LuccaCG18, BAO: intervista a Gregory Panaccione, artista di Minivip & Supervip - Il Mistero del Via Vai

A Lucca abbiamo intervistato per voi Grégory Panaccione, disegnatore del fumetto su Minivip e Supervip

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Grazie a BAO Publishing, a Lucca Comics & Games 2018 abbiamo incontrato Grégory Panaccione, disegnatore del fumetto Minivip & Supervip - Il Mistero del Via Vai, scritto da Bruno Bozzetto.

Con l'artista abbiamo parlato della nascita del progetto e di come sia stato sviluppato da lui insieme al celebre animatore.

Ciao, Grégory! Benvenuto su BadComics.it!
Mi racconti il tuo primo incontro con Minivip e Supervip? Avevi già visto il film animato prima di iniziare a lavorare a questo fumetto?

Il film non l'avevo visto. Sono arrivato in Italia diciannove anni fa, non conoscevo Bozzetto, ma nello studio d'animazione per cui lavoravo me ne parlavano continuamente. Mi sono interessato a lui, mi piaceva. Poi abbiamo iniziato a collaborare per diversi progetti.

Come nasce "Il Mistero del Via Vai"?

Bruno Bozzetto voleva fare un nuovo film. Nel 2004 aveva scritto la sceneggiatura, e mi ricordo che aveva lavorato a un video per cercare finanziatori. All'epoca avevo già fatto delle scenografie, delle ricerche, ma poi il progetto non è andato in porto perché servivano un sacco di soldi.

Un giorno, Bruno è venuto a Milano, nel mio studio, dove lavoro assieme ad altri fumettisti, e parlando mi sono reso conto che nel periodo in cui aveva cercato di fare il film io avevo pubblicato quattro o cinque libri, così gli ho proposto: "Perché non facciamo un fumetto insieme?" Lui inizialmente mi ha detto di no, perché i fumetti non sono il suo lavoro, ma il giorno dopo mi ha richiamato proponendomi di collaborare utilizzando proprio la sceneggiatura di Minivip e Supervip.

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Una volta avviato il progetto, qual è stata la suddivisione dei ruoli? Hai preso la sceneggiatura che aveva realizzato Bozzetto per il film e l'hai trasformata in un fumetto o avete collaborato ed è stato un lavoro a quattro mani?

Bruno mi ha passato la sceneggiatura di 140 pagine, che sono tantissime anche per un lungometraggio (di solito sono circa un centinaio). Io ho letto tutto e ho cominciato a fare dei disegni sui bordi delle pagine, facendo anche proposte di tagli, perché alcune cose erano state pensate per il Cinema e non avrebbero funzionato nel fumetto: per esempio c'era un pianista che aveva delle gag sonore e su carta erano infattibili. In questa prima fase, durata qualche settimana ho fatto un sacco di proposte, Bruno mi ha detto di sì per alcune e no per altre.

I protagonisti sono al 100% quelli del film originale, mentre alcuni personaggi nuovi li ho cambiati del tutto, perché non mi erano piaciute delle scelte che erano state fatte per il video pilota. Poi ogni volta che completavo una sequenza dello storyboard la mandavo a Bruno, e lui la correggeva controllando se ci fosse qualcosa da migliorare. Siamo andati avanti così per un paio di mesi, prima che passassi alle tavole definitive.

Visto che è una storia con diversi piani narrativi, ci sono personaggi che sono nati per il fumetto e non esistevano nel progetto del film animato?

No, perché la sceneggiatura era davvero ricca. Ci sono delle gag che abbiamo aggiunto perché durante la fase dello storyboard ci sono venute nuove idee, però tutto era già scritto molto bene.

È una struttura narrativa molto classica che mi ha permesso di sfogarmi con il mio stile di disegno più istintivo. Questo lavoro, per me, è stato come una vacanza.

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Mi ha colpito molto la palette di colori utilizzata: ha un impatto cinematografico, pur prendendo le distanze dalle atmosfere del film originale. Come ti sei approcciato alla colorazione?

Eravamo d'accordo che sarebbe stato un fumetto molto grigio, soprattutto la parte della città inquinata, per far spiccare il rosso dei due fratelli, e tutti e due volevamo che il pianeta degli alieni fosse parecchio cupo. Anche a Bruno piacciono le atmosfere dark, perché può sfruttare meglio il contrasto con gli elementi umoristici. Inoltre, essendo un prodotto con un'estetica cartoon, può esplorare zone più buie senza diventare deprimente. L'unica parte un po' più solare è il deserto, un tipo di paesaggio che a me affascina tantissimo.

L'accoglienza de "Il Mistero del Via Vai" vi ha per caso acceso la scintilla di realizzare un nuovo capitolo a fumetti delle avventure di Minivip e Supervip?

Al momento, io e Bruno stiamo lavorando a un'altra idea che ho avuto: non c'entrano Minivip e Supervip, sarebbe un fumetto con personaggi originali. È abbastanza strano, non so se lo faremo davvero.

Per salutare i nostri lettori, ti chiedo: qual è il fumetto che ti ha più colpito ultimamente e che vorresti consigliare?

Ho scoperto da poco "Ayako", di Osamu Tezuka, che mi è piaciuto tanto. È una storia abbastanza complessa ma si legge con piacere. Un fumetto ricco e raccontato benissimo.

Gregory Panaccione

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