#LuccaBAD 2016 - Bruno Bozzetto: "Sono stato un precursore dei cartoni per adulti, ma oggi l'animazione è inarrivabile"

Critico sull'omologazione dei cartoni ma ammirato dalla qualità raggiunta dalla recitazione e dalle storie Pixar, Bruno Bozzetto ha le idee chiarissime

Critico e giornalista cinematografico


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È ancora nelle sale Bozzetto Non Troppo, il documentario su Bruno Bozzetto girato da Marco Bonfanti. Ospite a Lucca, il regista d’animazione più famoso, importante e pesante d’Italia, nonchè uno dei più conosciuti e influenti al mondo, ci ha ricevuti per interviste poco prima di ricevere il premio Movie Comics & Games 2016, dalle mani del sindaco di Lucca.

Il film ripercorre la sua vita attraverso racconti e filmini delle vacanze, ma anche attraverso momenti delle sue creazioni associati da Bonfanti, sulle parole dello stesso Bozzetto. In anni in cui l’animazione che arrivava in Italia era Disney o Hannah e Barbera, Bozzetto dominava l’immaginario italiano con produzioni diverse da tutto. Come dice lo stesso Bonfanti:

MARCO BONFANTI: “È uno dei 20 animatori più influenti di sempre (secondo una classifica stilata dagli stessi animatori in cui Lasseter sta al 30esimo posto). Non tutti possono dire di avere in casa un Bart Simpson regalato da Matt Groening con su scritto “Ciao Bruno, da un tuo fan”, è considerato una leggenda in tutto il pianeta…

BRUNO BOZZETTO: “...e anche su Marte!”.

MB: “...è stato molto gentile, mi ha affidato 95 ore di filmini in Super8, che mi sono guardato tutti

Immagino quanto potessero essere appassionanti…..

BB: “AHAHAHAHA! Guarda che però cercavo sempre di girarli come piccoli film, quindi non erano TROPPO noiosi…

Lei è stato contento dell’avere un documentario su di sé e di parlare della propria carriera?

BB: “Innanzitutto voglio premettere che non sono un genio o una leggenda, non sono niente, sono uno che lavora da 60 anni e se fai un lavoro per tutto questo tempo con passione qualcosa raccogli.
Una cosa me la riconosco però, è quella di essere stato un precursore. Prima di me l’animazione era o lungometraggi per bambini o pubblicità, io invece ho cominciato a fare lungometraggi animati per adulti.
Se pensi anche a La Rosa di Bagdad o I Fratelli Dinamite, i primi film animati italiani, erano entrambi per bambini”.

Sì, anche se I Fratelli Dinamite ha dei momenti che oggi non considereremmo per bambini…

BB: “Lo vidi da piccolo quel film e il suo disegno mi sconvolse…

Per quello poi si è rivolto agli adulti?

BB: “Più che altro perché avevo altri interessi. Quando feci West and Soda mi indirizzavo ad un pubblico adulto, perché la caricatura la capisce solo chi ha visto 50 western, e lo stesso vale per VIP, che era la caricatura della pubblicità, cosa che non interessava ai bambini. Per questo mi ero fatto notare, perché ero diverso. Non avevo grandi qualità, oggi abbiamo autori che fanno lavori con una qualità molto alta ma io ho iniziato prima di loro, per qualche anno sono stato l’unico italiano ai festival, questo mi ha permesso di conoscere tutti quei film sconosciuti in Italia come quelli UPA, della National Board canadese o quelli slovacchi.
Questo mi ha fatto capire che ero sulla strada giusta: fare film sull’uomo e sulla società”.

Oggi i film d’animazione che si producono sono molti di più e questo, inevitabilmente, fa sì che la media qualitativa sia un po’ più bassa…

BB: “Beh sì è chiaro

...detto ciò a lei piace la qualità raggiunta dai film più moderni?

BB: “Bisogna capire come li giudichi, come spettatore o come autore?

Voglio sapere prima di tutto se lei si diverte quando li vede.

BB: “Si. Parecchio

Li guarda tutti?

BB: "No no, preferisco andare a vedere film dal vero. Ma opere come Alla Ricerca di Nemo lo considero a livello di Bambi, pura magia per come racconta il suo mondo. Arrivano ad una perfezione che è stupefacente. Guarda dove sono arrivati con la recitazione, il movimento delle pupille è pazzesco, una cosa che nessun attore può fare come si fa nell’animazione. Io questo lo ammiro ma poi ammetto che noto anche troppa similitudine e questo mi disturba, credo ci sia bisogno di storie come Toy Story, come A Bug’s Life, come Monsters & Co., che sono stati dei capisaldi di una nuova direzione, un nuovo ceppo. Ora invece vedo più che altro ramificazioni sempre più deboli e simili tra di loro. Non noto troppa differenza tra Rapunzel e com’è si chiamava quello lì del ghiaccio?

Frozen?

BB: “Eh sì! Up invece, quello sì che era un altro colpo d’ala o Wall-E, per non dire Inside Out! Che forse è il più geniale di tutti per contenuti e lavoro nel cervello delle persone

Cosa ne pensa dei registi di animazione che fanno film dal vero, e viceversa, dei registi di cinema dal vero che fanno animazione?

BB: “Lo trovo giusto. Considero il film come film, non mi interessa che sia d’animazione né che sia dal vero. Passare da uno stile all’altro serve a raccontare quel che voglio. Vorrei che fossero sempre più mischiati, mi dà fastidio da morire che ora ci sia qui il cinema dal vero e lì l’animazione

Secondo lei i registi d’animazione hanno una formazione e uno stile diversi? Cioè saprebbe distinguere in un film dal vero se il regista viene dall’animazione o no?

BB: “Sì certo, in certe sequenze di sicuro, perché l’animazione ha quest’idea di stilizzare, concentrare ed uscire fuori di testa. Non è facile ma penso ce la farei specie quando si esce dalla realtà e si passa ad un mondo fantastico. Lì è proprio l’animazione”.

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