velivoli: per consegnare i nuovi aerei all’esercito non servivano piloti da combattimento, ma solo piloti, e così molti di loro erano donne, una cosa decisamente inconsueta all’epoca. Queste due signore entravano in un aereo nuovo con il manuale, capivano come farlo partire, lo facevano decollare e lo consegnavano.

Ti sei ispirato anche al vero Christopher Robin per interpretare il tuo personaggio?

No, no, io interpreto il Christopher Robin del libro, assolutamente non quello reale.

Questa la sinossi del film:

Diventato adulto, Christopher Robin è intrappolato in un lavoro stressante e sottopagato e ha davanti a sé un futuro incerto. Ha una moglie e una figlia ma il lavoro gli lascia poco tempo da dedicare alla famiglia. Christopher ha quasi dimenticato l’infanzia idilliaca trascorsa in compagnia di un orsetto di pezza un po’ sciocco e goloso di miele e dei suoi amici. Ma quando si ricongiunge con Winnie the Pooh, lacero e sporco dopo anni di abbracci e giochi, la loro amicizia si riaccende, permettendo a Christopher di ricordare gli infiniti giorni di meraviglia e immaginazione che hanno caratterizzato la sua infanzia, quando non fare niente era considerata la cosa migliore al mondo. A causa di uno spiacevole contrattempo con la valigetta di Christopher Robin, Pooh e i suoi amici, inclusi Pimpi, Ih-Oh e Tigro, escono dalla foresta e si avventurano a Londra per restituirne l’importante contenuto… perché i migliori amici sono sempre pronti ad aiutarti nel momento del bisogno.

Il cast del film vede la partecipazione di Hayley Atwell (Agent Carter) nel ruolo della moglie di Christopher Robin, Evelyn, di Bronte Carmichael nel ruolo della figlia Madeline e di Mark Gatiss (Sherlock) nel ruolo di Keith Winslow, il capo di Robin.

La sceneggiatura è firmata da Alex Ross Perry (Golden Exits) e da Allison Schroeder (Il Diritto di Contare), su un soggetto dello stesso Perry basato sui personaggi creati da A.A. Milne. Ritorno al Bosco dei 100 Acri è prodotto da Brigham Taylor e Kristin Burr, mentre Renée Wolfe e Jeremy Johns sono i produttori esecutivi. Le canzoni sono di Richard M. Sherman.

Il legame tra Disney e i personaggi creati da A.A. Milne ebbe inizio nel 1966, quando lo studio distribuì il cortometraggio d’animazione Winny-Puh orsetto ghiottone, tra i cui personaggi appariva anche Christopher Robin, che fu poi seguito dai cortometraggi Troppo vento per Winny-Puh Tigro e Winny-Puh a tu per tu, oltre che da numerosi lungometraggi cinematografici e contenuti direct-to-video.

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