M3GAN: l'horror che unisce paure vecchie e nuove spiegato da James Wan e Jason Blum
Alla premiere di M3GAN abbiamo parlato con James Wan e Jason Blum per parlare di cosa mantenga interessanti i film horror...
Si conoscono dai tempi del primo Insidious James Wan e Jason Blum e, prima di arrivare a collaborare nuovamente insieme con M3GAN, ne hanno fatta di strada i due. Tanto da diventare esponenti di spicco dell'industria del cinema di Hollywood, gente capace di ottenere incassi stratosferici grazie a un genere, l'horror, in cui il detto "minima spesa e massima resa" risulta quantomai appropriato (a patto di gestire con intelligenza tutti gli elementi necessari alla riuscita di un buon film, è chiaro).
Qualche settimana fa, in occasione della premiere di M3GAN a Los Angeles, abbiamo incontrato su Zoom Jason Blum e James Wan per parlare con loro di questa nuova produzione e non solo.
Ciao ragazzi, sono Andrea di BadTaste.it, dall'Italia.
Wan: Adoro letteralmente la tua pubblicazione, BadTaste. (Abbiamo intervistato James Wan in molte occasioni, da Insidious ad Aquaman passando per Fast & Furious 7, ndr.)
L'ultima volta che ci siamo visti è stato a Londra per The Conjuring 2.
Wan: Sì, esatto, ho amato quell'intervista (la trovate a questo link, ndr.)
Jason sappiamo che la classica regola dei 5 milioni di dollari di budget per un film Blumhouse non viene più osservata rigidamente. Ma i tuoi film restano molto economici per gli standard di Hollywood. Qual è il nuovo tetto massimo per i budget Blumhouse?
Blum: No, ogni cosa che hai detto è completamente accurata. Sai, abbiamo cominciato con un film dal budget di un solo milione. Si tratta del primo film che ho fatto con James, Insidious, era costato un milione di dollari. È così che abbiamo cominciato. Poi siamo passati a due milioni e mezzo con il primo film della saga di The Purge, La notte del giudizio. Che, a essere precisi, è costato 2,7 milioni di dollari. Poi siamo passati a 5 milioni, come con Scappa – Get Out e ora ci aggiriamo intorno ai dieci. Che è un po' il tetto che abbiamo raggiunto.
Wan: È l'inflazione! [ridendo]
Blum: È colpa degli streamer! Hanno causato l'inflazione!
James questo film ha un tono di fondo molto ironico, segue quasi una strada giocosa considerato il genere. T'interessa continuare a esplorare i differenti sottogeneri dell'horror?
Wan: Sì, certo, è una cosa che intendo fare davvero. Ed è qualcosa che voglio fare in primis per me stesso, come forma di autogratificazione. Mi annoierei a fare sempre le stesse cose. Ho raccontato di case infestate, storie di fantasmi, storie di demoni. È stato divertente lavorare a un film come M3GAN che si allontana da quei territori sovrannaturali, per parlare della tecnologia e dell'orrore che puoi celarsi e scaturire dagli avanzamenti della tecnologia e delle intelligenze artificiali. E sì, hai perfettamente ragione: il cinema horror è perfetto per sperimentare tematiche e storie nuove. Ed è anche per questo che per Jason è fondamentale mantenere più bassi, rispetto allo standard, i budget di queste produzioni. Avere meno soldi a disposizione ti permette di sperimentare più cose diverse. Più grande è il budget con cui devi lavorare, meno libertà creativa hai a disposizione. È un vecchio adagio di Hollywood che avrai già sentito, ma corrisponde alla verità dei fatti. Se lavori a un tentpole dal budget immenso devi rientrare dell'investimento e muovere cifre gigantesce portando in sala tutti e quattro i quadranti di pubblico. Quando lavori a un film esponenzialmente più piccolo, come M3GAN, sai che puoi andare a lavorare su un target più preciso.
Jason già il reboot dell'Uomo Invisibile aveva trasformato un incidente chimico in incidente tecnologico. Qua abbiamo una bambola che non è indemoniata perché posseduta tipo Annabelle ma perché tecnologicamente avanzata. La tecnologia è la nuova frontiera delle nostre paure?
