Lucca 2017, Edizioni BD: intervista a Maria Llovet, autrice di Insecto
Abbiamo intervistato per voi Maria Llovet, che ci ha parlato della sua ultima graphic novel: Insecto
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Mai volgare o banale, la Maria incontrata durante Lucca Comics & Games 2017 si è mostrata come un'artista profonda e dai molteplici interessi.
Ciao, Maria, e benvenuta su BadComics.it!
In questi giorni, sei a Lucca presso lo stand Edizioni BD per presentare la tua ultima fatica, “Insecto”. Da dove nasce un’idea così forte come quella alla base di questo fumetto?In tutto quello che faccio sono sempre molto interessata al tema dell’attrazione intesa nella sua accezione più generica. Parto sempre da uno schema in cui metto di fronte l’amore e la morte per poi analizzare l’attrazione che si viene a creare tra i due poli. Perché scatta? Qual è la scintilla che la fa nascere?
Il tipo di attrazione proibita presente in “Insecto” è ancora più interessante, mi affascina pensare a questo tipo di rapporto incestuoso. Così ho deciso di inserirlo come tema portante della mia sceneggiatura.L’incesto è un tema presente anche in altri media, come la Letteratura e il Cinema, basti pensare al film di Bernardo Bertolucci “The Dreamers - I Sognatori”. Ci sono stati romanzi, film o altre opere che ti hanno ispirato nella realizzazione della tua graphic novel?
Amo quel film, così come amo la caratterizzazione dei tre protagonisti. Non ti nascondo che vorrei realizzare qualcosa di simile in futuro, perché sarebbe davvero interessante.
Comunque sì, in quest’ultimo periodo sono stata molto influenzata dal Cinema e dalla Letteratura, molto più dei fumetti, che leggo davvero poco. Non c’è un'opera in particolare che mi ha influenzata o ispirata, molto spesso si tratta di singole scene o passaggi di un racconto che sono collegate a quanto sto scrivendo in quel determinato momento, e che magari mi sono servite come riferimento.
Dietro la facciata di famiglia perfetta di "Insecto", si nascondono tante crepe, come l’incesto tra i due fratelli Lea e Lucas. È la tua maniera di criticare la società di ogii, troppo presa a correre dietro all’apparire per curarsi del disagio interiore delle nuove generazioni?
Non è stata una cosa voluta. Diciamo che in maniera involontaria l'opera si è trasformata in un richiamo alla società attuale. C’era molta più presa di coscienza in un mio precedente romanzo grafico in cui le due ragazze protagoniste si innamoravano l'una dell'altra. In quel caso era voluto, mentre in “Insecto” ero intenzionata a raccontare come possa nascere l’attrazione anche tra due fratelli adolescenti.
La società è ipocrita, questo è chiaro ed evidente, e l’incesto è un tema forte che mette in risalto le sue ipocrisie. Durante la realizzazione di “Insecto” mi sono documentata in rete sull’argomento e ho scoperto realtà impressionanti. In tante nazioni l’incesto è addirittura visto come un crimine e viene punito con la galera. Questo per me è scioccante, e ne ho voluto parlarne alla mia maniera, ma non doveva essere questo il tema portante.
Durante l’incontro che si è tenuto con le "Wonders Girls" di Edizioni BD, hai anticipato che uno dei soggetti che vorresti utilizzare prossimamente sono i vampiri. Puoi spiegarci meglio il perché di questa scelta?
Nel mio precedente lavoro, “Heartbeat”, i protagonisti non sono vampiri ma bevono sangue. L’immortalità è una peculiarità dei vampiri che trovo molto interessante e che voglio assolutamente sfruttare nelle mie prossime produzioni. Ovviamente non parlerò dei vampiri in quanto tali, ma sfrutterò la loro natura per sviluppare le mie idee. Mi piace la maniera con la quale i vampiri riescono sempre ad adattarsi in ogni storia! [ride] In tal senso, uno dei film che più amo in assoluto è proprio sui vampiri, “Solo gli amanti sopravvivono".
