Michele Placido su Suburra e la nuova serialità italiana: "Una rivoluzione nata dal fiasco di Ovunque Sei"
Michele Placido e il cast di Suburra - La Serie hanno presentato il primo progetto di Netflix realizzato in Italia a Venezia 74
Il film di Michele Placido fu qui fischiato e deriso apertamente, lui stesso lo racconta senza eufemismi: “Prendemmo letteralmente i pomodori con Ovunque Sei”, ma a quanto pare è proprio da quella debacle che è nata l’esigenza di cambiare tutto e fare qualcosa di diverso, sempre secondo Placido:
“Meno male che andò così male quel film! In seguito a quello infatti Tozzi e Cattleya mi proposero di fare Romanzo Criminale e con quello abbiamo aperto un genere. Ora addirittura Sollima sta ad Hollywood grazie all’intuizione di Cattleya”.
Di questa forse la parte più interessante è stata quella sul rapporto con Netflix, quindi con una distribuzione mondiale, e quello con la realtà locale.
“Deve proprio cambiare una mentalità di noi registi, dobbiamo essere meno autori. Sta cambiando la televisione e anche la politica RAI. Di Suburra una signora mi ha detto che è violentissimo e bellissimo, due aggettivi importantissimi. Dobbiamo prima di tutto cambiare noi e dobbiamo lavorare con personalità come Gina Gardini che per Suburra è stata produttrice artistica. Il cinema degli autori è finito, bisogna lavorare fianco a fianco con i produttori con una mentalità diversa. All’inizio ero molto spiazzato ma ora credo di aver capito molto. Si può cambiare anche alla mia età, siamo in una rivoluzione e io sono contento di farne parte”
Di certo se la gode Riccardo Tozzi presidente di Cattleya, primo a sperimentare una collaborazione con Netflix che, alla conferenza, era presente con buona parte della divisione europea:
“A fare queste nuove serie ci si diverte molto. Netflix poi ci ha spinto ad essere globali e sganciarci dalle categorie nazionali. Loro chiedono qualcosa di molto forte e autentico, qualcosa che faccia appiglio all’immaginario profondo, così profondo da essere leggibile ovunque”
In questo senso anche la politica che fa da sfondo agli eventi della serie è la nostra, quella di Roma Capitale ma diventa astratta, svincolata dalla realtà per poter parlare a tutti. Lo ha spiegato bene Giancarlo De Cataldo che assieme a Carlo Bonini ha scritto il libro di Suburra, operando per primo il passaggio da fatti a finzione:
“Ci sono elementi di realismo nel libro e nella serie ma è una Roma di finzione, una storia vera trasformata e dilatata. Avessi voluto scrivere un reportage non l’avrei intitolato Suburra. Questa è interpretazione, metafora, fiction”.
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Suburra – la Serie sarà composta da dieci episodi e racconterà 20 giorni di disordini nella capitale in cui la Chiesa, lo Stato e la criminalità organizzata si scontrano, confondendo i limiti della legalità e dell’illecito nella loro feroce ricerca del potere. Diretta da Michele Placido, Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi, la serie vede al centro tre giovani uomini: Numero 8 (Alessandro Borghi), Spadino (Giacomo Ferrara) e Lele (Eduardo Valdarnini), diversi per origine, ambizioni e passioni, che saranno chiamati a fare alleanze per realizzare i loro più profondi desideri.
Gli altri personaggi includono Sara Monaschi (Claudia Gerini), Amedeo Cinaglia (Filippo Nigro), Samurai (Francesco Acquaroli) e Manfredi Anacleti (Adamo Dionisi).
La prima stagione sarà disponibile su Netflix dal 6 ottobre.