Legion - Il nostro incontro con Rachel Keller: la malattia mentale nell'era dei cinecomics
A Napoli Comicon 2017 abbiamo partecipato al rountable con Rachel Keller, giovane attrice americana che ha recentemente interpretato il personaggio di Syd Barrett nella serie TV Legion
Per quanto il personaggio interpretato dall'attrice in Legion sia una creazione originale dello show, ispirato però a un fumetto della Casa delle Idee, abbiamo chiesto alla Keller quanto effettivamente i comics americani siano un materiale di studio per coloro che poi si trovano a interpretare questi personaggi sul grande o piccolo schermo, e se la lettura degli stessi viene in qualche modo caldeggiata da produttori e showrunner:
Noi consultiamo abitualmente il materiale originale a fumetti prima di interpretare determinati ruoli, non tanto per le storie in sé, ma piuttosto per trovare riferimenti artistici e meramente pragmatici sull'ambientazione e i personaggi. Potenzialmente, posso trovare spunti interessanti in ogni vignetta, in termini di espressioni o gestualità dei personaggi, ma anche l'utilizzo di determinati colori può aiutarmi a comprendere al meglio l'ambientazione della storia. Di fatto, estrapoliamo determinati personaggi da una storia per porli in un contesto nuovo, e dunque il fumetto non è qualcosa da imparare a memoria, ma di certo un riferimento, oltre al fatto che credo che in un certo senso con il nostro lavoro rendiamo anche onore all'opera originale. Legione, per esempio, è un personaggio fantastico e utilizzabile potenzialmente in qualsiasi storia.
Credo che uno dei maggiori punti di forza dello show sia proprio il fatto che il tempo e lo spazio non sono importanti, così come non lo è la necessità di avere una storyline lineare. Quindi, con cosa ci si diverte? C'è qualcos'altro in Legion a rendere accattivante la storia, e sono proprio le atmosfere e i sentimenti alla base di questa. Onestamente, a volte quando giravamo pensavo di stare partecipando a una sequenza ambientata nella realtà per poi scoprire che in realtà ci trovavamo su tutt'altro piano! A volte facevo un po' di confusione, come altri, ma proprio questo faceva parte del divertimento!
L'ansia sociale, l'agorafobia, la paura di essere toccati dagli altri è qualcosa che in tanti provano sulla loro pelle. Ho fatto molta ricerca sull'autismo e su altri disturbi psicologici, e alla luce di questo sono arrivata alla conclusione che il personaggi di Syd sia molto coraggioso, così come è meraviglioso il rapporto che la lega al protagonista: nello stesso momento in cui i due si incontrano per la prima volta, riescono a vedersi per quello che sono, a conoscersi pur non essendosi mai ritrovati assieme prima di allora. L'onestà e la veridicità con la quale abbiamo trattato questi personaggi li rendono davvero reali.
Agganciandoci alle dichiarazioni precedenti dell'attrice, abbiamo chiesto alla Keller quale sia la funzione del suo personaggio in rapporto al protagonista, David Heller:
In un mondo in cui non ci sono davvero buoni e cattivi, e lo stesso David si pone un po' nel mezzo, Syd diviene un vero e proprio pilastro per lui, anche andandogli contro, sino al sacrificio estremo. Tutto questo è rafforzato dal fatto che i due si scambiano i corpi nel primo episodio, dunque l'uno si ritrova nella testa dell'altro, consentendo a entrambi di conoscersi in maniera totale. Lei quindi è l'unica a capire davvero David, e in una maniera davvero unica, la sua migliore amica.
L'attrice ha poi espresso il suo pensiero sull'era attuale del medium televisivo:
Oggi viviamo in una Golden Age della televisione, e la proposta è così alta e vasta che non so come riuscire a tenere il ritmo. Non so come qualsiasi comune mortale possa farlo! Si parla sempre di più di Binge watching, e si tratta di un mondo che è in continua evoluzione . Ma Legion è andato originariamente in onda su FX, un canale che celebra ancora le serie TV a cadenza settimanale, e specie in questo caso trovo sia una scelta coerente, anche perché il contenuto di questa storia non è per nulla facile da digerire. Se qualcuno guardasse per esempio quattro episodi di fila, qualcosa potrebbe sfuggire oppure potrebbe diventare una vera e propria sofferenza. Volevamo che lo spettatore fosse in grado di godersi pienamente un episodio alla volta - venendone catturato tanto da lasciar perdere lo smartphone - per poi avere una settimana per metabolizzare e riflettere sul contenuto della storia in attesa del capitolo successivo. Personalmente, preferisco sempre questa soluzione, anche se ha tempi talvolta molto lunghi: mi consente di apprezzare meglio la storia.
Infine, abbiamo chiesto alla Keller il suo pensiero sul genere imperante nel cinema moderno, quello dei cinecomics:
Credo che siano più o meno tutti film entusiasmanti che presentano storie d'avventura colorate e originali, ma oltre tutto questo, nei cinecomics sono spesso presenti tematiche importanti. Per esempio, i fumetti e i film degli X-Men hanno per protagonisti dei mutanti, che rappresentano sostanzialmente tutti coloro che sono e si sentono diversi. E che poi lottano perché i loro diritti siano riconosciuti, anche se tutti dicono loro che quello che sono e quello in cui credono è sbagliato. Credo che questo sia il motivo per cui questo genere ha così successo, perché fa credere, spesso a un'audience molto giovane, che ognuno può essere quello che vuole, che chiunque può fare la differenza, e che anche chi è diverso, con audacia e forza di volontà, può dire la sua.