Napoli Comicon, Panini: Intervista a Leo Ortolani, tra Rat-Man e C'è Spazio per Tutti

A Napoli Comicon 2017 abbiamo intervistato per voi Leo Ortolani, autore di Rat-Man

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In occasione dell'edizione 2017 di Napoli Comicon, abbiamo avuto modo di porre alcune domande a Leo Ortolani circa l'imminente fine di Rat-Man e i suoi progetti futuri.

Si ringrazia lo staff di Panini Comics per la collaborazione.

Ciao, Leo, e bentornato su BadComics.it!
Siamo ormai a due numeri dalla fine di Rat-Man. Guardandoti indietro, che considerazioni puoi fare? Cambieresti qualcosa? Hai dei rimpianti?

Sono soddisfatto. Se dovessi cambiare qualcosa, farei lo scaffalista invece del fumettista: avrei più tempo per me! No, non ho rimpianti, non guardo all’indietro. Guardo in avanti, al futuro. Il momento in cui uno si guarda all’indietro ha veramente finito di fare cose. Io spero di non guardarmi mai alle spalle, anche se questo, però, è pericolosissimo, in quanto se dovessi fare un graphic novel su Cinzia… [ride]. Ed è davvero uno dei progetti che ho in mente: lei protagonista, avulsa dal contesto di Rat-Man, per parlare proprio di questo personaggio.

E cos’altro, dopo Rat-Man e C’è spazio per tutti?

Ho dei mezzi impegni che si concretizzeranno: la parodia di Dylan Dog, con Aldo e Giuda nelle parti di Dylan e Groucho, e poi, con Giorgia Vecchini, c’è l’idea di fare la parodia di Playboy, che si chiamerà Ratboy.

Non "Smanazza"?

Ci ho pensato: "Smanazza" o "Stantuffami". Ma poi immagina che vai dal giornalaio e chiedi “Ce l’ha Smanazza?” Non è carino! E poi, anche se Giorgia sarà l’ospite della rivista, con copertina, paginone interno e servizio fotografico, rimarrà una cosa per ragazzi. Non uno… "Smanazza" in piena regola!

E la parodia de Il Fantasma dell’Opera, sempre con Aldo e Giuda, a cui accennasti alcuni anni fa? Non è in cantiere?

Quella ancora no. In cantiere c’è di continuare a fare recensioni cinematografiche, qualcosa con Mucca che dorme e delle miniserie che mi permettano di andare in edicola con Panini e contemporaneamente di guardare al mondo delle librerie. In quanto il fumetto si sta spostando in quella direzione: il volume da libreria, d’altronde, è un oggetto bello.

Tutti, però, pensavamo che Rat-Man fosse un capitolo chiuso. E, invece, appare nell’anteprima di C’è spazio per tutti

Il buon Paolo Nespoli ha avuto la sfortuna di dover andare sulla Stazione Spaziale Internazionale con Rat-Man. È un personaggio straordinario, ammiro il suo coraggio. Soprattutto per essersi fatto interpretare, insieme a Rat-Man, in una storia a fumetti.

E il coraggio di andare nello spazio…

C'è spazio per tutti, copertina di Leo OrtolaniLui è oltre! Ho capito che devi essere oltre per mettere il sedere sopra trecento tonnellate di propellente e andare a quattrocento chilometri di altezza in una scatola grande come un campo da calcio. E, in questo senso, un campo da calcio è niente!

In questo periodo sono stressato perché sto lavorando moltissimo, a volte ho attacchi di panico, e penso a come deve essere lassù, in una situazione di emergenza continua, in un ambiente ostile. Ma è un traguardo. Anzi, è uno scalino: già si parla di una base sulla Luna e di andare a vivere su Marte.

In questi casi penso sempre a mia nonna, che è nata nel 1903, l’anno del volo dei fratelli Wright, ed è morta nel 2013, con la Stazione Spaziale in orbita. E io conto di vedere la gente su Marte: secondo me è qualcosa di realizzabile entro vent’anni.

Il tema di questo Napoli Comicon è il rapporto tra fumetto e web, ma tu hai abbandonato il blog e non aggiorni mai la pagina Facebook. Com’è il tuo rapporto con Internet?

Terribile! Anche perché, a differenza di molti colleghi che prosperano sul web, io “tengo famiglia”. Se si fa un’analisi di chi è sul web, vediamo che sono persone che hanno circa trent’anni, o single, o comunque senza figli. Io ho una famiglia, in questo momento ho il finale di Rat-Man da disegnare (che sarà lungo il doppio e, ve lo dico già, costerà quindi il doppio) e in più il libro sulla Stazione Spaziale da realizzare. Non ho tempo di scrivere qualcosa su Facebook.

Anche perché ho notato che se metti qualcosa sul web puoi ottenere un’esposizione enorme (come i seicentomila contatti per le recensione dell’ultimo Star Wars), ma non corrispondono al numero di copie vendute. Internet è un mondo a sé stante, un buffet da cui tutti prendono. Va benissimo il web, ma forse è meglio girare l’Italia a incontrare i lettori, come ho sempre fatto. Il contatto umano, pur potendolo attuare in maniera limitata, rimane l’esperienza migliore.

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