Blum: Penso proprio di sì e credo che questo sarà il primo di una nuova generazione di film basati sui danni e le paure collegate a tutto quello che potrebbe andar male con l'intelligenza artificiale. Immagino che ci saranno svariati storyteller e artisti che vorranno raccontare storie analoghe considerato quanto le intelligenze artificiali stanno diventando sempre più integrate nella nostra vita e nelle nostre attività quotidiane.
James i tropi narrativi dell'horror circolano da decenni e, di tanto in tanto, come negli anni 70 e 80, ne vengono inventati di nuovi. Quali sono quelli che meritano ancora di essere esplorati? C'è ancora spazio per essere innovativi in questo genere?
Wan: Penso ci sia innovazione in ogni aspetto del fare film e anche dello storytelling, ma parlando in termini di tropi narrativi, credo che non ci sia davvero niente di più classico della nostra paura del buio. Che è la ragione più semplice per cui molti film dell'orrore sono ambientati di notte, al buio. Non puoi vedere bene cosa c'è fuori ad attenderti. Fin da bambini sappiamo che i mostri, i demoni e i fantasmi arrivano a prenderti di notte. Nell'ora delle streghe. Per me questo è un tropo narrativo che funziona ancora oggi e, all'interno di quel tropo, anche l'idea semplicissima di una porta che si apre da sola, scricchiolando, una sedia a dondolo che dondola da sola... sono tutti tropi narrativi old school, ma li adoro e penso che funzionino ancora. E se ci pensi sono proprio quelli che ho usato quando ho fatto Insidious, The Conjuring... ho ripreso tutte queste soluzioni classiche e ho provato a inserirle in una storia connotata da un contesto di storytelling moderno.
Jason come puoi assicurarti che il pubblico non si stanchi dei film horror?
Penso che parlando in termini più generali quello che mantiene i film horror nuovi e freschi e differenti è il fatto che, nel bene e nel male, le minacce verso il genere umano cambiano nel corso del tempo perché sono i tempi stessi che mutano. 30 anni fa non pensavamo al surriscaldamento globale, alle intelligenze artificiali. Fino a che ci sono queste bolle di paure collettive che esplodono in superficie, gli storyteller le prenderanno e le trasformeranno in storie da raccontare cinematograficamente a un pubblico. Credo sia questo che mantiene freschi questi film. E sì, ha perfettamente ragione James. Puoi tranquillamente impiegare alcuni espedienti, tropi narrativi vecchia scuola e applicarli a quello che accade oggigiorno al mondo. Che è esattamente quello di cui parla M3GAN. È per questo che i film dell'orrore sono ancora così interessanti e rilevanti.
M3GAN: LA TRAMA
È più di una semplice bambola. Fa parte della famiglia.
Dalle menti più prolifiche dell’horror – James Wan, il regista dei franchise Saw, Insidious e The Conjuring, e Blumhouse, il produttore dei film Halloween, The Black Phone e The Invisible Man – arriva un nuovo volto del terrore.
M3GAN è una meraviglia di intelligenza artificiale, una bambola a grandezza naturale programmata per essere la più grande compagna dei bambini e la più grande alleata dei genitori. Progettata da Gemma (Allison Williams di Get Out), brillante robotica di un’azienda di giocattoli, M3GAN è in grado di ascoltare, guardare e imparare, diventando amica e insegnante, compagna di giochi e protettrice del bambino a cui è legata.
Quando Gemma diventa improvvisamente la tutrice della nipote orfana di 8 anni, Cady (Violet McGraw, The Haunting of Hill House), è insicura e impreparata a diventare genitore. Sottoposta a forti pressioni sul lavoro, Gemma decide di abbinare il suo prototipo M3GAN con Cady nel tentativo di risolvere entrambi i problemi: una decisione che avrà conseguenze inimmaginabili.
Il film è interpretato anche da Ronny Chieng (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli), Brian Jordan Alvarez (Will & Grace), Jen Van Epps (Cowboy Bebop), Lori Dungey (Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello, edizione estesa) e Stephane Garneau-Monten (Straight Forward).
Diretto da Gerard Johnston, M3GAN arriverà al cinema in Italia il 4 gennaio 2023.
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