Pam & Tommy, il regista: la scena del pene possibile solo grazie a Sebastian Stan

Pam & Tommy, Craig Gillespie a ruota libera, dalla scena del pene possibile solo grazie a Sebastian Stan alla genesi della serie

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Abbiamo incontrato Craig Gillespie, regista di Pam & Tommy, che ci ha spiegato che la scena del pene è stata possibile solo grazie a Sebastian Stan

Neanche un anno fa abbiamo intervistato Craig Gillespie in occasione dell'uscita del film Disney meno disneyano degli ultimi anni, Crudelia con Emma Stone. Non capita tutti i giorni di vedere una pellicola prodotta dalla Casa di Topolino, ispirata a uno dei più noti Classici d'animazione dello studio, che è una vera e propria celebrazione dell'estetica punk e dell'eredità di Nina Hagen. Tutti argomenti che abbiamo avuto modo di trattare col filmmaker.

Qualche giorno fa, in occasione del junket virtuale di Pam & Tommy, abbiamo potuto fare un'altra lunga chiacchierata col regista che ci ha raccontato tutto circa questa attesissima produzione Hulu che, in Italia, sarà disponibile su Disney+ all'interno della sezione Star. E che, come vi abbiamo spiegato anche nella nostra recensione in anteprima, potrebbe anche rappresentare un'utilissima opportunità per attivare il parental control sulla piattaforma se avete dei figli piccoli che hanno accesso alla piattaforma streaming. D'altronde, parliamo di una serie limitata in cui il Tommy Lee interpretato da Sebastian Stan si ritrova ad avere una discussione molto costruttiva con il suo pene. E che, come ci ha raccontato lo stesso Craig Gillespie, poteva riuscire solo grazie alla prova di attore di Sebastian Stan.

Andrea Bedeschi: Ciao Craig è un piacere incontrarti nuovamente dopo Crudelia. Complimenti per Pam & Tommy, ho visto tutte le puntate e trovo che sia davvero un'ottima serie.

Craig Gillespie: Grazie! Sono contento che te l'abbiano già fatto vedere tutta per l'intervista.

AB: Per cominciare: cosa mi puoi dire della collaborazione con Seth Rogen ed Evan Goldberg, su come Pam & Tommy è andato costruendosi?

CG: Personalmente, mi sono unito al progetto piuttosto tardi, se non ricordo male qualcosa come cinque o quattro mesi prima di cominciare a girare. Stavano lavorando a Pam & Tommy da ben cinque anni e ho avuto il grande lusso di aver potuto esaminare una serie che aveva già una sceneggiatura completa in ogni sua parte. Che è una cosa alquanto rara. Avevano già fatto un lavoro enorme nel raccontare questa storia e io mi sono subito innamorato del tutto. La cosa più emozionante del lavorare con Seth – che amo da sempre – è che è in grado di saltare con grande bravura dal dramma alla commedia, l'abbiamo visto anche in un film come Steve Jobs. Io mi sono ritrovato in questa situazione splendida in cui lui ha interpretato un ruolo molto drammatico in un setting quasi comico, dove abbiamo a che fare con una pletora di situazioni decisamente assurde. Vederlo alle prese con un ruolo drammatico che non doveva andare alla ricerca dell'elemento comico delle scene è stato un bel cambiamento.

AB: Qual era la tua idea personale su questa vicenda del sex tape di Pam & Tommy al tempo in cui si sono svolti i fatti e come si evoluta oggi che hai lavorato su una storia che la racconta?

CG: Onestamente la cosa affascinante di questa storia è che ci ho visto dei paralleli con la vicenda di Tonya Harding. Conosciamo tutti i fatti in maniera più o meno periferica perché era argomento di ogni talk show, era letteralmente dappertutto. E ti ritrovavi a dare giudizi e a sputare sentenze senza avere effettivamente idea di cosa fosse davvero accaduto. La stessa cosa che è avvenuta con Tonya Harding. Qua bisogna fare i conti con le speculazioni fatte e capire che, in occasioni come queste, finiamo tutti per essere un po' complici. Per la maniera con la quale consumiamo, senza metterle davvero in discussione, le informazioni che ci vengono date in pasto. E poi ci limitiamo a spostare la nostra attenzione ad altro senza pensare minimamente alle persone che sono state toccate direttamente e intimamente dalla cosa. È una dinamica affascinante da esplorare.

AB: Perché hai deciso di dirigere personalmente proprio i primi tre episodi? Come avete lavorato nella scelta delle altre persone che si sono avvicendate alla regia delle puntate?