Sto facendo un lavoro di introspezione per cogliere appieno le diverse sfaccettature delle mie opere e capire in che direzione muovermi. Tutto parte dal sesso, ma ci sono ramificazioni che portano all’amore, all’attrazione, alle relazioni amorose e che giungono all’immortalità. Immortalità non del corpo, ma dell’idee, dei rapporti umani, dell’amore. E mentre ragionavo su questo concetto mi sono resa conto che i vampiri presentano tutti questi aspetti. Ho annotato tutto quanto su un post-it e ho capito che quella era la mia sceneggiatura, era ciò di cui avrei voluto scrivere.
Hai dichiarato che difficilmente lavoreresti su proprietà intellettuali altrui, preferendo dei progetti in cui sei libera da ogni tipo di vincolo, ma se ti chiedessero di realizzare una storia su Dracula accetteresti?
Chiarisco per non apparire arrogante: non ho detto che non lo farei, bensì che non è il mio principale obiettivo. Preferisco creare qualcosa di totalmente mio. Potrei anche farlo, ma so che sarebbe difficile. Inoltre, una cosa è lavorare su personaggi come quelli della Marvel, sui quali hai comunque una certa libertà, e un'altra sarebbe relazionarsi con operazioni di adattamento.
Non mi piace l’idea di adattare un romanzo come “Dracula” in un fumetto, non credo che accetterei un lavoro del genere. Prendi il film “Dracula di Bram Stoker”, di Francis Ford Coppola: per me è una grande fonte d’ispirazione e mi spinge a realizzare un tipo di storia completamente diversa rispetto all'originale. Ecco, io vorrei fare come Coppola: non realizzare un adattamento di "Dracula" ma realizzare il mio "Dracula".
Credo che uno dei problemi dei giovani registi sia che la loro massima aspirazione sia quella di vampirizzare brand ormai noti, come “Star Wars”, ad esempio. Invece dovrebbero puntare sulle proprie creazioni, su qualcosa di personale.
Be', lavorare al prossimo film di “Star Wars” è comunque un bel traguardo!
Certo, non lo metto in dubbio. Ma dovrei realizzare il mio "Star Wars", non adattare quello di qualcun altro. Quando George Lucas ha diretto “Una Nuova Speranza” ha fatto ciò che aveva in mente, quello che voleva. Se ci pensi, la presenza nel ruolo di protagonista di una donna nella nuova trilogia è solo un modo per sfruttare un trend. Le donne ricoprono ruoli principali perché è la moda del momento. Ma se vuoi realizzare qualcosa di completamente tuo, di originale, te ne devi fregare dei trend.
Abbiamo parlato di Fumetto, di Letteratura e di Cinema. Non ci resta che conoscere quanto la musica sia importante per te e per il tuo lavoro.
Per me la musica è molto importante, non solo quando lavoro. Generalmente mi innamoro più delle canzoni che di album interi, tanto che mi capita di ascoltare un’unica canzone tante, tante, tante volte. [ride] Non ti nascondo che spesso preferisco il silenzio mentre lavoro e non ascolto nulla. Non ho un legame particolare con la musica, ma la amo. Come potresti non amarla viste le emozioni che riesce a donarti? Ecco, forse è uno aspetto che manca ai fumetti: la colonna sonora.
Nonostante tu sia nata in Spagna e pubblichi prevalentemente per il mercato francese, il tuo stile artistico è molto vicino alla scuola del Fumetto orientale. Da dove nasce questa scelta?
Quando ho iniziato a leggere fumetti le mie prime letture sono state proprio dei manga. Sebbene abbia sempre avuto una spiccata propensione verso l’Arte europea, sono rimasta affascinata dall’approccio della scuola orientale. Credo che il mio stile sia un equilibrato mix di tradizione europea e giapponese.
In chiusura, cosa puoi anticiparci del tuo prossimo lavoro?
Ho da poco iniziato la fase di scrittura. Sarà ambientato in un disco bar e la storia si svolgerà in un lasso di tempo di circa due ore. La musica nel locale sarà davvero alta, così da rendere difficile avere dei dialoghi. Proprio per questo, l’intero volume sarà incentrato maggiormente sull’impatto visivo, passando da un personaggio all'altro. È un lavoro stimolante che mi sta piacendo davvero tanto. Vedremo!