Acuti ritratti preadolescenziali: Lorenzo Tardella, regista di Le variabili dipendenti, ci presenta i suoi cortometraggi!
In diretta Twitch, Lorenzo Tardella, regista del corto Le variabili dipendenti, presenta e commenta alcuni dei suoi precedenti lavori
L'ho girato quattro anni fa, in un periodo complicato. Avevo fatto un propedeutico per entrare al Centro Sperimentale di Cinematografia, che non era andato bene. Il mio docente, Claudio Cupellini, mi invita a riprovarci: così in una settimana tiro fuori l'idea per Edo. L'abbiamo girato in due persone per 5 giorni in una casa di campagna di mia zia, con pochi mezzi e luci in gran parte naturali. C'è molto di me nel film: sono cresciuto in quella casa e le diapositive che vediamo sono state realizzate da mio nonno, con cui ho passato diverso tempo in Camera oscura. Anche il rito della proiezione è qualcosa che mi appartiene.
Arriviamo poi a Le variabili dipendenti (di cui è stato mostrato il trailer), che ribadisce l'abilità di Tardella nel dirigere attori giovanissimi: "Con loro, mi trovo bene a prescindere, anche fuori dal set. Quella che va fino a 12 è un'età stimolante, bella da osservare". I protagonisti del film sono Pietro e Tommaso, due ragazzini alle porte dell’adolescenza. Si conoscono nel palchetto di un teatro, dove si scambiano un primo bacio. Quello stesso pomeriggio, circondati dal silenzio delle pareti di casa, cercheranno di scoprire cosa questo significhi. Al Festival di Berlino, dove era l'unico cortometraggio italiano in Concorso, Le variabili dipendenti è stata molto apprezzato:
Abbiamo ricevuto un'accoglienza clamorosa. In particolare il pubblico ha applaudito gli interpreti dei due protagonisti [Simone Evangelista e Mattia Rega] e ha gradito il modo in cui li osservo da vicino, quasi come al microscopio. Il corto, più che dell'amore, parla della paura e dell'intimità, del guardare l'altro che ti sta davanti e capire se vuole le tue stesse cose, se ti rispecchi in lui. Questa è la grande difficoltà nelle relazioni, a qualunque età.