Napoli Comicon 2018: Intervista a Paolo Castaldi, da Maradona a Ibra passando per 365

A Napoli Comicon 2018 abbiamo intervistato per voi Paolo Castaldi, disegnatore di 365

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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365 è il titolo della graphic novel scritta da Lorenzo Palloni e disegnata da Paolo Castaldi che Shockdom ha portato in anteprima a Napoli Comicon 2018. Il volume rientra nell'ambizioso progetto Timed, e ha il compito di chiudere la prima parte di questa iniziativa crossmediale. In questo contesto abbiamo avuto il piacere di incontrare Castaldi, autore attivo nel settore già da diversi anni con opere autoriali e attualmente al lavoro per Feltrinelli Comics sulla biographic novel di Zlatan Ibrahimovic.

Ringraziamo lo staff di Shockdom per la disponibilità.

Ciao, Paolo! Benvenuto su BadComics.it!
Parlando con Lorenzo Palloni abbiamo scoperto che il progetto "Timed" nasce grazie a te! Vuoi raccontarci meglio la genesi di questo ambizioso universo supereroistico?

365, copertina di Paolo Castaldi

Sì, tutto è nato da una scommessa persa. Due miei cari amici di Napoli, Antonio Sepe e Salvatore Cervasio, sono da anni attivi nel settore del Fumetto con ALT [Associazione Lettori Torresi - NdR]. Antonio, inoltre, è presente in fiera con il numero zero di “Capitan Napoli”, progetto legato ai “Capitani Italiani”. Entrambi erano a conoscenza della mia enorme passione per i super eroi, e ogni volta che vedevano qualche mia illustrazione a tema non perdevano occasione di incitarmi a realizzare qualcosa in questo settore. Io, però, ho sempre preferito cimentarmi in opere autoriali, e non mi sono mai lanciato in avventure di super eroi.

Partendo da questi presupposti hanno deciso di creare per gioco una pagina Facebook, Castaldi for Heroes, con una serie di mie vecchie illustrazioni a tema. Nel caso in cui la pagine avesse raggiunto un certo numero di like, avremmo scritto un fumetto di super eroi. Essendo un’iniziativa nata per scherzo, ho lasciato correre, non credevo ci sarebbero riusciti. E invece, raggiunto l’obiettivo, ho dovuto tenere fede alla promessa. In fondo ogni promessa è debito.

A questi punto, Salvatore e Antonio mi hanno proposto il concept, la base del progetto “Timed”, e il soggetto era bello davvero. Vista la portata delle idee messe in campo, non volevo che fossero svilite, e ho rimarcato a necessità di trovare un editore in grado di investire su quest'iniziativa proponendo Lucio Staiano. Così è nato "Timed".

L’idea di base, quindi, è loro. Poi, ovviamente, ogni sceneggiatore coinvolto dalla casa editrice ha arricchito il tutto. Sì, l’Universo Timed nasce da una scommessa persa!

Alla base di questo universo condiviso c’è un ribaltamento del famoso adagio “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, che ha fatto la fortuna di Spider-Man: vuoi spiegarci come nasce l’idea alla base del progetto?

I poteri che ricevono i Timed sono una condanna certa, che può perdurare anche diversi mesi. Non è una condizione piacevole quella in cui vivono questi ragazzi: scoprono di avere dei poteri ma non sanno quanto tempo hanno per metabolizzare la situazione. Non è una cosa bella da augurare, vivere sapendo che “da grandi poteri deriva la morte”. Quindi c’è chi decide di utilizzarli in un modo e chi in un altro, chi impazzisce e chi si responsabilizza. Ognuno ha la sua reazione, ognuno fa la sua scelta, e “Timed” racconta la maniera in cui dei ragazzi reagiscono a quella che può essere vista come una maledizione.

Da autore completo ti sei trovato a lavorare su “365” esclusivamente nella veste di disegnatore. Come ti sei approcciato alla sceneggiatura di Lorenzo Palloni?

A Lorenzo ho comunicato sin dall’inizio il mio punto di vista: non voglio una griglia fissa, non voglio che mi consideri un disegnatore standard, non voglio indicazioni sul numero di vignette, o sulle strisce o sulle inquadrature: spiegami solo cosa succede in una tavola e poi io creo il resto. Così facendo, sono diventato anche un po’ il co-autore del libro. Nel fare ciò, la mia esperienza come sceneggiatore è tornata utile, ho utilizzato una regia che seguisse le mie caratteristiche. È stato un upgrade dettato dal lavoro di due autori completi che sono tra loro intercambiabili e indipendenti allo stesso tempo.

Questa sinergia ha dato luogo a un fumetto strutturato su più piani di lettura: dietro la facciata dei super eroi, infatti, troviamo temi attuali quali l’integrazione, la tolleranza e l’immigrazione. Come avete deciso di muovervi per “365”?

L’idea alla base di “Timed” è forte: un fumetto di super eroi tarato sui nostri giorni. Nel corso degli anni, anche Marvel e DC Comics hanno dovuto creare un collegamento, una connessione con i problemi reali dei giovani di adesso, altrimenti chi legge non troverebbe una vera identificazione.

“Timed” parla della società di oggi: si tratta di un futuro prossimo ma in realtà affronta molto il tema della deriva della società contemporanea. Ecco quindi che l’intolleranza viene portata all’estremo: nel nostro libro c’è questo muro enorme che taglia in due le città come Buenos Aires. Se ci pensi, richiama quello che Donald Trump vuole fare con il Messico, costruire un muro che crei divisioni.

