Maria de Medeiros ci parla di Pollo alle Prugne e... Tarantino

[Venezia 2011] Abbiamo intervistato Maria de Medeiros, la protagonista di Pollo alle Prugne, che ci ha parlato anche dei suoi ricordi di Pulp Fiction...

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Ci sono interpreti che acquistano una popolarità infinita grazie ad un unico film talmente amato dal pubblico che anche la più piccola battuta viene ripetuta a memoria da centinaia di cinefili incalliti. Si tratta di attori che a prima vista si potrebbe reputare fortunati, ma che in molti casi finiscono con il rimanere ingabbiati in quei ruoli così “macchiettistici” e quando un produttore li chiama per un nuovo progetto, li vuole per parti simili a quelle che li resero famosi.

Questo rischio lo ha corso per un po’ anche Maria de Medeiros:

Gli uomini con la pancetta sembrano melanzane o sembrano gorilla. Ehh. Ma su una donna la pancetta è molto sexy. Tutto il resto è normale. Normale la faccia, normale le gambe, normale i fianchi, normale il sedere. Ma con una pancetta perfettamente rotonda come i bambini. Se l’ avessi mi metterei una maglietta due taglie più piccola per accentuarla.

...è il popolarissimo monologo che questa attrice portoghese recitò in Pulp Fiction. E’ lei la Fabienne, che davanti ad un Bruce "Butch" Willis ancora senza orologio, recitava una delle frasi simbolo dell’immaginario erotico-femminile di Quentin Tarantino.

A distanza di diciassette anni da quel capolavoro, la de Medeiros è ancora un’attrice molto richiesta. E’ arrivata a Venezia per presentare Pollo alle Prugne, seconda opera del duo Marjane Satrapi - Vincent Parannaud, lo stesso che già lavorò a Persepolis. In questa nuova, malinconica fiaba ambientata nell’Iran degli anni ’50 (e tratta anche stavolta da una graphic novel della Satrapi), la de Medeiros interpreta la moglie che rende infelice il protagonista, un musicista che ha deciso di suidarsi da quando il suo vecchio e affezionato violino è stato fracassato.

Incontriamo l’attrice nello spazio Ca’ Foscari, mentre fuori un pochino di pioggia rinfresca un festival tra i più afosi degli ultimi anni.

Come è nata questa collaborazione con Marjane Satrapi?
E’ stato tutto molto casuale e proprio per questo, più bello. Nel 2007 ho fatto parte della giuria al Festival di Cannes. Tra i film in concorso c’era Persepolis. Non avevo letto il fumetto, non ne sapevo nulla e così quando nel corso della narrazione lei va a vivere a Vienna, ho avuto un vero e proprio brivido venendo la rappresentazione della sua scuola. Sembrava la mia stessa scuola! Poco dopo essere nata, fino a 8 anni infatti ho vissuto in Austria. Mio padre era un musicista e dovevamo vivere lì. Una volta visto il film volevo chiedere a Marjane se davvero eravamo state nello stesso istituto, ma non potevo porle la domanda prima della cerimonia finale di premiazione. Quando lei ha ricevuto il Premio della Giuria – logicamente io l’avevo stravotata, il suo film era splendido - ho avuto finalmente modo di avere la sua conferma. Abbiamo chiacchierato un po’ e qualche mese dopo lei mi ha chiesto se fossi stata interessata a questa sua nuova produzione.

Vi siete incontrate all’epoca a scuola?
No, non credo. Anche se la differenza di età è minima, giusto 4 anni, io sono andata via da Vienna prima che lei arrivasse. Non so poi se ci saremmo state subito simpatiche: Marjane a Vienna ha vissuto un lungo periodo ribelle da punk…

E tu hai mai avuto una fase ribelle della tua vita?
Sì, ma deve ancora finire…

Se hai vissuto in Austria significa che parli anche il tedesco oltre al portoghese, l’italiano, il francese e l’inglese…
Sì, è una delle lingue più difficili da imparare tra quelle a cui mi sono approcciata finora, ma amo studiare le lingue, considero le opportunità che ho avuto un grande privilegio e poterle apprendere in molti casi spendendo un po’ di tempo direttamente nelle nazioni in cui vengono parlate.

Sei anche una brava musicista: in che lingua ti viene naturale cantare?
E’ difficile dirlo, canto in più lingue diverse, spesso è il ritmo della canzone a portarmi direttamente a sceglierne una, anche se, in definitiva spazio soprattutto tra portoghese e francese. Anche con i sogni combino dei pasticci poliglotti! Il mio prossimo album conterrà comunque parole da tanti paesi diversi, non solo quelli di cui conosco la lingua. Mi piace l’idea di potere trasmettere  attraverso il suono delle parole anche  l’unicità del mondo

In che rapporti sei rimasta con Tarantino dai tempi di Pulp Fiction?
Buoni, ci sentiamo ogni tanto, nonostante io stia molto in giro e sia difficile vedersi. Lui è una persona di una simpatia che è difficile riuscire a descrivere solo attraverso le parole. E’ normale che quasi tutti gli attori che hanno a che fare con lui gli rimangano molto affezionati. Non solo quando scrive una sceneggiatura fa di tutto per rendere anche un piccolo personaggio di contorno degno di essere ricordato, ma anche sul set si prende cura di caratterizzare ogni dettaglio e lo fa sia attraverso la sua straordinaria creatività che chiedendo direttamente idee all’attore, sempre che quest’ultimo ne abbia da suggerire.

Hai mai pensato di lavorare nuovamente con lui?
Logicamente non direi di no, ma i tempi delle sue produzioni negli ultimi anni sono stati sempre più lunghi. Io non sono nel suo prossimo film, quindi non so quando, nel caso, ciò potrebbe accadere.

Da portoghese di successo che idea hai della crisi che sta colpendo il tuo Paese?
Solamente che è grave, purtroppo vivendo in Francia non ho una percezione precisa di ciò che si dovrebbe fare e cambiare e preferisco non dire nulla che dire cose stupide, vista la serietà della situazione.
 

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