#LuccaBAD 2016, RW Edizioni - Doctor Who: Intervista a Elena Casagrande
A Lucca Comics abbiamo intervistato Elena Casagrande, che ci ha parlato del suo lavoro su Doctor Who e Vigilante: Southland
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
La sua presenza allo stand di RW Edizioni ci ha permesso di imbastire con lei un confronto sullo stato del fumetto e sulla lenta, ma costante, trasformazione del gusto narrativo supereroistico.
Ciao, Elena e bentornata su BadComics.it!
Ciao a tutti!È al debutto in Italia il ciclo di storie di Doctor Who da te disegnato: eri già una fan del serial TV, opuure sei stata "costretta" a diventarlo?
No, ero già fan di Doctor Who prima ancora di cominciare la mia collaborazione sulla serie con IDW. Ho seguito il consiglio di un amico ed essendo una serial-addicted mi sono appassionata subito.Come sei arrivata, in seguito, sulle pagine del fumetto dedicato a questo personaggio così iconico?
Be', ho dimenticato di dirti che l'amico che mi ha consigliato di guardare la serie TV, in realtà, lavorava come sceneggiatore per il fumetto di Doctor Who. E quando IDW, per celebrare il 50° anniversario del serial, ha deciso di realizzare una miniserie evento in dodici numeri - ognuno dedicato a un Dottore, più uno speciale - sono stata chiamata a realizzare proprio quello sul Decimo Dottore.
Successivamente IDW ha perso i diritti del personaggio, quindi ho seriamente pensato che quella sarebbe stata la mia unica occasione per lavorare su un personaggio che amavo. Invece, con mia grande sorpresa, dopo qualche mese, dalla Titan [la casa editrice che ha rilevato i diritti di pubblicazione - NdR] mi contattarono perché avevano apprezzato il mio lavoro su quell'albo e mi offrirono la possibilità di lavorare ancora con il Dottore.
Titan si apprestava a lanciare un fumetto che prevedeva la presenza del Decimo, dell'Undicesimo e del Dodicesimo Dottore: mi hanno offerto questa possibilità, che io ho colto subito. Hanno sottoposto il mio lavoro alla BBC, che ha approvato, e abbiamo iniziato così la nostra collaborazione.
Gli attori che nel corso degli anni hanno prestato il proprio volto al Doctor Who hanno contribuito a rendere celebre il personaggio. Qual è stato il tuo approccio al disegno? Hai dovuto adattare il tuo tratto a uno stile più realistico?
Avevo già una certa esperienza con lavori basati su film e serie TV, vedi i miei disegni per X-Files, True Blood, Star Trek, Bloody Whisper e altri. Questo mi ha permesso di affinare la mia capacità di riprodurre le fattezze degli attori su carta. La mia fortuna è stata sicuramente quella di aver sempre lavorato su fumetti ispirati a serie TV di cui ero già una grande fan, quindi ero molto attenta ai volti dei personaggi, perché un lettore di questi albi a fumetti ricerca proprio le fattezze dei personaggi del piccolo schermo. Questa preparazione e attitudine ha fatto sì che non avessi particolari difficoltà nel riprodurre David Tennant.
Piuttosto ho trovato difficile riuscire a ricreare le atmosfere di una serie ambientata in Inghilterra in un fumetto che è invece ambientato negli Stati Uniti. Questo perché le atmosfere della serie dedicata al Decimo Dottore sono completamente diverse rispetto a quella dell'Undicesimo, anche per via dell'aumento del budget a seguito del successo della serie televisiva. Quindi ho dovuto mantenere lo stile visivo e narrativo che si vedono sul piccolo schermo, ma spostandoli a New York. Una linea chiara, dunque, anche per mantenere sempre evidenti le fattezze di Tennant; poi, con la colorista, si è deciso di utilizzare un determinato tipo di colori. Essendo tutti appassionati della serie siamo riusciti a sintonizzarci abbastanza velocemente su ciò che volevamo realizzare.
Dopo questa esperienza avremo modo di vederti ancora all'opera sul personaggio?
Per ora diciamo che sono in pausa. Realizzerò delle copertine sporadicamente, vedremo se nei prossimi mesi ci saranno delle novità da annunciare, oppure no.
Un anno fa, qui a Lucca, hai presentato insieme ad altre artiste italiane - tra cui Sara Pichelli, Eleonora Carlini e Claudia SG Ianniciello - un progetto per la casa editrice Truckers: Six and Distroy. È previsto un sequel? E se sì, a che punto siete con la lavorazione?