CG: È interessante perché, in maniera egoistica mi viene da dire, volevo lavorare con tutti gli attori che appaiono nella serie, che sono tutti e tutte straordinari. Il primo gira molto intorno a Seth, ma poi era davvero importantissimo che, in seguito, si venisse a configurare una situazione capace di instaurare un vero interesse nei confronti di Pam & Tommy, della loro relazione. E il secondo episodio gira tutto intorno a loro. Alla loro “esuberante” storia d'amore che nasce in questi quattro giorni trascorsi a Cancún. Pensavo fosse importantissimo ai fini della storia che noi fossimo in grado di afferrare perfettamente la chimica fra loro, quello che provavano reciprocamente. Uno scenario non semplice perché è tutto così veloce, sfrenato, si sono conosciuti e sposati nell'arco di qualche decina di ore. Raccontare tutto questo in una maniera che potesse portare il pubblico a “fare il tifo per loro”, stare dalla loro parte, capire la loro relazione così solida in mezzo a tutta la follia del contesto, fra discoteche, alcool e droghe, era il fondamento dell'empatia verso di loro che si sviluppa poi nello show. Il terzo episodio è quello che riporta un po' di equilibrio fra le varie situazioni. Cominciamo a conoscere Pam & Tommy sotto un'ottica meno eccessiva, cosa che mi emozionava moltissimo poter fare. Per quanto riguarda gli altri episodi, dovevamo trovare filmmaker che fossero in grado di esplorare con efficacia tutte le varie tonalità della storia. E Lake Bell è bravissima a rimbalzare fra gli estremi dello humor e del dramma. Anche con Hannah Fidell, lei ha avuto a che fare con un episodio delicatissimo, quello della deposizione, e ha fatto un lavoro straordinario, come d'altronde era già accaduto con la serie A teacher. Ha saputo maneggiare con estrema bravura i toni e l'umanità di quella puntata. Infine c'è Gwyneth Horder-Payton che ha un curriculum che parla da solo ed è davvero eclettico. Dico sul serio: l'aspetto più ostico di Pam & Tommy era proprio la ricca varietà di tonalità necessarie a raccontarla e avevamo bisogno di filmmaker che avessero tutta l'abilità necessaria a destreggiarsi con la cosa.

Pam & Tommy

AB: Quanto abbiamo parlato per Crudelia l'anno scorso mi hai detto, scherzando ovviamente, che hai quasi dovuto chiedere scusa a Disney perché il film aveva dei toni davvero molto punk e poco disneyani. Ora sarai su Hulu e su Disney+ nella sezione Star con Pam & Tommy che non si risparmia davvero in quanto a situazioni esplicite. Hai avuto la libertà di fare tutto quello che volevi fare con lo show?

CG: Hulu è stata d'incredibile supporto. E sì, ho potuto fare tutto quello che avevo intenzione di fare. Personalmente mi sono sempre approcciato a Pam & Tommy con l'idea di fare solo ed esclusivamente quello che poteva essere funzionale al materiale con cui dovevamo lavorare. Doveva servire la storia. E generalmente sono una persona che tende a non preoccuparsi fino a che non è il caso di farlo. È stato piacevolissimo constatare che sono stati tutti d'incredibile supporto.

AB: È divertente perché è la seconda volta in meno di un anno che mi ritrovo a parlare di peni finti con qualche personalità di Hollywood. La prima è stata con Dave Bautista qualche mese fa. In ogni caso. Hai già menzionato che per la scena in cui Tommy Lee parla col suo pene sono stati usati degli animatronic, ma quello che voglio sapere è: come si lavora a una scena quando c'è di mezzo un pene animatronico che è leggermente diverso da una marionetta in stile Yoda?

CG: [Ridendo, ndr.] Beh, ottieni un grande range di performance! Sebastian ha dovuto capire dove piazzare l'equilibrio della sua interpretazione, comprendere quello di cui avevo bisogno e che volevo. Ma si tratta di un momento che non avrei neanche lontanamente tenuto in considerazione se non avessi avuto Sebastian Stan nella parte di Tommy. È riuscito a prendere incredibilmente sul serio un momento come quello, capire che doveva investire delle emozioni in quella conversazione, in quel preciso momento. Ed è per questo che funziona. Sono sincero: non avrei tenuto la scena se non avessi saputo che avrei lavorato con Sebastian.

AB: Ci sono tantissime informazioni reperibili online sul furto della cassetta, in buona parte grazie ai vari resoconti fatti da Rand Gauthier. Da questo punto di vista Pam & Tommy fa una cronaca puntuale. Ma dal momento che Tommy Lee e Pamela Anderson non sono minimamente coinvolti nella lavorazione, come avete lavorato per ricostruire i loro momenti intimi, privati, dove nessuno di noi può sapere cosa si sono detti, quali fossero le loro emozioni...

CG: Robert D Siegel ha fatto un lavoro eccellente anche dal punto di vista della ricerca “storica” per così dire circa quello che è accaduto. E sai, è diventata una di quelle situazioni in cui hai a che fare con una grande capacità di scrivere bene una storia. Devi cercare di calarti in quella situazione, di provare a immaginarti nei panni di chi l'ha vissuta, capire i tuoi personaggi in modo da pensare a come si potrebbero essere sentiti, alle reazioni che potrebbero aver avuto. E poi devi assemblare insieme tutti questi elementi rispondendo alla domanda “Come potrebbe essere andata?”, quale potrebbe essere stato il contraccolpo su di loro?

AB: Ultima domanda. Hai già cominciato a lavorare su Crudelia 2? Sai già cosa vuoi ottenere col film?

CG: Ti dico solo: sì. E poi: no.

AB: Una doppia risposta molto diplomatica!

Trovate tutte le informazioni su Pam & Tommy nella nostra scheda!

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