Re della Terra Selvaggia, il nostro incontro con il regista Benh Zeitlin

E’ il film più misterioso tra i nominati all’Oscar, arriva in Italia dopo un anno di successi raccolti ovunque. Ce ne ha parlato lo stesso regista Benh Zeitlin, in visita a Roma...

Critico e giornalista cinematografico


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Chi ancora non l’ha scaricato, divorato dalla curiosità, lo potrà vedere nelle sale italiane dal 7 febbraio, circa 20 giorni prima della serata degli Oscar in cui si presenta con 4 nomination (Miglior Film, Regia, Attrice e Sceneggiatura non originale) con tutto l’appeal dell’escluso che alla fine ce l’ha fatta.

Re della Terra Selvaggia, questo il titolo italiano di Beasts of the southern wild (che Benh Zeitlin ha molto apprezzato per come mantenga l’ambiguità tra animale e uomo), è il perfetto esempio di cosa possa fare un festival per il cinema mondiale. Qualche giorno fa ve ne abbiamo mostrato una scena in anteprima.

Nato dalle idee del suo autore, cresciuto nel Sundance Lab, laboratorio di scrittura per il cinema nel quale professionisti aiutano gli esordienti a scavare nelle motivazioni che li spingono a raccontare una storia e nel perfezionare gli script, e poi preso al festival l’anno successivo, dove ha preso il premio della giuria e da lì chiamato a Cannes (altra vittoria) e un po’ ovunque nel mondo, il film “rivelazione” dell’anno in Italia arriva già ampiamente “rivelato”.

Con il regista e autore dell’adattamento dalla pièce teatrale, Benh Zeitlin, abbiamo potuto discutere a quattr’occhi l’inconsueta realizzazione di questo miracolo da 1.800.000 dollari di budget.

E’ vero che hai lavorato con una crew in maniera non convenzionale?

Si siamo un gruppo molto unito e sebbene per ognuno fosse la prima volta nella produzione di un film non ci siamo attenuti rigidamente ai ruoli, ma tutti potevano lanciare contributi e proporre idee. Non a caso la sceneggiatura è stata tenuta flessibile a sufficienza per raccogliere eventuali perle.

In questo film la location è determinante oltre che inedita...

Si è un luogo dove nessuno va a girare, c’è un’umanità completamente diverso dal resto dell’America. Vivono secondo regole loro e da questo viene la psicologia della protagonista, Hushpuppy, lei conosce solo il regno animale e quindi le regole della catena alimentare. E’ cresciuta pensando che sarà mangiata da qualcosa di più grande, per questo la sua fantasia è costellata di visioni degli aurochs, questi cinghiali preistorici che lei è convinta prima o poi la divoreranno.

Si, sono stupendi, sembrano usciti da La principessa Mononoke. Con il budget che avevate come li sono stati fatti?

Nell’unica maniera possibile, li abbiamo fatti davvero! Sono mailini vietanimiti, una razza molto addomesticabile, gli abbiamo insegnato a fare delle cose: correre, fermarsi, inginocchiarsi... E li abbiamo gradualmente abituati al travestimento, cioè gli abbiamo messo addosso pelli delle nutrie della Louisiana per renderli più preistorici. L’unico effetto speciale è quando si incontrano con Hushpuppy, lì è un semplice greenscreen con la loro immagine ingrandita per farli sembrare grossi.

Nonostante il grande successo del film, Re della Terra Selvaggia ha un che del miglior cinema di nicchia, sembra guardare alla natura come fa Herzog...

Sicuramente Herzog è uno dei punti di riferimento ma il segreto del film credo sia che sebbene sia anticonvenzionale e lontano dagli standard commerciali di Hollywood, lo stesso attinge a cose note a tutti come i racconti della tradizione popolare. E’ un ponte tra il cinema popolare e quello artistico ma alla fine è più vicino ad E.T. che a Cassavetes.

La sceneggiatura è non originale, era già tutto ambientato in Louisiana?

No quella è un’idea mia, io volevo girare in quei luoghi e raccontare quella gente. La pièce l’abbiamo adattata ai tempi moderni e abbiamo cambiato il tono apocalittico, insomma l’abbiamo trasportata nella Louisiana. Gli Aurochs c’erano già ma per esempio l’apocalisse e il fuoco dal cielo è diventata un uragano che uccide tutto.

Questa la sinossi del film:

Hushpuppy è una bambina di sei anni che vive, assieme al padre Wink, in un comunità bayou chiamata "Bathtub" nel profondo sud della Louisiana.

Wink si dimostra un padre severo ma allo stesso tempo affettuoso per Hushpuppy, a cui insegna come sopravvivere nel mondo. Le temperature della Terra sono in aumento e i ghiacci iniziano a sciogliersi, questi sconvolgimenti danno vita a tempeste e all'aumento del livello delle acque che liberano creature preistoriche chiamate Aurochs. Quando il padre si ammala gravemente, Hushpuppy parte alla ricerca della madre.

Quanto attendete il film? Potete dircelo votando il vostro BAD Hype! nella scheda.

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