Il progetto ora è in fase di scrittura. Il nostro organico si è ridotto drasticamente e, sebbene collaboriamo con lo stesso sceneggiatore [Massimiliano Filadoro - NdR], essendo rimaste in due, abbiamo dovuto trovare un modo per portare avanti la storia senza oberarci di lavoro, cosa che non ci avrebbe permesso di proseguire. Abbiamo dovuto trovare diverse soluzioni, ma la volontà è assolutamente quella di portare avanti il progetto... con dei tempi forse un po' più lunghi, ma si farà.
Non posso non chiederti il tuo punto di vista sulla rivoluzione in atto nel settore: sempre più autrici e sempre più personaggi femminili si impongono all'attenzione del grande pubblico.
Guarda, io penso che la maggior parte delle case editrici punti su questi personaggi per ampliare la propria utenza, il proprio pubblico. E, credo, anche per creare una maggiore immedesimazione da parte del pubblico femminile. Ormai è sempre più comune vedere tante ragazze fare le stesse cose dei maschi della loro età, come leggere un fumetto, appunto. Io non lo vedo come un cambiamento epocale, credo invece che stia accadendo quello che da sempre sarebbe dovuto succedere, ovvero una parità dei sessi. Ma non solo rispetto alle donne: l'apertura si sta verificando anche nei confronti delle minoranze etniche o dei diversi orientamenti sessuali. Prendi, per esempio, l'ultima companion della serie del Dottore, dove, appunto, lo sceneggiatore ha preferito identificarla con una minoranza etnica americana, proprio per cavalcare quest'ondata.
La paura è che questa attenzione possa in realtà rivelarsi una semplice moda passeggera: credi che tutto si ridurrà a questo?
Penso che se gestita in una determinata maniera possa diventare una costante. Se, invece, viene sponsorizzata troppo come "evento speciale" perderà il suo vero valore e ben presto si esaurirà. Bisogna essere abili nel lavorare costantemente in questa direzione, con questa apertura, affinché possa assestarsi nella mente dei lettori e degli addetti ai lavori.
La sensazione forte che viene spinta dalle case editrici è quella di novità, qualcosa di stravolgente, visto che veniamo da decenni in cui le icone erano ben codificate secondo canoni precisi. La mia paura è che questa spinta così potente possa suscitare molto interesse ora e noia più avanti, come spesso succede. A questo punto è meglio farla crescere in maniera lenta, ma costante, magari con personaggi minori che pian piano possano diventare principali, oppure delle sostituzioni che inizialmente vengano vissute come affiancamenti, per poi diventare vere e proprie sostituzioni. Me lo auguro, sinceramente.
Tornando ai tuoi lavori, da qualche giorno, negli Stati Uniti, è disponibile il primo numero di Vigilante: Southland, una serie dal taglio decisamente più supereroistico rispetto a Doctor Who: cosa puoi dirci di questa tua collaborazione, viste anche le ottime critiche ricevute oltreoceano?
Ti ringrazio! Sono stata contattata da un editor DC Comics, il quale mi ha sottoposto una serie di progetti che intendevano sviluppare. Mi chiedevano indicazioni sul genere che mi avrebbe fatto piacere trattare, e, siccome il noir è una delle mie più grandi passioni, la scelta è caduta su questo poliziesco che prevedeva il rilancio di Vigilante, uno dei personaggi più vecchi della casa editrice. In realtà si tratta più di una figura eroica che viene portata avanti da diversi individui, visto che non è sempre la stessa persona a interpretare il ruolo di Vigilante.
Nel reboot scopriremo la storia di un ragazzo che raccoglie questa pesante eredità e verranno narrate le origini di questa nuova incarnazione. La maggior parte dei personaggi sarà di colore, cosa che quando mi è stata presentata non mi è parsa così eclatante, e invece è stata spinta tantissimo, forse anche tenendo presente gli ultimi avvenimenti di cronaca nera negli Stati Uniti.
Altri progetti sui quali stai lavorando? Puoi darci qualche anticipazione?
Per ora mi sto concentrando solo su questa miniserie, ma in realtà il mio desiderio è quello di tornare a lavorare su Doctor Who [ride].
Te lo auguriamo e incrociamo le dita! Grazie, Elena, a presto!
Grazie a voi per l'intervista!