Paolo Virzì ci racconta la sua Roma, tra leggerezza e sensualità

Nel nuovo appuntamento con le videointerviste a Casa Alò, Paolo Virzì ci ha parlato del suo rapporto con la Capitale

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Nel nostro consueto appuntamento con le videointerviste di "Casa Alò", Francesco Alò ha ospitato nella sua cucina Paolo Virzì.

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Livornese di nascita, Virzì si è trasferito a Roma da ventenne, conoscendo un nuovo mondo e un nuovo stile di vita, come racconta lui stesso. Scoprendo, paradossalmente, la leggerezza:

“Io ero un orfano con madre vedova con problemi mentali importanti, con un fratellino, in un quartiere popolare. Dovevo provvedere a tante cose… invece qui… a parte che ho scoperto che potevo guadagnare quanto guadagnava mio padre in una domenica. Andavo alla Safa Palatina, tra Caracalla e la villa Celimontana, dove c’era un programma condotto da Maurizio Costanzo. L’autore, che si chiamava Alberto Silvestri, il papà del cantautore, aiutava dei giovani sceneggiatori che arrivavano, gli portavano delle battute, delle gag. Non poteva farcele firmare, però la SIAE dava centoventimila lire al minuto per quella trasmissione lì. E alla fine della giornata (Alberto Silvestri ndr) ti pagava per quanti minuti avevi scritto. Io, a fine giornata, prendevo quanto lo stipendio di mio padre. Per me era la dolce vita. Quindi mi potevo permettere di guardare alla vita in un altro modo. E soprattutto di guardare a tante cose."

Non solo spensieratezza e una nuova forma di ricchezza fino ad allora impensabile, ma anche l’eros. Continua, infatti, Virzì:

Mi colpiva di Roma la sensualità. Mi colpivano tutte quelle puttane intorno a Termini. A Livorno ce n’era una, anzi due. Mi ricordo che la prima cosa che conobbi di Roma fu proprio la stazione Termini e le pensioncine intorno.

Tra risate e ricordi, c’è spazio anche per alcuni aneddoti.

Io non avevo una lira in tasca, sapevo solo suonare le canzoni alla chitarra. Quindi, in cambio di un paio di canzoni di Bob Marley, queste ragazze offrivano marijuana, sesso, magari un bacio. (…) (Le ragazze ndr) Dovevano andare a lavorare e a un certo punto arrivano i fratelli di queste e uno di loro mi ha puntato il coltello alla gola.

Nella lunga chiacchierata, Virzì ripercorre la sua carriera, dai primi film all’esperienza statunitense.

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