L’animatore Bobby Podesta ci racconta come si lavora alla Pixar durante il Covid
Abbiamo intervistato l'animatore Pixar Bobby Podesta che ci ha raccontato il lavoro dello studio durante la pandemia e l'arte di animare
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Il cinema sta attraversando tempi difficili. Il Covid-19 ha avuto conseguenze drammatiche su molte produzioni. Come avete affrontato la quarantena? Come avete lavorato durante il periodo di distanziamento sociale?
Quando è iniziato il periodo di distanziamento stavamo terminando l’animazione sulla nostra nuova release del 2020: Soul. La risposta della Pixar all'emergenza è stata fantastica. Abbiamo portato a casa i nostri computer e nel giro di 24 ore siamo stati in grado di continuare la produzione del film, con il supporto dei tecnici dello studio. Non voglio dire con questo che fare film da casa sia facile. Non lo è. Ma cercare di realizzare dei film veramente grandiosi è sempre stato un compito difficile. La cosa che mi rassicura, nonostante queste circostanze difficili, sono proprio le persone che costituiscono la Pixar e la loro abilità di risolvere ii problemi, collaborare, e creare film che restino a lungo.Sono convinto che molti nostri lettori considerino lavorare per la Pixar il sogno della vita. Ci puoi raccontare di più del tuo lavoro? Qual è la tua routine e come riesci a mantenere la creatività sempre al massimo?
Normalmente la giornata inizia con tutti gli animatori riuniti nelle nostre screening room per guardare i giornalieri. È il momento in cui veniamo aggiornati tutti insieme, con il regista, sui progressi sul film. Chiaramente le cose sono molto cambiate ora che lavoriamo da casa, ma ogni supervisore dell’animazione continua a lavorare con il proprio team per trovare dei modi per collaborare. La sinergia tra creativi è il cuore che rende l’animazione Pixar quello che è.
Bella domanda quella sulla creatività! Personalmente continuo a scrivere e disegnare nel mio tempo libero, anche se passo gran parte della giornata con i miei colleghi lavorando sul film. Sono mattiniero, per cui mi alzo spesso molto presto la mattina per scrivere, disegnare e lavorare sui miei progetti personali. Per me questo momento è una sorta di "allenamento funzionale" per l’arte. Anche se quello a cui lavoro può non essere strettamente legato alla computer animation, uso gli stessi "muscoli artistici" che mi servono per la storia, il disegno, la composizione dell’immagine… I miei progetti personali ispirano il mio lavoro alla Pixar, e il mio lavoro mi stimola a migliorarmi nei miei progetti personali. È un equilibrio che funziona bene per me.
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Ogni volta che un vostro film arriva sul grande schermo noi spettatori ci godiamo immagini incredibili, storie commoventi e un’animazione d’eccellenza. Sappiamo però che renderizzare un singolo fotogramma può costare ore. Figurarsi animare un’intera sequenza! È facile pensare che il vostro vero nemico sia quindi proprio il tempo. Come fate a gestire le scadenze ristrette? Vi capita mai di dovere chiudere una scena quando però avreste voluto più tempo per aggiungere qualche dettaglio?
Vogliamo costantemente modificare, aggiungere, e in genere rendere ancora migliori le scene. Il nostro obiettivo è sempre quello di fare il miglior film possibile, e siamo i critici più severi di noi stessi. Il tema riguarda però la Pixar come studio, dal momento che, chiaramente, dobbiamo fare film che siano completati secondo le scadenze prefissate. Collettivamente facciamo tutto quello che possiamo per dare a tutti più opportunità possibili per lavorare al meglio delle possibilità. Pixar chiede che qualsiasi lavoro tu stia facendo per lo studio, dall’animazione alla storia, alla tecnologia o alle strutture, lo faccia al meglio delle tue possibilità. In cambio lo studio fa tutto ciò che deve per supportarti affinché tu possa svolgere il compito al massimo delle tue capacità. È un cerchio che permette di creare grandi film che durano per generazioni.
Sulla base della tua esperienza, ci sono dei personaggi o degli oggetti particolarmente difficili da animare rispetto agli altri?
Ti confido un segreto: creare animazione non è difficile. Si tratta solo di muovere le cose qua e là. La cosa più difficile da fare è creare una grande animazione che non solo si muove, ma che commuove il pubblico. Uno degli strumenti per raggiungere questo livello è quello di provare a creare una performance che sia autentica, che scaturisca da noi come animatori e disegnatori e dalle nostre vite. Non importa se stiamo animando un giocattolo, una macchina, un pesce o un’emoticon, quello che stiamo veramente trasmettendo siamo noi come esseri umani, ed è un qualcosa in cui chiunque nel mondo si può riconoscere.
Come dici animare significa dare vita… Ma voi animatori potete portare la vostra vita mettendo un podi voi nel personaggio che animate (o nella sua scena), magari con idee personali?
Gli animatori hanno una grandissima influenza sulla performance dei personaggi e sulle scene. Gesti, posizioni, espressioni, movimenti, sono tutti segnali che il pubblico coglie con i propri occhi. Gli animatori lavorano fianco a fianco con i doppiatori, e le scelte che facciamo nella performance possono fare la differenza tra vedere qualcosa sullo schermo e sentire che il personaggio è vivo nel suo mondo.
Vi ricordiamo che i film Pixar sono tutti disponibili sulla piattaforma Disney+.
Fateci sapere nei commenti cosa ne pensate delle parole di Bobby Podesta!