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Entrambi i protagonisti di questo libro partono dal basso e, lungo il loro percorso, tentano di cambiare il loro destino. Guardando Lucha e Nico penso al parallelismo con i protagonisti di altre tue opere, Maradona e Ibrahimovic. Perché la scelta di focalizzarti su determinati personaggi dalle caratteristiche ben precise?

Sono un po’ ossessionato dai riscatti sociali, questa è la verità. Forse perché mi sento anche io un po’ così. Questa mia passione per il Fumetto l’ho coltivata da solo, partendo da zero, senza nessun aiuto esterno. A questo, aggiungi che sono storie che mi piacciono perché stimolano chi non ha mezzi per arrivare a un determinato risultato ma che con dedizione, costanza, impegno, ingegno e fantasia riesce a raggiungere un certo livello. Queste sono le storie che mi piacciono! Di volta in volta, però, cerco di non raccontarle allo stesso modo.

Rispetto agli altri tuoi lavori, il cambiamento più evidente in “365” è l’utilizzo di una griglia fissa nella realizzazione delle tavole. Quanto è stato difficile per te stravolgere il tuo stile?

Davvero tanto! Quando all’inizio ho letto la sceneggiatura, mi è sembrata subito molto densa. Io, invece, racconto le mie storie sempre in maniera un po’ più rarefatta, con griglie da tre o massimo da cinque vignette. In “365” passiamo dalle dieci alle dodici vignette per pagina, quindi è stato difficile.

La cosa stimolante, però è stata che, lavorando in questo modo, ho avuto la possibilità di uscire dalla zona di comfort rappresentata dalla mia abituale griglia. Questo mi ha fatto crescere, perché ora so che posso raccontare molte più cose utilizzando meno pagine. Quindi, considerando il livello di crescita lavorativa, personale e stilistica, posso affermare che “365” è stato il libro più importante da me realizzato degli ultimi anni.

Ti ha influenzato in qualche modo sul lavoro che stai ultimando per Feltrinelli Comics, “Zlatan Ibrahimovic”?

Un po’ sì. Innanzitutto, il fatto di essere consapevole di poter raccontare più informazioni in meno pagine, mi ha aiutato a strutturare meglio la sceneggiatura della mia prossima graphic novel. In più, ho adottato alcune scelte stilistiche che ho utilizzato in “365”.

A che punto sei con la lavorazione di “Zlatan”?

Ho consegnato la sceneggiatura, che è stata corretta dall’editor di Feltrinelli. A breve farò delle modifiche e conto di consegnare il tutto per l’estate. L’uscita è prevista per Lucca Comics & Games 2018.

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Da dove nasce la scelta di un calciatore che, al di là dei valori in campo, si è spesso segnalato per il suo atteggiamento da spaccone, talvolta eccessivo anche nelle sue dichiarazioni?

In realtà è un concorso di colpa, in quanto Feltrinelli mi ha contattato perché erano rimasti colpiti dal mio lavoro su “Diego Armando Maradona” e stavano cercando qualcuno che avesse voglia di fare un fumetto sul Calcio per Feltrinelli Comics. Mi hanno chiesto di presentargli alcuni progetti legati al tema calcistico, e tra questi c’era appunto "Zlatan Ibrahimovic".

La scelta è ricaduta su di lui perché è un calciatore che unisce due anime: una indubbiamente più commerciale - un personaggio forte, conosciuto da tutti, anche da chi non segue i fumetti - e la seconda perché, come in “Diego Armando Maradona”, amo trattare temi sociali quali il riscatto. Anche lui, viene da un quartiere povero e degradato: Malmö, Rosengard. Univa questi due aspetti che mi servivano per raccontare la storia, e alla casa editrice per pubblicare qualcosa sul Calcio.

Tra l’altro, ero rimasto molto colpito dalla sua biografia, e già avevo in testa di proporre a qualcuno un libro che parlasse della gioventù di Zlatan fino a quando non esplose calcisticamente. Perché questa parte la conoscono tutti, non serve fare un fumetto sullo Zlatan famoso. Mi interessava capire e spiegare cosa lo spinge a essere spaccone, capirne il perché.

“Diego Armando Maradona” presentava una ricostruzione della vita dell’asso argentino fedele alla Storia. Per “Zlatan Ibrahimovic” manterrai lo stesso approccio o cambierai qualcosa?

In parte l’ho mantenuta. Ci saranno delle parti salienti della sua giovinezza – dai dodici ai diciotto anni – che raccontano le svolte importanti della sua crescita personale. A questa si aggiunge tutta la parte di reportage.

Sono stato in Svezia, a Malmö, e ho potuto lavorare a un reportage vero mentre giravo per le strade e intervistavo la gente. Anche il fumetto avrà una doppia anima: romanzo grafico e graphic journalism. Il tutto, ovviamente, riletto attraverso la mia personalità, che riconduce a una poetica riconoscibilissima.

Dopo aver consegnato la graphic novel in estate, cosa hai in programma?

Per ora, niente. Credo una pausa, perché ho scritto tanto, disegnato tanto in questi anni. Credo di aver fatto otto, nove libri in otto anni, quindi sento la necessità di fermarmi per capire cosa posso dare, cosa voglio raccontare. Quindi spero sinceramente di fare una pausa.

Pasquale Gennarelli e Paolo Castaldi

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