Maradona: Sogno benedetto, i protagonisti della serie ci raccontano come si interpreta un mito

Abbiamo intervistato Nicolas Goldsmith e Nazareno Casero, due dei protagonisti della serie tv Amazon Maradona: Sogno benedetto

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La serie Maradona – Sogno benedetto è arrivata su Amazon Prime Video in più di 240 Paesi con la sua prima stagione. Nel 2019, in occasione di una set visit a Barcellona, abbiamo avuto la possibilità di incontrare, tra gli altri, anche Nicolas Goldsmith e Nazareno Casero, due dei protagonisti e interpreti di Maradona nella serie in momenti diversi della sua vita. Il primo interpreta un calciatore molto giovane e ancora agli esordi, mentre il secondo un campione già affermato.

La giovane età di Nicolas Goldsmith lo colloca in un'epoca diversa da quella in cui Maradona giocava ancora, tuttavia l'attore ha raccontato che il mito del calciatore gli è arrivato attraverso la propria famiglia. E, anche prima di essere scelto per la parte, l'attore aveva quindi familiarità con i filmati del calciatore.

Nicolas Goldsmith si è confrontato costantemente con Nazareno Casero, che interpreta la versione invece adulta di Maradona, al fine di dare un'interpretazione uniforme del personaggio:

Sì, è stato fondamentale. Noi ci alleniamo insieme, andavamo a giocare a calcio insieme, a mangiare insieme, siamo diventati amici addirittura. Leggevamo insieme le sceneggiature e le ripetevamo insieme. Questo per me è stato fondamentale per non "derubarci" a vicenda. Ad esempio quando vedevo che lui provava e io copiavo certi gesti che magari non avevo colto e invece erano dei gesti tipici di Maradona. Ha reso tutto più facile lavorare noi tre attori insieme, ma anche insieme al regista, che lo conosce benissimo.

Il calcio giocato avrà naturalmente una grande importanza nella serie, e Nicolas Goldsmith, il più giovane dei protagonisti della serie su Maradona, ha raccontato di aver avuto alle spalle una preparazione di molti mesi per poter arrivare al meglio alle riprese:

È stata una esperienza molto piacevole. Questa è una produzione importante della quale fanno parte molti paesi. Per me è stato fondamentale poter lavorare con questi attori importanti. Questo mi ha fatto tirare fuori il meglio di me stesso, sono quelle occasioni che da attore devi cogliere. Il team tecnico e artistico hanno un livello altissimo e questo rende tutto più interessante.

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Dopo aver incontrato Nicolas Goldschmidt, abbiamo ascoltato anche Nazareno Casero, cioè un altro dei protagonisti della serie che interpreta Maradona da adulto.

È un'esperienza bellissima, qualcosa che un uomo non si permetterebbe nemmeno di sognare. La storia del giocatore più importante e più emblematico del calcio mondiale, che oltre alla sua storia personale sul campo di calcio ha generato tanto altro... è un sogno veramente. È una sfida davvero importante nel momento in cui parliamo di un personaggio così emblematico e così noto.

Sulla sfida a livello interpretativo:

Sì, è stata una sfida, ma avevo la serenità di una squadra alle spalle. Ed è stato meraviglioso il lavoro che ha svolto tutta la squadra fin dall'inizio, fornendoci tutto il materiale che ci serviva. Per quanto riguarda la parte fisica, ma anche la voce, il calcio giocato, le informazioni sul personaggio. E anche grazie al lavoro di Alejandro Aimetta, che è davvero incredibile, hanno fatto sì che tutto questo diventasse possibile.

L'attore ha anche parlato del fatto che ha dovuto imparare a calciare con la gamba sinistra, "un lavoro duro ma bello". Per il resto, fuori dagli eventi sportivi, Casero ha descritto la storia narrata come delle vere e proprie montagne russe, fatte di alti e bassi, come naturale nel raccontare la storia di un personaggio come Maradona. "Se ci soffermiamo sulla sua vita credo che proveremo empatia e ammirazione, ispirazione e coraggio. È come un dio, ma umano. Fa delle cose miracolose ma al tempo stesso vediamo che è un essere umano".

Come ha collaborato con Nicolas Goldschmidt, che interpreta la versione più giovane di Maradona?

Il mezzo cinematografico e televisivo è un'arte collettiva. Abbiamo lavorato insieme perché io dovevo nutrirmi di cose sue e lui di cose mie. Per fortuna abbiamo avuto uno showrunner come Alejandro che non ha lasciato niente al caso, e abbiamo avuto tutti gli strumenti necessari per poter lavorare.

La serie è ambientata in location diverse, logicamente molto cambiate nel tempo. Una sfida è stata quindi quella di lavorare sulle ambientazioni per renderle d’epoca. Il regista ha aggiunto anche che tanti impianti non sono oggi quelli degli anni ’80 e quindi si è dovuto intervenire, anche tramite un lavoro di effettistica, per aggiungere o togliere particolari sia negli stadi che nelle città (Barcellona in questo caso).

Tutte le notizie sulla serie sono nella nostra scheda.

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